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FdI su fusione Verbania Cossogno

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del gruppo Fratelli d'Italia Verbania che torna sulla questione della fusone tra i Comuni di Verbania e Cossogno.

Verbania
FdI su fusione Verbania Cossogno
Fratelli d'Italia Verbania, qualche settimana fa, ha ritenuto di inviare ai cittadini di Cossogno una lettera, esprimendo alcune perplessità sulla fusione Verbania - Cossogno. Ci spiace che detta lettera, abbia acceso nel sindaco Camossi una reazione scomposta e francamente incomprensibile.

Esempio lampante del fraintendimento è che il sindaco, nel suo comunicato stampa, parlò ampiamente di vacche e pastorizia, quando, nella nostra lettera non si accennava nemmeno ad un litro di latte. Battute a parte, il nostro obiettivo era semplicemente di registrare la realtà dei fatti, informando i cittadini ponendoci poi alcune domande sul futuro di Verbania e di Cossogno. Oggi a quasi un mese dall'invio della lettera e con un referendum oramai alle porte ci sembra opportuno riaccendere il dibattito sulla questione perché una decisione simile non si può e non si deve prendere a cuor leggero.

Le prospettive per i due centri potrebbero modificarsi radicalmente e in taluni ambiti non in maniera positiva. Un esempio concreto è il fatto che Cossogno rischi di perdere l'ufficio postale in caso di fusione, esempi di realtà simili sono sotto gli occhi di tutti. Crediamo anche che sia legittimo e doveroso domandarsi come il comune di Verbania farà a prendersi cura della realtà cossognese una volta esaurito il tanto millantato contributo per la fusione, che ricordiamo essere UNA-TANTUM.

Francamente non vediamo grandi prospettive di sviluppo e crescita, sopratutto per Cossogno, se la fusione avverà secondo le modalità prospettate dal sindaco Marchionini, -Il progetto infatti manca di una parte fondamentale che si chiama: San Bernardino Verbano - dice il nostro Consigliere Comunale Damiano Colombo. Una fusione che comprende anche San Bernardino avrebbe garantito una vera continuità territoriale facendo diventare Verbania un comune con un territorio vasto, ma con risorse corpose; l'entità del contributo infatti sarebbe stata diversa e il territorio dell'ipotetico comune avrebbe rappresentato un insieme omogeneo e ben strutturato. A quel punto si che avremmo potuto garantire anche a Cossogno la manutenzione e l'attenzione necessarie. Allo stato attuale, la certezza più che il rischio, è che Cossogno finisca come Biganzolo o Trobaso, ovvero periferie di Verbania sia di nome che per investimenti.

Sinceramente non ci spieghiamo la foga e la fretta che le due amministrazioni, Camossi e Marchionini, mettono nella fusione. Ma com'è possibile che il comune amministrato per oltre 10 anni dall'attuale Sindaco di Verbania diventi d'un tratto ingestibile? A questo punto ci chiediamo se vi siano altre motivazioni, a noi sconosciute che giustifichino tutto questo scaldarsi da parte dei due sindaci, che smaniano all'idea di fondere i comuni. Sinceramente ci domandiamo perché dobbiamo fonderci a tutti i costi senza che la gente abbia realmente compreso le reali prospettive che attendono i due comuni. Aspettiamo una risposta SERIA E ONESTA fino in fondo.



10 commenti  Aggiungi il tuo

Vedi il profilo di livio informare!!!
livio
27 Marzo 2018 - 08:59
 
ho l'impressione che la "ggente" non si sia tanto informata per il semplice motivo che la succitata fusione non "scalda i cuori",perchè se fosse il contrario, sicuramente ci sarebbe dibattito nei luoghi comuni, e da questo deduco che il referendum non dia i risultati sperati che tradotto sta per un flop
Mi auguro che i proponenti si diano da fare per informare sottolineando i vantaggi a lungo termine distribuendo depliants
Vedi il profilo di Claudio spiegazione
Claudio
27 Marzo 2018 - 11:57
 
qualcuno mi spieghi perché Cossogno e non San Bernardino Verbano; se c'è una spiegazione plausibile prenderò in considerazione la partecipazione al referendum
Vedi il profilo di alberto 1Fusione Comuni Verbania e Cossogno
alberto
27 Marzo 2018 - 14:23
 
Per quel poco che conti il mio parere, invito tutti a sostenere la razionalizzazione della gestione dei municipi. Verbania ha funzionato e funziona abbastanza bene visto che nel lontano 1939 già le Leggi d'integrazione di piccoli comuni portò innegabili vantaggi. Certo, si diminuiranno i "politici" e gli uffici. La telematica è una buona soluzione e nel futuro ognuno avrà il vantaggio di raggiungere la documentazione pubblica direttamente da casa sua la quale deve essere TUTTA a disposizione del proprietario ovvero del cittadino con buona pace degli orari di sportello e del personale compreso quello della Posta che dovrà abbandonare solo dopo aver aperto al 100% la telematica alle procedure di carattere borbonico. Il personale in esubero ci sarà ma lo sarà solo dopo aver finito di scansionare gli archivi esistenti fino all'ultimo foglio di carta, quindi per molto tempo ancora. Voterò convintamente SI per la fusione e sono più che convinto che nel VCO le aggregazioni dei Comuni saranno grandi e solo tre: Verbania, Omegna e Domodossola. Spero di esserci ancora per festeggiare quel traguardo. Cominciamo da Cossogno con Verbania e poi...............
Vedi il profilo di Aurelio Tedesco 2Re: spiegazione
Aurelio Tedesco
27 Marzo 2018 - 15:53
 
Ciao Claudio

perchè al comune di San Bernardino non interessa nulla .... non so se le basta come spiegazione plausibile.. ma questo è ...
Vedi il profilo di Giovanni% 1Re: Fusione Comuni Verbania e Cossogno
Giovanni%
27 Marzo 2018 - 16:02
 
Ciao alberto,
tutto quello che auspichi mi fa paura e
porterà riduzione riduzione dell'occupazione pubblica e soprattutto privata.
Le tue macroaggragazioni comunali significherebbero diminuzione della democrazia e della rappresentatività locale.
Vedi il profilo di Giovanni% 1Re: Fusione Comuni Verbania e Cossogno
Giovanni%
27 Marzo 2018 - 16:46
 
Ciao alberto,
tutto quello che auspichi mi fa paura e
porterà riduzione riduzione dell'occupazione pubblica e soprattutto privata.
Le tue macroaggragazioni comunali significherebbero diminuzione della democrazia e della rappresentatività locale.
Vedi il profilo di alberto 1Aggregazioni di Comuni
alberto
27 Marzo 2018 - 21:13
 
Ciao Giovanni,
non mi spaventa l'innovazione e non temo cali di democrazia e di rappresentatività. A chi interessa inserirsi nei meccanismi politici, spazio se ne trova sempre, anzi..... manca sempre qualche elemento che desideri mettersi in gioco. Il lavoro oggi è fluido e lavorare in tutti i campi creando qualcosa e dare sempre il massimo, eleva e rende sopportabile il rimorchio frenato che l'apparato burocratico e fiscale impone nel nostro Paese. I cambiamenti che l'evoluzione politica portano, tendono a privilegiare la parte vincente ma alcuni vantaggi li possono godere tutti anche se scontenti del risultato. Io sono uno di quelli ma pur scontento mi adeguo e penso positivo.
Vedi il profilo di paolino Re: Fusione Comuni Verbania e Cossogno
paolino
28 Marzo 2018 - 16:27
 
Ciao alberto

lo scenario che paventi è pericoloso. mi spiego meglio,niente di eversivo,ma porterebbe allo spopolamento completo dei piccoli paesini,già in condizioni di semi abbandono,con crescita disordinata dei capoluoghi più grandi. con tutte le conseguenze del caso,come la totale mancanza di manutenzione del territorio con tutti i pericoli che seguono. non ho una soluzione alternativa in tasca,purtroppo,ma una andrebbe trovata!
Vedi il profilo di lupusinfabula Condivido
lupusinfabula
28 Marzo 2018 - 17:10
 
Condivido Paolino e Giovanni%: il rischio delle fusioni/unioni di comuni ( non funzionano come invece funzionava e bene le vecchi Comunità Montane) è quello che il grande fagociti il piccolo che diverrebbe solo una lontana periferia/frazione del capoluogo; e poi, siccome lo vivo quaotidianamente, continuo a sostenre che "piccolo è bello", è più vivibile, più umano con rapporti personali molto più intensi di quelli esistenti in un grande agglomerato, dove gli uffici e le istituzioni sono a "misura d'uomo" e dove l'attenzione per il singolo cittadino è indubbiamente maggiore. Al più potrei capire, come in qualche realtà è già avvenuto, la fusione tra comuni delle medesime dimensioni ed appartenenti allo stesso contesto geografico; ma mai con i grandi, la nostra identità non deve essere nè in vendita nè acquistabile a nessun prezzo!!!
Vedi il profilo di alberto Spopolamento piccoli centri
alberto
28 Marzo 2018 - 19:05
 
Ciao Giovanni,
quello che asserisci è vero. Sta già accadendo da un po' ciò che sottolinei, i differenti costumi e bisogni portano inevitabilmente alla modifica dei territori e quindi non solo al mutare della popolazione ma anche al mutare delle concentrazioni di persone. Un esempio l'abbiamo a Pogallo che fino a 70 anni fa era abitato e anche da tante persone ed oggi solo da gitanti e encomiabili proprietari che hanno ristrutturato un po' del patrimonio immobiliare ormai obsoleto ed inutile per la funzione originale. L'artificioso ripopolamento dei paesi montani che si svuotano non avviene per tanti motivi. Uno di questi è la stessa tassazione dei cittadini che godono di servizi vivendo in grandi centri e quelli che invece non ne godono perchè distanti. Una tassazione differenziata colmerebbe il gap tra "comodi" e meno comodi senza troppo gravare sulla collettività. Un altro incentivo potrebbe essere lo sgravio fiscale più accentuato per chi investe negli immobili dei piccoli centri quindi non usa nemmeno il servizio pubblico per i propri bisogni di trasporto facendo fronte autonomamente. Altra possibilità è pure 'integrazione nei lavori pubblici che i cittadini potrebbero realizzare direttamente almeno nella minuta manutenzione senza passare dalle problematiche degli appalti pubblici ecc. ecc. di idee scrivendo ne vengono a josa ovviamente è, e rimane solo una simulazione. Certo è che la volontà di fare può ritardare ma non fermare la modifica dei costumi di vita che ci vede protagonisti nei nostri tempi che corrono velocissimi ma questo è da sempre avvenuto e ce lo confermano gli archeologi e gli storici in tutte le epoche. In conclusione secondo me non ci possiamo fare niente se non assistere a questo spettacolo che può anche non piacere ma che di fatto c'è.



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