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Dopo l'aggressione omofoba interviene l'Agedo

Dopo l'aggressione omofoba del weekend scorso nei confronti di alcuni ragazzi verbanesi, tra cui il Presidente dell'Arcigay. Interviene l'AGEDO Associazione di Genitori, Parenti e Amici di Omosessuali, con un comunicato.

Verbania
Dopo l'aggressione omofoba interviene l'Agedo
COMUNICATO:
Agedo Verbania, Associazione di Genitori, Parenti e Amici di Omosessuali, è rimasta sconvolta nel venire a sapere del pestaggio subito da sette ragazzi da parte dei buttafuori di una nota discoteca di Luino solo perché identificati come gay. Oltretutto, uno di questi ragazzi è Marco Coppola, presidente di Arcigay Nuovi Colori Verbania, componente della Segreteria nazionale dell’Associazione e collaboratore di Agedo Verbania nella progettazione, organizzazione e attuazione delle iniziative per contrastare il bullismo omofobico nelle scuole del Verbano, Cusio Ossola.
Noi genitori, siamo stanchi di avere paura per i nostri figli e sogniamo per loro un’esistenza serena dove semplicemente possano essere se stessi senza essere oggetto di scherno, burla, discriminazione o violenza.
L’omosessualità, come d’altronde l’eterosessualità, non è una scelta; l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che non è una malattia, ma semplicemente una “variante naturale della sessualità”; e i dati scientifici ci confermano che non è neppure il risultato di una cattiva educazione, o di traumi subiti. Semplicemente le persone omosessuali si sentono attratti affettivamente e sessualmente da persone dello stesso sesso eppure nei loro confronti episodi di discriminazione, offesa, burla e violenza sono all’ordine del giorno e tutto sommato tollerati dalla società civile.
Si pensi alle caricature di omosessuali fatte a Sanremo dal duo “I Soliti Idioti”, o le esternazioni di certi politici sull’omosessualità, ma anche all’opposizione del Parlamento di adottare leggi non solo per il riconoscimento di alcuni diritti fondamentali quale il veder riconosciuta legalmente la relazione affettiva stabile, ma anche la consolazione di veder condannato con aggravante di pena chi abbia commesso atti di violenza contro qualcuno perché ritenuto omosessuale.
Si calcola che le persone omosessuali siano circa il 10% della popolazione, quindi una famiglia con due figli su cinque ha un figlio omosessuale. Le Famiglie Arcobaleno in Italia, ossia famiglie di persone omosessuali con figli, sono in Italia 100 000, ma di questi dati non si parla, le persone omosessuali fanno notizia solo quando vengono ripresi in TV i carri più folcloristici dei Gaypride, quando vengono presi in giro oppure quando finiscono sui giornali perché picchiati o uccisi.
Sul tema dell’omosessualità c’è ancora molta disinformazione e le uniche informazioni che si hanno si basano su pregiudizi. Si pensa che le persone omosessuali siano riconoscibili per come sono o per come si atteggiano, che siano portate solo a certe professioni, che non siano perfettamente aderenti al loro ruolo e identità di genere. Nulla di più falso: le persone omosessuali sono assolutamente invisibili e, se non lo dichiarano, non si può mai essere certi dell’orientamento sessuale di chi incontriamo. Inoltre tutte le persone omosessuali hanno genitori, spesso fratelli o sorelle o cugini, senz’altro hanno amici che soffrono per la condizione di discriminazione, per le battute sugli omosessuali, per le offese che i loro cari devono subire. E’ fondamentale il compito educativo al quale siamo tutti chiamati se vogliamo prevenire episodi come quello successo a Marco e ai suoi amici.
Agedo Verbania ogni anno incontra circa 1000 studenti nelle loro classi per parlare di omosessualità, contrastare il bullismo omofobico e promuovere valori quali l’accoglienza e il confronto con l’altro convinta che la diversità sia una ricchezza per tutti. Ma il nostro intervento è solo una goccia in mezzo al mare se non è supportato anche da altre agenzie educative quali la famiglia, la scuola, i Media e anche la Chiesa. Nessuno dovrebbe sottrarsi al proprio compito educativo e formativo se speriamo in una società aperta, accogliente e più sicura per tutti.
La nostra più sincera solidarietà a Marco e ai suoi amici



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