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Spazio Bimbi: Prove invalsi: i nuovi esami scolastici

Scopriamo cosa sono e in cosa consistono i test che hanno sostituito gli esami di scuola primaria e media inferiore

Verbania
Spazio Bimbi: Prove invalsi: i nuovi esami scolastici
Per molti studenti e molti insegnanti maggio significa prove INVALSI, i test introdotti dalla legge n.176 del 2007 e che da alcuni anni fanno parte del percorso scolastico di tutti gli studenti.

I test sono standardizzati ed elaborati dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione e Formazione, il cui acronimo è appunto INVALSI, che è sottoposto alla vigilanza del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.

Lo scopo di questi esami non è quello di valutare il singolo alunno, ma di monitorare il livello di apprendimento globale di tutti gli studenti, al fine anche di scoprire eventuali criticità e fornire informazioni al MIUR per intervenire sui punti deboli del sistema scolastico italiano. Per questo motivo il fascicolo compilato dallo studente è anonimo e riporta solo un codice di cui sono a conoscenza solo i docenti che somministrano il test.

Non sono quindi soggetti a valutazione, tranne per gli studenti del III anno della scuola secondaria di primo grado.
Ogni anno sono coinvolti bambini e ragazzi che frequentano il II e V anno della scuola primaria, III anno della scuola secondaria di primo grado e II anno della scuola secondaria di secondo grado.

Le prove riguardano Italiano, Matematica e dal 2018 anche Inglese e sono di numero e complessità variabile, secondo un preciso modello statistico di riferimento. Vengono effettuate in modalità cartacea alla scuola primaria, mentre per la scuola secondaria da quest’anno è stato previsto il supporto del computer.

Le prove INVALSI sono state ampiamente criticate da genitori e docenti, contrari alla modalità di valutazione sotto forma di “quizzone” che non andrebbe a valutare le reali conoscenze e capacità degli studenti, ma solo uno studio maggiormente mnemonico e nozionistico, facilmente influenzabili tramite frequenti e specifiche esercitazioni.

Secondo alcuni studiosi, la modalità “teaching to test”, cioè preparare lo studente a uno specifico test a risposta multipla, limiterebbe inoltre la capacità di problem solving e il pensiero creativo.
I sostenitori delle prove INVALSI credono che esse non rilevino solo la conoscenza nozionistica degli studenti, ma anche come gli alunni si servano delle nozioni stesse, le selezionino e le integrino con le conoscenze pregresse.

Dott.ssa Francesca Calzaretta
Psicologa, La Girandola - Spazio Psicoeducativo
lagirandola.spe@outlook.it



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