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CSI Verbania a Roma per il 70° di fondazione

Il 7 giugno 2014 a Roma, in piazza san Pietro, con il CSI Verbania, c'erano 70 forse 80mila giovani atleti, con i loro allenatori, dirigenti e famiglie. Venuti da ogni parte d'Italia a festeggiare con il Papa i 70 anni di fondazione del Centro sportivo italiano (Csi).

Fuori Provincia
CSI Verbania a Roma per il 70° di fondazione
Tra questi, una delegazione del CSI Verbania con oltre 100 persone.

"Uno spot eccezionale per il mondo dello sport", ha commentato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, entusiasta anche per le parole di Bergoglio. E' stata una festa di gioco e sudore, di partite di volley e basket, corsa e karate, di ginnastica ritmica e artistica e di molto altro nel gigantesco villaggio sportivo allestito all'alba nei dintorni del Vaticano, cosa mai accaduta prima.
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Il Papa, accolto al grido di 'capitano', ha praticato una iniezione di grinta a questo popolo: "Non vi accontentate di un pareggio, vi sprono a non chiudervi in difesa, ma a venire in attacco, a giocare insieme la nostra partita, che è quella del Vangelo". Oggi i ragazzi, tutti con la maglietta del proprio club, hanno giocato per ore, incuranti del sole cocente, sciamando per il villaggio, inseguiti da allenatori e genitori per farli bere e bagnar loro la testa, dando fondo a tutte le energie. "E' importante che lo sport rimanga un gioco" ha detto Francesco.

"Se rimane un gioco fa bene al corpo e allo spirito. Vi invito non solo a giocare, ma a mettervi in gioco nella ricerca del bene, nella Chiesa e nella società, senza paura con coraggio ed entusiasmo. Non accontentatevi di un pareggio mediocre, date il meglio di voi stessi, spendendo la vita per ciò che davvero vale e che dura per sempre".

Parole importanti che hanno fatto eco al saluto del presidente del Csi Massimo Achini, che ha presentato al Papa un mondo ignoto ai più, che il Csi organizza da decenni e coltiva con cura, perchè è lo sport delle famiglie, dello stare insieme senza troppe ansie, con pochi soldi e scarsi impianti, ma con una grande passione. Sport da oratori e campetti parrocchiali, dove ci si diverte con poco.

E si aiutano gli amici disabili, accuditi con cura e con amore, perchè nessuno sia mai escluso. Oggi era la festa di questo mondo e infatti è stata assai discreta la presenza di campioni, che pure c'erano, come gli allenatori Giovanni Trapattoni, vera star, amatissimo da questo pubblico, e Emiliano Mondonico. L'olimpionico di canoa Antonio Rossi, il gigante del basket Dino Meneghin, il ct dell' italvolley Mauro Berruto, e poi Igor Cassina e Vanessa Ferrari che si sono esibiti davanti al Papa, e le ragazze della nazionale di ritmica che hanno incantato i presenti, e altri ancora.

Ma tutti erano un passo indietro, la ribalta vera era dei ragazzi degli oratori e delle periferie d'Italia. E dei meno fortunati, come i calciatori che hanno una gamba sola e giocano con le stampelle. "Lo sport è una strada educatrice: io trovo tre strade per i giovani - ha detto il Papa - la strada dell'educazione, dello sport e del lavoro, cioè che ci siano posti di lavoro all'inizio della vita giovanile. Ma se ci sono queste 3 strade io vi assicuro che non ci saranno le dipendenze, niente droga, niente alcool.

Perché la scuola, lo sport e il lavoro ti portano avanti. A voi sportivi, dirigenti e uomini della politica: educazione sport e posti di lavoro!". Poi applausi entusiasti e giro in papamobile a salutare la folla, fra canti e sventolio di bandiere. A tutti Francesco ha chiesto di pregare per lui, "perché anche io devo fare il mio gioco, che è il vostro gioco e che è il gioco di tutta la Chiesa: pregate che io posso fare questo gioco fino al giorno che il Signore mi chiamerà a sé". (Fonte ANSA)



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