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Centraline idroelettriche: Nobili risponde

Moratoria richiesta dal PD al rilascio delle autorizzazioni per le centrali idroelettriche, riscontro dell'On Borghi e risposta del Presidente della Provincia del Vco Massimo Nobili.

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Centraline idroelettriche: Nobili risponde
"Il Partito Democratico sollecita la Provincia a riapplicare la moratoria al rilascio delle autorizzazioni per le centraline idroelettriche, deliberata e assunta dall’Amministrazione Ravaioli. Va detto molto chiaramente che il nostro territorio è ben lontano dal rischio di uno sfruttamento intensivo delle sue risorse idroelettriche, visto che tutto ciò che in questo ambito viene autorizzato risponde a precisi criteri di tutela ambientale stabiliti dalle normative vigenti. Va poi rimarcato come la richiesta di sospensiva del PD non abbia davvero i presupposti per poter essere avanzata, perché alla luce delle attuali disposizioni di legge, la Provincia non ha la facoltà di poter deliberare in questo senso".

Così il Presidente Nobili risponde alla ripetuta richiesta del Partito Democratico del VCO di ripristinare la situazione d’empasse – principio di molteplici ricorsi – superata con la delibera consigliare del giugno 2011, votata alla quasi unanimità e preceduta da uno studio tecnico che ha ‘misurato’ il potenziale idroelettrico residuo del territorio.

“Ribadiamo – continua Nobili – come ogni richiesta autorizzativa venga valutata in tutti i suoi aspetti dai tecnici degli uffici competenti, che non esitano a richiedere adeguamenti e modifiche, se questa non viene giudicata rispondente a una serie di parametri stabiliti. Questo per dire che ‘d’ufficio’ si applicano interventi mitiganti di salvaguardia ambientale. Interventi che vengono valutati caso per caso e che portano i proponenti ad adeguarsi alle richieste della Provincia in ordine a maggiorazioni del DMV (Deflusso Minimo Vitale, anche del 50%), alla sua modulazione, al miglioramento dei tracciati delle condotte, all’interramento degli elettrodotti: pena il diniego dell’autorizzazione, anche se in tali casi i richiedenti preferiscono ritirare il progetto. Inoltre si deve ricordare come i Comuni parte in causa nell’installazione dell’impianto siedano nella conferenza dei servizi e siano chiamati in tal senso a esprimere il loro parere”.

Altro aspetto che va rimarcato è che il Decreto Ministeriale del settembre 2010, raccogliendo anche quanto sottoscritto con protocolli internazionali, stabilisce che si debbano favorire le produzioni di energie da fonti rinnovabili e l’idroelettrica rientra tra queste. La normativa vigente è chiara ogni oltre dubbio: le Province non possono applicare alcuna moratoria al rilascio delle autorizzazioni. Tale possibilità è unicamente riservata, in casi molto specifici, a Regione e Stato. L’annullamento da parte del Tribunale Superiore delle Acque alla delibera di consiglio provinciale, con cui si rendeva proporzionale la durata delle autorizzazioni alle compensazioni offerte al territorio a fronte dello sfruttamento di una sua risorsa, dimostra quanto sopra affermato. La logica è che non si debba vincolare ma favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili, tra cui l’idroelettrica, che in Piemonte entro il 2020 (stando a quanto stabilito in funzione del cosiddetto ‘burden sharing’ definito con il decreto ministeriale del marzo 2012) dovrà rappresentare il 15,1% del consumo energetico regionale.

“In questo quadro – evidenzia Nobili – non si comprende perché i territori che mettono a disposizione una risorsa importante come l’acqua, non debbano ottenere in cambio una ricaduta positiva, in termini economici e occupazionali, così come avevamo previsto con il regolamento deliberato dal consiglio provinciale. L’acqua è un valore primario di questa nostra Provincia, eppure non riusciamo a farci riconoscere il diritto di poter beneficiare del reddito che produce, con il mantenimento dell’incasso derivante dai canoni idrici sul territorio provinciale come già le Regioni Lombardia e Veneto hanno concesso alle Province di Sondrio e Belluno”.

Dall’On. Borghi un primo riscontro. Nobili: “siamo costretti a sottostare a calcoli matematici definiti dall’Autorità per l’Energia e il Gas che impongono alle bollette un aumento che potremmo evitare”.

Primo riscontro dall’Onorevole Borghi, capogruppo PD nella Commissione Ambiente della Camera, all’ordine del giorno votato dal Consiglio Provinciale lo scorso 26 aprile che ha impegnato il Presidente della Provincia Massimo Nobili a rivolgersi alle diverse istituzioni competenti per conseguire la revoca di quanto stabilito con la legge 214/211, che mette in capo all’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas la definizione dei parametri di calcolo del sistema tariffario per il sistema idrico integrato.

“Quello che chiediamo – spiega il Presidente Nobili – è poter determinare a livello locale ciò che si ripercuote in termini di bollettazione ai cittadini, come si è fatto in questi ultimi anni contenendo al massimo il rialzo delle tariffe pur proseguendo con investimenti migliorativi e di efficientamento della rete idrica e di depurazione. Il Consiglio Provinciale mi ha incaricato di portare avanti l’istanza volta alla restituzione ai territori di questa facoltà e ringrazio l’On. Borghi di essersi reso disponibile a condividere questa nostra battaglia”.

“Va detto – rimarca Nobili – che l’applicazione del sistema tariffario deciso dall’Autorità centrale avrebbe determinato un aumento medio del costo al metro cubo d’acqua del 7,3%. Come conferenza d’ambito – sempre sottostando ai parametri di costo imposti dall’AEG – siamo riusciti a contenerlo in un + 5, 6%, pari a circa 6 centesimi in più al metro cubo. Ora siamo in attesa che l’Autorità vagli questa nostra deliberazione: certo che se avessimo potuto in modo autonomo decidere le tariffe d’applicare, l’aumento si sarebbe limitato all’adeguamento ISTAT. Quello che rivendichiamo è appunto la possibilità di calmierare questi costi, visto che i bilanci della nostra ATO interprovinciale lo consentono”.
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