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Lavoratori Arpa dichiarano stato di agitazione

Dopo il presidio al consiglio comunale aperto di Verbania del 15 novembre, dove è stato distribuito un comunicato e parlato in consiglio, ieri la RSU di Arpa Piemonte a maggioranza (USB, CGIL e FSI) ha proclamato lo stato di agitazione del personale dell'Agenzia Regionale di Protezione Ambientale.

Verbania
Lavoratori Arpa dichiarano stato di agitazione
Il motivo della proclamazione dello stato di agitazione, oltre al rifiuto della Direzione Generale di Arpa di dialogare con i lavoratori e le rappresentanze sindacali sulla attuabilità del "piano" di riorganizzazione dei laboratori su basi materiali e verificabili, è l'accelerazione che sta subendo il processo di attuazione del piano (i cui tempi sono stati contratti da 36 a 15 mesi, con termine del processo di attuazione - e cioè chiusura di 6 sedi laboratoristiche - entro il 31 marzo 2016) e la proposta di legge per la riorganizzazione di Arpa in discussione in consiglio regionale (la n.67), che potrebbe preludere addirittura all'accorpamento di sedi in contesti "deboli" (con poca popolazione e molto territorio) come il nordest del Piemonte.


Di seguito la lettera di proclamazione dello stato di agitazione:
Alla Direzione Generale di ARPA Piemonte
E p.c. alle OOSS
Al Presidente della Regione Piemonte
Al Vicepresidente della Regione Piemonte
All’Assessore all’Ambiente
All’Assessore alla Sanità
Ai Lavoratori di Arpa Piemonte

Oggetto: Arpa Piemonte – proclamazione dello stato di agitazione del personale del Comparto

Visto il Decreto n° 76 del Direttore Generale di Arpa Piemonte, contenente il “progetto” di riorganizzazione della rete dei Laboratori
Viste le deliberazioni del Comitato regionale di Indirizzo di Arpa Piemonte del 20 ottobre 2014
Vista la proposta di legge regionale n° 67 e la relativa relazione di accompagnamento

Considerato che
1. Il piano di ristrutturazione dei Laboratori non è supportato da alcuna ipotesi di progettazione, sottostima i costi necessari alla sua applicazione, ha profonde ricadute sul personale interessato, renderà meno efficiente la rete dei Laboratori con limitazione delle attività di monitoraggio e controllo dell’Ambiente e di supporto alla Sanità regionale, sovrastima i potenziali risparmi a regime, porterà al licenziamento di personale esternalizzato in attività di supporto ai Laboratori.
2. Sulla base di una “presentazione” di poche slides che esaltano i risparmi omettendo i costi sociali e di ristrutturazione, nonché le criticità evidenziate durante gli incontri tecnici con i sindacati a proposito della concreta fattibilità del “piano”, un Comitato regionale di Indirizzo, ripristinato in tempi rapidissimi e privato di qualsiasi valenza politica anche per la situazione di ridefinizione delle Province, ha approvato il piano dei Laboratori in una versione modificata e con tempi ulteriormente compressi. Un atto politicamente discutibile, tecnicamente privo di qualsiasi reale valutazione. Il risultato prevedibile è che tutto il sistema laboratoristico di Arpa Piemonte si troverà interessato contemporaneamente e a breve da chiusure, spostamenti di campioni, mobilità di strumenti e personale, modifica dell’orario di lavoro, riqualificazione, ecc. ecc., mentre ad oggi non esiste alcuna valutazione di merito e di dettaglio su costi e ricadute dell’attuazione del piano. Il Comitato regionale di Indirizzo invita inoltre “a procedere alla progettazione di un laboratorio unico su scala regionale”, nonché “la riduzione delle attuali sedi, con particolare riferimento per le sedi presenti nei capoluoghi di provincia” e la “aggregazione delle attuali articolazioni sia sulla base del territorio di riferimento che delle funzioni svolte”.
3. Il Direttore Generale di Arpa Piemonte pur in assenza di qualsiasi ulteriore valutazione di merito e di fattibilità e di dettaglio del “progetto” ha dato “attuazione” al piano di ristrutturazione dei Laboratori, imprimendo un’ulteriore accelerazione al processo di “riorganizzazione”.
4. Con disegno di legge n° 67, la Regione Piemonte ha proposto una riduzione delle strutture dipartimentali provinciali, rompendo il legame previsto anche nella legge istitutiva del sistema delle Agenzie di protezione dell’Ambiente (L. 60 del 1995) tra dipartimento e provincia. Il risultato è però che sia nel testo della proposta di legge che nella relazione di accompagnamento non vi sia alcuna garanzia sul mantenimento delle attuali sedi dipartimentali provinciali, che potrebbero subire processi di accorpamento all’interno dei nuovi dipartimenti. Nella relazione si avvalorano nuovamente i “risparmi” del piano di ristrutturazione dei Laboratori e gli atti del comitato regionale di Indirizzo, prospettando la riduzione dei Laboratori da 11 a 4. Non c’è alcuna indicazione in merito ai Laboratori specialistici.
5. Il Vicepresidente della Regione Piemonte ha manifestato l’intenzione di aprire un confronto con gli assessori di riferimento, Arpa Piemonte e le OOSS e che questo non possa che avvenire interrompendo l’attuale iniziativa del DG di ARPA e convocando anche la RSU.
6. La RSU ha avanzato una propria proposta riorganizzativa della rete dei Laboratori in grado di minimizzare i costi di ristrutturazione e puntare su una rete laboratoristica che risponde ad una riduzione del numero dei laboratori dipartimentali integrandoli con alcune unità specialistiche.
7. La RSU ritiene che risparmi possano derivare anche da una riorganizzazione delle Strutture Complesse che riduca i costi organizzativi, mantenendo attività e la presenza sui territori provinciali oltre ad interventi mirati di riduzione di alcuni capitoli di spesa.
8. La RSU ha evidenziato in più sedi come Arpa Piemonte abbia già subito negli anni un forte ridimensionamento del finanziamento regionale (di cui si dà evidenza anche nella relazione di accompagnamento al disegno di legge). Nonostante questo l’Agenzia ha mantenuto in ordine i conti e il bilancio è in pareggio. Ulteriori ridimensionamenti non possono essere fatti se non prevedendo una drastica riduzione delle attività di Arpa.
9. La RSU ritiene che l’ulteriore ed eventuale chiusura di sedi territoriali a fronte di risparmi irrisori determini invece un netto impoverimento del controllo sul Territorio.
10. La RSU rivendica iniziative in grado di garantire l’attività e valorizzare le professionalità presenti, nonché una politica regionale di tutela dell’Ambiente e quindi della salute.
La RSU di Arpa Piemonte proclama lo stato di agitazione del personale del Comparto al fine di intraprendere tutte le iniziative necessarie per tutelare la funzionalità dell’Agenzia e i lavoratori.

24/11/2014
La RSU di Arpa Piemonte
(approvato a maggioranza)


Di seguito la proposta di legge di riorganizzazione di Arpa:
PROPOSTA DI LEGGE n° 67

Art. 6
(Riorganizzazione delle strutture dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale e modifiche alla legge regionale 13 aprile 1995, n. 60)
1.
 
Il Direttore dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale provvede entro il 30 giugno 2015, tramite le necessarie modifiche al regolamento di organizzazione dell'ente, alla razionalizzazione e alla riduzione del numero di strutture organizzative dell'Agenzia finalizzate al conseguimento di ulteriori riduzioni della spesa.
2.
 
Al comma 1 dell'articolo 7 della legge regionale 13 aprile 1995, n. 60 (Istituzione dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale) dopo la lettera e), è aggiunta, infine, la seguente:
" e bis) contenimento della spesa pubblica."
.
3.
 
L' articolo 10 della l.r. 60/1995, è sostituito dal seguente:
"
Art. 10. (Strutture periferiche)
1. L'articolazione periferica dell'ARPA è costituita dai Dipartimenti e dai rispettivi Servizi territoriali, cui compete l'espletamento delle attività tecnico strumentali e di quelle operative di vigilanza e controllo sul territorio, nel numero massimo di quattro articolazioni territoriali.
2. A ciascun Dipartimento è preposto un Direttore nominato dal Direttore generale e scelto nell'ambito del personale dirigente della struttura periferica.
3. L'organizzazione delle strutture periferiche ed i loro rapporti di integrazione e collaborazione con l'articolazione centrale dell'ARPA sono definiti nell'ambito del regolamento di cui all'articolo 8, sentite le province.
"
4.
 
Ogni riferimento ai Dipartimenti provinciali o sub-provinciali nell'ambito della l.r. 60/1995 deve intendersi fatto ai Dipartimenti di cui all'articolo 10 della legge medesima, come modificato dal presente articolo.


Relazione di accompagnamento

Art. 6: le entrate di provenienza regionale costituiscono da sempre la principale fonte di finanziamento dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale concorrendo alla copertura della spesa corrente della stessa in misura addirittura superiore al 90%. Il restante 10% della spesa è coperto attraverso entrate proprie derivanti da progetti specificamente finanziati ovvero da attività rese a pagamento sia a favore di soggetti pubblici che a favore di soggetti privati, attività che negli ultimi anni hanno tuttavia subito una notevole contrazione a causa dell'avversa congiuntura economica.
Gli stessi trasferimenti regionali, comprensivi sia della quota a carico del fondo sanitario (gestita dall'Assessorato alla Sanità) sia della quota a carico del bilancio regionale (gestita dalla Direzione Ambiente), pur costituendo la fonte più rilevante di risorse destinate al funzionamento di ARPA, hanno subito un notevole decremento passando da Eur 76.315.388 del 2009 a Eur 64.000.000 del 2013.
In ragione di quanto sopra e prima ancora quindi che il D.L. 95/2012 sulla spending review imponesse precisi obblighi di riduzione della spesa pubblica, l'Agenzia ha avviato, sulla base di specifiche indicazioni fornite in tal senso dal Comitato regionale di indirizzo, autonome iniziative di contenimento della spesa che hanno portato ad un ridimensionamento delle risorse destinate all'acquisto di beni e servizi pari ad almeno il 10%.
Ulteriori margini di recupero sulle spese di funzionamento potranno ancora essere conseguiti a seguito della realizzazione della revisione della rete laboratoristica dell'Agenzia, il cui piano di piano di riordino, presentato da ultimo al Comitato regionale di indirizzo del 20 ottobre u.s., prevede che entro marzo 2016 gli attuali 11 laboratori di ARPA si riducano a 4, a cui si aggiunge un servizio di taratura a servizio degli altri laboratori. La razionalizzazione delle rete laboratoristica comporterà molteplici effetti positivi che si tradurranno principalmente nella riduzione delle spese di locazione degli stabili ad oggi dedicati a tali attività, nelle economie derivanti dall'accentramento delle attività analitiche e nella riduzione dei costi di manutenzione della strumentazione
L'articolo si pone quindi nell'alveo degli interventi finalizzati alla riduzione della spesa pubblica mediante la rimozione di quegli ostacoli normativi che ad oggi si frappongono alla completa ristrutturazione organizzativa dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale.
La soluzione proposta consentirà innanzi tutto, mediante la revisione del regolamento di organizzazione dell'Agenzia, accorpamenti o riduzioni delle strutture organizzative centrali e periferiche ad oggi presenti, determinando così un ridimensionamento organizzativo dell'Agenzia stessa.
Inoltre al comma 2, che modifica l' articolo 7 della l.r. 60/1995, è stato inserito il criterio del "contenimento della spesa pubblica", quale criterio cardine di cui tener conto nel caso di eventuali istituzioni, modiche o soppressioni delle strutture centrali dell'Agenzia.
Infine, la modifica proposta al comma 3 dell'articolo, sopprimendo il rapporto biunivoco attualmente esistente tra le strutture periferiche di ARPA e le Province, condurrà alla creazione di non più di 4 Dipartimenti, aventi valenza sovraprovinciale, a cui conseguiranno inevitabili economie derivanti dall'accentramento delle attività.



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