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Verbania documenti: "La città che non sarà"

La famiglia e gli amici di Mino Ramoni hanno deciso di proseguire l'attività di Vb Doc, da lui fondata e alimentata. Nel 2015-2016, tra le altre iniziative, si sono tenuti 2 convegni su un progetto denominato "la città operaia"; il primo sul rione Sassonia e il secondo sul rione S. Bernardino.

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Verbania documenti: "La città che non sarà"
"Lo scorso anno le sue condizioni di salute non ci hanno consentito di proseguire nel programma, ma ora siamo pronti a dare il via al 3° convengo, quello sul rione S. Anna, a completamento delle realtà che agiscono alle sponde del torrente che divide Intra da Pallanza. Per questo vi inviamo la prima scheda, che Mino stesso aveva già redatto."


Verbania Documenti completa con alcune schede sul rione di Sant’Anna l’individuazione dei luoghi ove sono sorti i rioni popolari, che hanno fatto la storia operaia di Verbania. La Sassonia, i quartieri di San Bernardino e Sant’Anna accompagnano il progetto de “La città operaia” (Archivio storico del movimento operaio verbanese), che CGIL e CISL cittadine hanno presentato alla Amministrazione Comunale nel corso del 2017.

LA CITTA’ CHE NON SARA’
di Mino Ramoni

L’unione di Intra e Pallanza porta la data del 4 aprile 1939.
A pochi mesi dalla sua istituzione, il 12 luglio 1939, il Commissario Prefettizio Domenico Campanelli bandì un concorso di idee per la stesura del primo Piano Regolatore cittadino. L’indicazione ai progettisti concorrenti era quella di proporre un modello urbanistico di unione tra Intra e Pallanza, che ubicasse nella piana di Sant’Anna gli edifici amministrativi più significativi della città.

Sul modello delle città del Duce (Antonio Pennacchi - Viaggio per le città del Duce - Laterza, Bari 2008), l’architettura fascista ipotizzava che sorgessero nella piana sulla destra orografica del torrente San Bernardino: il Palazzo Comunale, la Casa del Fascio, il Palazzo delle Poste e il Palazzo degli Uffici finanziari. Anche la rete stradale urbana doveva essere ridisegnata, al fine di favorire l’unione dei due centri, individuando anche la realizzazione di un terzo ponte sul torrente San Bernardino.

Nella progettazione doveva essere prevista la sistemazione dei centri storici di Intra e Pallanza, sconsigliando, però, i loro eccessivi sventramenti, come era invece avvenuto in altre città italiane più grandi.

Il concorso venne pubblicato il 1° agosto 1939: i progetti, secondo la legislazione dell’epoca, avrebbero dovuto essere presentati da architetti italiani “di razza ariana, iscritti al Partito Nazionale Fascista ed ai rispettivi sindacati e albi nazionali”.

Al concorso parteciparono 12 studi di architettura, i cui progetti sono stati presentati nel corso del 2013 in una Mostra organizzata dagli Amici dell’Archivio di Stato di Verbania, a cura di Leonardo Paracchini, dal titolo: “Verbania, la città che non sarà. Utopie urbanistiche nel concorso del 1939”.

La Commissione giudicatrice era composta da 3 esponenti tra i più importanti dell’Architettura italiana dell’epoca, completata dal Commissario Prefettizio e dal Dott. Policarpo Bandini in rappresentanza del Prefetto di Novara.
Le procedure concorsuali ebbero termine il 14 settembre 1940, quando il Commissario Campanelli conferì all’Architetto Giorgio Calza Bini l’incarico di “studiare il piano esecutivo della città”; l’architetto romano (1908-2000) era figlio di Alberto Calza Bini, Presidente del Sindacato degli Architetti e dell’Istituto Nazionale di Urbanistica.
Le caratteristiche della progettazione del Calza Bini e gli elaborati degli altri partecipanti verranno descritti da Leonardo Paracchini, a commento di un filmato.

Il progetto vincitore prevedeva il risanamento dei centri storici e lo studio dei quartieri operai: “nuclei di case popolari sorgeranno a Intra e Pallanza”, a ulteriore conferma della proposta de “La città operaia”, progetto rievocativo della storia del rione Sassonia, presentato l’11 ottobre 2015 da Verbania Documenti al Circolo culturale Luigi Zappelli di Intra.

La planimetria dell’elaborato del Calza Bini è conservata all’Archivio di Stato di Verbania.
L’8 agosto 1942 (anno della nuova Legge Urbanistica nazionale) il Podestà Ernesto Pirola approvò il Piano Regolatore e inviò gli elaborati al Prefetto di Novara e al Genio Civile, per un'approvazione finale, che non giunse mai!
Il primo PRG di Verbania venne disegnato mentre si stava svolgendo la seconda guerra mondiale, che avrebbe cambiato il destino del nostro Paese e l’urbanizzazione della Piana di Sant’Anna.

Lo scenario urbano, che poneva questo quartiere al centro amministrativo della città, non sarebbe stato realizzato.



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