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Giornata Europea del Patrimonio

Sarà un week-end all’insegna dell’archeologia quello del 27 e 28 settembre 2013. In occasione della Giornata europea del patrimonio il Museo del Paesaggio concentrerà l’attenzione sulle sue raccolte archeologiche.

Verbania
Giornata Europea del Patrimonio
Venerdì 27 settembre alle ore 16.30 a Villa Olimpia, una conferenza dal titolo: LA NECROPOLI DI ORNAVASSO: UN PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DI IMPORTANZA EUROPEA.

All’incontro, introdotto dalla responsabile della sezione archeologia, Dott.ssa Barbara Grippa, parteciperanno la Dott. ssa Francesca Garanzini, Ispettrice della Soprintendenza Archeologica del Piemonte e del Museo antichità egizie e la Prof.ssa Paola Piana Agostinetti dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte. Saranno presentate le acquisizioni scientifiche più recenti riguardo alla necropoli di Ornavasso e sarà proiettato un breve video dal titolo: Microstorie protostoriche: Ornavassesi prima della conquista romana.

Seguirà un dibattito sui temi della conservazione e della valorizzazione delle testimonianze archeologiche del Verbano-Cusio–Ossola per lo sviluppo del territorio.
L’incontro si concluderà con un piccolo rinfresco.

Sabato 28 settembre alle 16.00 a Palazzo Viani sarà possibile visitare la raccolta archeologica del Museo con la guida della prof.ssa Paola Piana Agostinetti. Una visita particolarmente adatta ai bambini e ai ragazzi, ma interessante e stimolante anche per gli adulti.

Gli incontri sono il frutto di un’estate di intenso lavoro sui materiali della necropoli di Ornavasso.

Nella settimana tra il 19 e il 24 agosto un gruppo di sei archeologi membri del gruppo di ricerca “Celti d’Italia” dell’Università di Roma “La Sapienza” ha svolto un lavoro di analisi e documentazione dei materiali archeologici della necropoli di Ornavasso conservati a Pallanza presso il Museo del Paesaggio. Grazie alla sinergia tra il Comune di Ornavasso, che ha finanziato l’impresa, la Soprintendenza archeologica del Piemonte, con l’Ispettrice di zona Dott.ssa Francesca Garanzini, e il Museo, nelle persone della Direttrice Prof.ssa Lorella Giudici, del Prof. Gianni Pizzigoni e della Prof.ssa Barbara Grippa, responsabile del settore archeologico e del custode Marco de Laiti, è stato possibile analizzare e documentare fotograficamente e graficamente con tecniche adeguate alle attuali esigenze della ricerca scientifica 450 dei circa 2000 oggetti della necropoli.

La necropoli di Ornavasso di 347 tombe scaglionate tra l’inizio del II secolo avanti Cristo e la fine del I secolo dopo Cristo, con i suoi due nuclei di S. Bernardo (182 tombe) e di In Persona (165 tombe), è nota in campo archeologico a livello internazionale. I corredi contenevano, infatti, oggetti di particolare pregio (coppe d’argento iberico, vasi di bronzo fabbricati in Campania e in alcuni casi anche in Grecia, gemme incise ad Aquileia, pregiati vasi di terracotta provenienti dall’Italia centrale).

Questi oggetti sono associati ad armi e ornamenti di tipo e forse di fabbricazione celtica transalpina, ad altri, soprattutto vasi di terracotta, prodotti localmente, e a monete sia romane che celtiche cisalpine e transalpine. Le monete romane con i simboli o il nome del magistrato che ne aveva curato la coniazione sono molto importanti perché forniscono la data a partire dalla quale si può calcolare che siano stati sepolti i corredi che le contenevano.

Il nuovo attento esame degli oggetti archeologici effettuato quest’estate ha consentito di rilevare la presenza di cospicue tracce di materiali organici (frammenti di ossa dei defunti, offerte di alimenti, legno e stoffa mineralizzati), rivelando la possibilità di ottenere dati di notevole interesse con appropriate analisi di laboratorio. Ha consentito anche di compiere interessanti osservazioni sugli aspetti legati alla manifattura di molti di questi antichi oggetti che sarebbe interessante approfondire con la collaborazione degli artigiani locali (fabbri, falegnami, orafi ecc) che fossero eventualmente interessati e disponibili.

Ci si augura che, nel corso della prossima estate, sia possibile completare il lavoro iniziato per giungere ad una nuova edizione dei materiali della necropoli affiancata dalla ricostruzione degli aspetti della vita quotidiana, dell’organizzazione sociale ed economica e anche dell’ideologia e della religiosità degli antichi abitanti delle incantevoli rive del Verbano.
Durante i mesi invernali, in corrispondenza del periodo di chiusura del Museo, la ricerca proseguirà con lo studio dei confronti dei materiali documentati, per preparare una presentazione di questa importante collezione archeologica in forma comprensibile non solo agli specialisti ma ad un vasto pubblico.

l gruppo di ricerca “Celti d’Italia”
Il gruppo di ricerca sulle testimonianze della presenza celtica a Sud delle Alpi si è costituito negli anni Ottanta nell’ambito del Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Roma La Sapienza con il coordinamento di Paola Piana Agostinetti, fino al 2011 docente di Protostoria europea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di quell’Ateneo. Ne fanno parte giovani studiosi italiani e stranieri interessati allo studio delle testimonianze archeologiche lasciate dai gruppi di origine e lingua celtiche che furono presenti a sud delle Alpi alcuni dalla fine del secondo millennio avanti Cristo e altri dalla seconda metà del I millennio a.C., ovvero dalla cosiddetta età di La Tène.

Primo obiettivo: realizzare una banca-dati relazionale
L’obiettivo primario del gruppo di ricerca è la schedatura informatizzata di tutta la documentazione archeologica lasciata dai gruppi dell’età di La Tène a Sud delle Alpi: insediamenti, sepolcreti, luoghi di culto, tombe e singoli oggetti provenienti da questi contesti. Il progetto è stato finanziato dall’Università di Roma La Sapienza, ma dal 2011 procede solo grazie all’impegno dei membri del gruppo. Sono state compilate fino ad oggi circa 10.000 schede con descrizione, disegni e fotografie. Questo grande archivio sta per confluire nella grande banca dati dell’università di Roma La Sapienza (DigiLab), di recente istituzione, dalla quale potrà essere consultato in rete e messo a disposizione di tutti gli interessati. La documentazione potrà essere utilizzata, allora, non solo per motivi di studio ma anche per la gestione del territorio e per il turismo.

Secondo obiettivo: preparare una nuova edizione scientifica di alcune necropoli delle rive del Verbano.
Alla costituzione della banca-dati si affiancano progetti riguardanti la riedizione di alcune grandi e importanti necropoli scavate e pubblicate in passato in modo non esaustivo, tra cui quelle di Solduno presso Locarno e di Ornavasso in Val d’Ossola. Queste necropoli sono state già oggetto di studi specifici anche da parte di alcuni membri del gruppo di ricerca “Celti d’Italia”, ma non di uno studio complessivo basato su una documentazione eseguita con metodi e strumenti adeguati alle esigenze della ricerca archeologica attuale che prevede anche indagini di laboratorio.

Terzo obiettivo: realizzare un museo virtuale
La ricerca scientifica deve produrre risultati che possano essere comunicati in modo gradevole e comprensibile a tutti. In questa prospettiva si sta progettando di realizzare un “Museo virtuale” in cui gli oggetti archeologici possano essere ammirati in ricostruzioni in 3D e letti nel loro contesto di appartenenza, per parlarci delle persone, uomini e donne e bambini, ai quali appartennero e dai quali furono utilizzati.
Ci si augura che in un futuro non troppo lontano, si possa disporre di risorse economiche sufficienti per portare a conclusione questi progetti, ai quali studiosi giovani e meno giovani hanno già dedicato anni di grande impegno lavorativo e molta fatica.



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