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Blocco dei ristorni, la Lega dei Ticinesi chiede il "bis"

Come può un Paese che dà lavoro a 54mila cittadini frontalieri essere inserito nella black list? E' questo il quesito che pone la Lega dei Ticinesi che oggi, attraverso un comunicato, conferma quanto pubblicato ieri sul Mattino della Domenica.

Fuori Provincia
Blocco dei ristorni, la Lega dei Ticinesi chiede il "bis"
La Lega chiede il bis del blocco dei ristorni. "Il 50% di quelli relativi al 2010 - si legge nella nota - dopo essere stato bloccato un anno fa, è notoriamente stato sbloccato a inizio maggio, come "atto di fiducia" nei confronti del governo italiano".

La Lega si chiede se questa fiducia "sia stata ben riposta. "E' un dato di fatto - si legge - che la Svizzera ancora figura sulle quattro famose black list italiane. La cancellazione del nostro paese da queste liste nere doveva essre la condizione minimia per i versare i ristorni". Secondo la Lega questo della black list è un caso senza precedenti.

"E’ facile immaginare che, se dovesse ricevere i ristorni 2011 - si legge sulla nota - a maggior ragione se dovesse ottenerli nell’integrità della somma, la controparte italiana sarebbe assai poco stimolata a procedere verso una normalizzazione dei rapporti con la Svizzera ed il Ticino: a seguito della diminuita pressione (in particolare da parte dei Comuni italiani di confine) le trattative si trascinerebbero con tanto fumo e nessun arrosto… fino all’anno prossimo".

"Essendosi dimostrato il blocco dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri l’unico mezzo di pressione efficace sul governo italiano - si legge ancora - riuscendo là dove la diplomazia federale aveva clamorosamente fallito e avrebbe continuato a fallire, tale mezzo va utilizzato".

"Altrettanto chiaro è che, al tavolo della trattativa con l’Italia, occorre anche parlare di limitazioni della libera circolazione delle persone.

C’è dunque da sperare che, nei prossimi giorni, il Consiglio di Stato deciderà di perlomeno fare il “bis” della decisione dello scorso anno, bloccando per lo meno la metà dei ristorni, non essendo avvenuta in tempo utile la cancellazione della Svizzera da nessuna black list della vicina Penisola".
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