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Comitato Salute VCO: dividerci non conviene a nessuno

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Comitato Salute VCO, a margine del Consiglio Comunale aperto di sabato scorso, inerente la sanità locale.

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Comitato Salute VCO: dividerci non conviene a nessuno
Un "Palazzetto dello sport" stracolmo come sabato 16 novembre ha testimoniato la consapevolezza di questi cittadini che una incomprensibile decisione della Regione Piemonte può mettere a rischio il loro diritto costituzionale alla salute ed hanno sentito perciò la necessità di manifestarlo pubblicamente.

La "Politica" è finalizzata al bene comune; sbaglia quel "Politico" che con prepotenza pianta la bandierina dell'ospedale sulla collina dei suoi temporanei consensi elettorali, anziché in cima alla montagna dei diritti di tutti.

Il risultato è una nuova indesiderata spaccatura del territorio, di cui non si sentiva certo il bisogno.
Per la prima volta questa spaccatura si è verificata anche fra le formazioni politiche locali che hanno contribuito al successo elettorale di chi governa oggi il Piemonte, dimostrando concretamente che la salute è un "bene comune" e non ha colore politico.
Da tempo diciamo che la visione "ospedalocentrica" va rovesciata, la montagna dei diritti si scala dalla base, ovvero partendo dai bisogni del cittadino.

Dopo annosi e infruttuosi tentativi, l'applicazione della cosiddetta "Legge Balduzzi" consente di presidiare meglio il territorio, anche con l'obiettivo ridurre il ricorso ai DEA ospedalieri. Un sistema costruito "attorno al cittadino", dove la "presa in carico" del paziente avviene al primo contatto con un medico che dispone della sua "cartella clinica elettronica". Questo tipo di architettura sanitaria "territoriale" prevede che l'ospedale sia dedicato alle sole "acuzie".

E' evidente che con una copertura territoriale di questo tipo, soprattutto nelle valli, l'efficienza, la rapidità di intervento e la sicurezza sarebbero maggiori. Un miglioramento sostanziale.

Ma tutto questo il Presidente Cirio e l'Assessore Icardi mostrano di non conoscerlo.
Con queste premesse, la collocazione di un nuovo ospedale nel VCO non può essere affidata ad una lotta fra campanili, ma deve assolvere a 4 requisiti importanti:
Deve trovarsi geograficamente in area di facile fruibilità
Deve rappresentare un "continuum" con le strutture territoriali a monte.
Deve consentire il trasferimento rapido del paziente a strutture ospedaliere più specializzate.
Deve scoraggiare la mobilità passiva, che mette a rischio i conti della nostra ASL.

Finora nessuno ha immaginato alternative credibili.

Nemmeno le proposte dei due parlamentari locali vanno in questa direzione, anzi pur senza dirlo danno per scontata la costruzione del "nuovo" ospedale in Ossola. La Onorevole pensa per il Castelli ad un "polo Oncologico" già giudicato dai tecnici ormai "fuori tempo", mentre il Senatore si gingilla ancora con la sua vecchia strampalata idea di arruolare qualche "Privato" a gestire addirittura il DEA del Castelli, come se l'operazione fosse a costo zero.
Bisogna rendersi conto che due ospedali con funzioni ridotte e con personale sotto organico non offrono alcuna garanzia e sono destinati inevitabilmente alla chiusura.

Per questo E' INDISPENSABILE RIPENSARE INSIEME LA SANITA' NEL VCO.



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