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Il Dalai Lama venga a Verbania

«Milano dice no al Dalai Lama? Noi lo accogliamo a braccia aperte». La conferma che nella tre-giorni lombarda 26/28 giugno del leader tibetano non ci sarà la consegna della cittadinanza onoraria di cui discute il Consiglio comunale milanese, trova una pronta risposta nell’Amministrazione di Verbania.

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Il Dalai Lama venga a Verbania
«Noi siamo pronti – dichiara il sindaco Marco Zacchera –. Nel 2010 abbiamo votato per attribuire la cittadinanza onoraria al Dalai Lama, ma i suoi impegni l’hanno impedito. Ora però che è a Milano e che Milano s’è chiamata indietro, noi ci facciamo avanti. Non subiamo l’influenza cinese e pensiamo che questo riconoscimento sia un riconoscimento doveroso per un paladino dei diritti civili.

Personalmente, infine, sarei contento di incontrare nuovamente il Dalai Lama, che visitai a Dharamshala e con il quale ho avuto
numerosi contatti in passato da responsabile Esteri di An e da membro della Commissione Esteri. Ricordo la sua visita a Montecitorio, la forza sua e delle sue parole e l’imbarazzo dell’allora governo D’Alema nel sostenerlo. Quell’imbarazzo che evidentemente, per ragioni ideologiche o economiche, purtroppo non solo non è passato a più di dieci anni di distanza, ma s’è fatto anzi più pesante come conferma la posizione scelta dalla giunta Pisapia a Milano».

L’invito sul Lago Maggiore è ribadito dalla professoressa Maria Canale, prima firmataria dell’ordine del giorno del febbraio 2010 con cui Verbania approvò quasi unanimemente – l’unica astensione fu dell’esponente dell’Italia dei valori – la concessione della cittadinanza onoraria al Dalai Lama:

«La fede religiosa mi divide dal Dalai Lama, ma il suo messaggio e l’impegno di una vita per i diritti civili è un valore universale che è impossibile non condividere. Come cittadina e come insegnante sono delusa e indignata della decisione di Milano, che s’è piegata a ragioni di opportunità e interessi economici. Sono in contatto con esponenti della comunità tibetana ai quali ho ribadito il nostro invito. Magari alla fine non si riuscirà a organizzare una sua visita, intanto però la nostra piccola comunità lancia un messaggio di civiltà, di tolleranza e di coerenza che, e lo dico con rammarico, una grande città come Milano, con tutto ciò che rappresenta, non è stata in grado di dare».
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