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Florivivaismo in crisi per il gasolio

Coldiretti Novara Vco, il caro carburante mette in ginocchio le imprese floricole: "In meno di un anno il gasolio agricolo è aumentato del 58%".

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Florivivaismo in crisi per il gasolio
Scaldare le serre? Un lusso insostenibile. I trasporti e i costi di lavorazione? Un salasso. Il futuro? Incerto e senza nessuna possibilità di prevedere cosa succederà da qui ad un anno.
Questo, in sintesi, il quadro della crisi che le imprese floricole del Verbano Cusio Ossola e dell’Alto Novarese delineano puntando il dito contro un imputato oggettivo e, purtroppo, ormai ben noto: il “caro gasolio”.

“Gli aumenti si sono susseguiti a raffica e l’ultima ondata di gelo è stata la mazzata finale” esordisce il direttore della federazione interprovinciale di Novara e Vco Gian Carlo Ramella.
“Il settore florovivaistico appare, ad oggi, quello più direttamente colpito da una situazione anomala che coinvolge e preoccupa l’intero settore primario”
Incontrando gli imprenditori, il direttore delinea un quadro “allarmante, che impedisce alle nostre imprese di lavorare e programmare il futuro con la necessaria serenità: in meno di un anno il costo del gasolio agricolo ha fatto registrare un aumento pazzesco, pari addirittura al 58%: avanti di questo passo, molte imprese rischiano la chiusura o, quantomeno, la riconversione produttiva”.
In pericolo vi sono le decine di imprese che, lungo il Lago Maggiore, l’asta del fiume Toce e nelle altre aree del Vco e del Novarese coltivano un’ampia gamma di piante e fiori, il cui punto d’eccellenza è rappresentato dai Fiori Tipici del Lago Maggiore: Coldiretti è impegnata in una serie di studi e valutazioni volte a considerare l’utilizzo, nelle imprese agricole e florovivaistiche, di fonti alternative al gasolio.
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