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"Il Punto" di Marco Zacchera n°477

Riportiamo dal sito di Marco Zacchera l'ultimo numero della newsletter "Il Punto", argomenti trattati: Verità nascoste – Finti poveri – Questione marò – Memorie e ricordi – Fiat addio.

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"Il Punto" di Marco Zacchera n°477
INFORMAZIONE DISTORTA
Quanto vedo che alla Camera si supera il livello della decenza sono contento di NON farne più parte, ma resta il problema del M5S che per farsi notare deve superare sempre di più il livello della protesta o non ne parlerebbe più nessuno. Stupido prendersela con Napolitano eppure non bisogna essere grillini per prendere atto che l’informazione spesso è carente o partigiana. Pongo un problema: quale grado di completezza e libertà di informazione abbiamo oggi in Italia? Urlano in tanti, passano in TV le immagini più eclatanti delle proteste in Parlamento o sulle piazze, ma raramente c’è la volontà di informare correttamente sui fatti.

Due episodi di questi giorni ne sono un esempio: LEGGE ELETTORALE e DECRETO BANCA D’ITALIA. Sulla prima questione si è discusso a lungo di sbarramenti e percentuali di coalizione, ma si sta tacendo SULLA BOCCIATURA DEL VOTO DI PREFERENZA chesarebbe l’unico modo per i cittadini di scegliere il proprio deputato.

AVEVAMO UN PARLAMENTO DI “NOMINATI” SCELTI DAI PARTITI CON LISTE BLOCCATE, AVREMO UN NUOVO PARLAMENTO SEMPRE DI NOMINATI, SEMPRE SCELTI DA QUEGLI STESSI LEADER DI PARTITO ATTRAVERSO CANDITATI DI COLLEGIO BLOCCATI ovvero non cambierà assolutamente nulla nonostante la bocciatura della Corte Costituzionale visto che saranno eletti solo i primi della lista di ogni collegio.

Ecco perché improvvisamente è sbocciato l’amore tra RENZI e BERLUSCONI: la possibilità di far eleggere deputati affidabili e controllabili, che rispondano direttamente a loro stessi è evidente e palese, è stato solo un interesse comune a legare i due leader ed è su questo aspetto che tutto gira intorno. Quanti italiani l’hanno capito?
Simile è la questione della “privatizzazione” o “ricapitalizzazione” delle banche tramite il loro maggiore controllo della BANCA D’ITALIA decisa con un contorto decreto infilato dal governo dentro il pasticcio dell’IMU .

Già questa storia di infilare questioni diverse nello stesso provvedimento è una schifezza, anche perché così tutta l’attenzione dei media si è legata alle scadenze IMU “dimenticando” la polpa, ovvero che per una ciocca di latte le banche rivaluteranno le loro posizioni di controllo della Banca d’Italia che di fatto diventerà di più un Istituto privato e sempre meno di controllo pubblico. MA CI RENDIAMO CONTO DELLA IMPORTANZA STRATEGICA DATA DAL CONTROLLO DELL’ISTITUTO DI EMISSIONE DI UNO STATO SOVRANO? E COSA PUO’ SUCCEDERE QUANDO QUELLE STESSE BANCHE (CONTROLLANTI E CONTROLLATE!) SONO “proprietarie” DI BANCA D’ITALIA MA SONO IN GRAN PARTE DI PROPRIETA STRANIERA VISTO CHE IL LORO CAPITALE E’ QUOTATO IN BORSA E SI PUO’ FACILMENTE VERIFICARE CHI EFFETTIVAMENTE LE CONTROLLA.

E’ così che l’Italia perde progressivamente sovranità e potere di decisione economica e finanziaria a livello europeo, eppure quanti spiegano nel dettaglio queste cose al grande pubblico? Serve a nulla andare poi a piangere a Bruxelles quando gli interessi stranieri che ci dettano e ci detteranno sempre di più la linea economica li coccoliamo in casa.
Tra l’altro DI FATTO AFFIDIAMO LORO ANCHE LE 205 TONNELLATE DI ORO CHE SONO LE NOSTRE RISERVE AUREE NAZIONALI, DI UNA “BANCA D’ITALIA” CHE DI FATTO NON E’ PIU’ DEGLI ITALIANI!.
Invano in Parlamento, FRATELLI DI TALIA, M5S, LEGA NORD e pochi altri hanno protestato, zittiti dalla baraonda generale perché – è incredibile – se un deputato cretino del M5S se la prende in modo volgare con Napolitano va su tutti i giornali, ma di vicende ben più gravi come quelle che ho segnalato non parla quasi mai nessuno. E’ QUESTA VI SEMBRA UNA CORRETTA INFORMAZIONE Contano più queste cose o i piccanti retroscena di qualche delitto che occupano pagine e pagine di cronaca?

FINTI POVERI
“La Guardia di Finanza ha scoperto nell’anno appena concluso 3.435 finti poveri ovvero persone che - pur non avendone diritto - hanno usufruito di sconti su asili nido, mense scolastiche e libri di testo, servizi socio-sanitari a domicilio, agevolazioni su luce, gas, trasporti.

Sono stati 389 i falsi invalidi scoperti, assieme ad oltre 4 mila casi di truffe nel lavoro agricolo e 445 casi di frodi agli assegni sociali che hanno invece provocato danni allo Stato per più di 80 milioni.” Questo il bilancio dell’attività della Guardia di Finanza a livello nazionale nel 2013, insieme – per fortuna - a molte altre iniziative. Mi chiedo però se, nel loro complesso, questi risultati non segnino anche un fallimento dello Stato nei confronti dei cittadini onesti: ci rendiamo conto che i “finti poveri” sarebbero allora solo 1 (uno!) su circa 18.000 (diciottomila) cittadini !? Temo che – purtroppo – essi siano molti di più, ma se andiamo avanti con questi ritmi a combattere l’evasione è ben difficile che salteranno fuori. Piuttosto, una volta di più, perché non si fanno controlli maggiori in quelle parti d’Italia dove l’evasione è più evidente?

MARO’: E SONO DUE ANNI!
Scadono in questi giorni i DUE ANNI da quando i nostri due Marò furono coinvolti nelle acque internazionali prospicienti l’India nell’uccisione di due pescatori scambiati per pirati. Passa il tempo, scende la credibilità internazionale dell’Italia senza che si esca dal buco nero in cui ci si è cacciati. Servono a poco le delegazioni parlamentari inviate fino in India (16 componenti, un po’ tantini…) se non c’è la forte volontà politica di dire “basta”, ma per farlo ci vorrebbero le p…. cosa che l’Italia sembra aver smarrito da tempo. Traggo da una serie di articoli di Franco Biloslavo una serie di iniziative concrete che l’Italia potrebbe prendere subito nei confronti dell’India dopo due anni di “empasse” e di prese in giro di quel paese nei confronti della nostra diplomazia.


LE NAVI. Dopo due anni nessun governo è stato capace di ritirare le navi italiane dalla flotta anti pirateria al largo della Somalia. Non solo garantiamo sicurezza ai mercantili di Delhi, ma in almeno due occasioni di sequestri (Enrica Ievoli e Savina Caylin) abbiamo liberato marinai indiani a bordo di navi italiane. Non mettere più a disposizione le nostre unità militari, in nome dei marò trattenuti in India, avrebbe svegliato ben prima l'Unione Europea, che ha dato vita alla missione ed alla quale l’Italia contribuisce con uomini e mezzi.

MISSIONE ONU. In Libano abbiamo 1300 uomini e comandiamo la missione dei caschi blu, compreso un battaglione indiano. L'Onu non si è mai sprecato più di tanto per i marò. Tornarcene a casa per protesta e risparmiando un bel po' di soldi sarebbe un segnale forte al Palazzo di Vetro.

AFGHANISTAN. Per gli indiani l'Afghanistan è una spina nel fianco a causa dei talebani. Se annunciavamo di ritirare in anticipo il nostro contingente la patata bollente della transizione nella zona Ovest finiva nella mani degli americani. Solo ieri, dopo che l'India l'ha preso a pesci in faccia per un recente scontro diplomatico, l'ambasciatore Usa a Delhi ha espresso solidarietà per i nostri marò.

NEGOZIATO UE. Ci sono voluti quasi due anni per minacciare (a parole), il blocco del negoziato di libero scambio India-Unione Europea. E lo ha fatto il vicepresidente della Commissione di Bruxelles, Antonio Tajani, non il governo italiano. Il ministro Bonino ha posto il problema marò all'Europa, ma non si vedono grandi passi ufficiali.

AFFARI. I privati possono fare quello che vogliono, ma per dare l'esempio sarebbe un segnale forte bloccare qualsiasi iniziativa economica o commerciale con l'India sponsorizzata da soldi pubblici o con l'impegno di rappresentanti governativi.

NUCLEARE. L'India tenta da anni di entrare nel Gruppo dei fornitori di know how nucleare (Nsg). L'Italia non ha mai annunciato che per i marò si impegnerà ad ostacolare l'ingresso della potenza nucleare indiana.

CONSIGLIO DI SICUREZZA. Gli indiani puntano da tempo a diventare membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu. L'Italia dovrebbe opporsi con una «guerriglia» diplomatica fino a quando non viene risolto il caso marò, anche perché sarebbe assurdo che una nazione che ipotizza la pena di morte per chi combatte il terrorismo sieda al Consiglio di Sicurezza!.

RIUNIONI INTERNAZIONALI. Militari, diplomatici, funzionari governativi continuano a partecipare a riunioni internazionali a tutti i livelli assieme agli indiani. L'Italia potrebbe condizionare ogni volta la sua presenza chiedendo che all'ordine del giorno sia inserito il caso marò e condannando lo stallo indiano.

BOICOTTAGGIO. In Italia nessun rappresentante istituzionale dovrebbe partecipare più ad iniziative organizzate dall'ambasciata o dai consolati indiani o con la presenza, come ospiti, di rappresentanti di Delhi. Flebile è stata anche la presa di posizione italiana in occasione della recente festa nazionale indiana

PROCESSO. Se la situazione precipitasse e venisse applicata la legge che prevede il patibolo (ipotesi teorica ma non eslcusa a priori) la strada obbligata è l'arbitrato internazionale, che andava percorsa da tempo. Nel braccio di ferro con l'India non sono da escludere neppure ritorsioni come quelle adottate recentemente da Delhi contro l'ambasciata americana sulle multe ai diplomatici e il ritiro dei tesserini delle corsie vip per viaggiare. E come extrema ratio possiamo sempre ritirare il nostro ambasciatore ed espellere quello indiano. Ricordiamoci che all’ambasciatore italiano era stato impedito di lasciare il paese!


GIORNI DI MEMORIE E DI RICORDI
Lunedì 27 gennaio era “Il giorno della Memoria” e si sono moltiplicate le parole di commozione per l’ignobile e inumano sterminio degli Ebrei nei lager nazisti. Giusto il ricordarli, così come stigmatizzare le provocazioni di alcuni volgari delinquenti che a Roma hanno offeso la comunità ebraica, ma quanti altri genocidi ci sono stati nel XX secolo dimenticati dai media e sconosciuti ai più? Sarebbe giusto che ci fosse un po’ di spazio anche per loro, morti e martiri di “serie B” forse perché non dispongono delle amplificazioni medianiche.

Chi ricorda più i milioni di esseri umani dimenticati nei Gulag sovietici, gli ebrei ma anche gli ucraini e i russi sterminati da Stalin? Il genocidio del popolo Armeno, dei Curdi, le immani sofferenze dei popoli del sud est asiatico, a cominciare dai cambogiani sterminati a milioni dalle milizie rosse dei Pot Pot? O in Africa, dopo le “guerre di liberazione”, o nei conflitti tribali come quello dei tutsi contro gli hutu, ma anche le migliaia e migliaia di cristiani vittime in questi anni di persecuzioni e stragi di frange islamiche?

Non ne parla nessuno di questi martiri e qualche volta mi viene da pensare che NON SI VOGLIA ricordarli perché “danno fastidio” alla nostra coscienza e ci ricordano che anche dopo i lager nazisti l’umanità non ha perso occasione per organizzare massacri.
Non ultima c’è una evidente ipocrisia politica: per qualche motivi i morti per mano dei comunisti hanno meno “audience” degli altri e per loro sembra che la guerra fredda non sia ancora finita. Lo dimostra il silenzio crescente verso quel “Giorno del Ricordo” degli italiani ammazzati e infoibati in Istria e in Dalmazia dimenticati per decenni ma dei quali – dopo una breve parentesi – si torna a parlare sempre di meno, lo vedrete anche il prossimo 10 febbraio che pur dovrebbe essere il “Giorno del Ricordo”…

FIAT ITALIANA ADDIO
E’ passato quasi sotto silenzio che anche la FIAT ha lasciato l’Italia portando la sede in Olanda e quella fiscale in Gran Bretagna. Marchionne può farlo, nessuno si pone il problema che sia sparita la più grande impresa metalmeccanica del Paese e si va avanti come se nulla fosse.

Ma il falegname signor Rossi non può andarsene, l’impresa edile Bianchi neppure, così il ragionier Verdi e il giovane laureato Sempronio che però medita di farlo presto. Nessuno del governo Letta si è chiesto perché la FIAT scappi, nessuno ha dato risposte all’evidente dramma delle imprese italiane, della conflittualità perpetua, delle norme burocratiche assurde, della incertezza fiscale e tributaria.
In Italia ci sono circa 500 norme interpretative ed applicabili sull’IVA, in Germania 37 per la stessa imposta, come mai? E poi ci chiediamo perché siamo l’unico paese europeo a non invertire la tendenza...



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