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VerbaniaArte: la fisicità barocca espressionista di Javier Marín

Sono un po’ di anni che - dopo un’impeccabile ristrutturazione - Casa Rusca, ovvero la Pinacoteca Comunale di Locarno (CH), propone al pubblico (ticinese, italiano e straniero) bellissime mostre dedicate a maestri dell’arte contemporanea, sotto la guida sapiente di Rudy Chiappini.

Canton Ticino
VerbaniaArte: la fisicità barocca espressionista di Javier Marín
Abbiamo ammirato qui le donne grasse di Botero, le algide stesure cromatiche di Adami, e più di recente gli strappi cartacei dei manifesti di Rotella…

Adesso, dal 18 settembre scorso fino all’8 gennaio 2017, per tutti la possibilità di un’emozione rara, perché le sue sculture sono esposte di solito in Messico: potrete muovervi infatti tra i corpi tormentati di Javier Marín (Uruapan, Michoacán 1962), considerato il più importante scultore messicano vivente.

Le sue sculture di uomini e donne, teste e altre singole parti del corpo umano, abbandonate, distese o riverse, persino imprigionate nel filo spinato vi lasceranno di sicuro un disagio sottile al termine della visita… Muovendovi tra quelle forme “gigantesche” - realizzate in una materia cerea, di carni semitrasparenti - classiche in apparenza, ma permeate di torsioni barocche d’impronta coloniale, avvertirete un senso d’angoscia, dovuto principalmente alla loro precarietà, che riuscirà a filtrare di sicuro tra le vostre momentanee certezze esistenziali, conferendo un malessere espressionistico e ridestando in voi atavici ricordi di sacrifici umani, necessari a placare con il sangue il risentimento degli dei, e a implorarne l’aiuto per ottenerne la continuità della vita sulla Terra…

L’attenzione di Marín sembra soffermarsi a volte su elementi anatomici, che trasmettono inquietudine: le grandi mani in una posizione innaturale, l’occhio, le labbra gonfie, in una sorta di ossessione anatomopatologica: persino le trasparenze della materia prima da lui “lavorata”, che si tratti di resine, bronzo o terracotta, ne sottolineano la precarietà e la fragilità a dispetto di pose titaniche e dimensioni ciclopiche.

Il risultato è un retrogusto amaro, al termine della visita…

Vi suggerisco a questo punto - per riprendere contatto con la vita vera - di perdervi tra i vicoli del centro storico di Locarno, o di fare una puntatina in un crotto, per ritrovare, con un bicchiere di autentico Merlot ticinese, la vostra abituale convinzione di vivere in un mondo perfetto.

Certo al successo dell’ambientazione delle sculture di Marín, molto ha giovato la collaborazione dell’archistar Mario Botta, ideatore instancabile di scorci inediti e inimmaginabili all’interno della particolare “casa museo”, arrivando a sospendere di traverso in una sala tutte le sculture su una parete…
Un marchingegno espositivo in più, per sconvolgere il nostro presunto equilibrio cartesiano, le nostre inattaccabili certezze quotidiane.

Pinacoteca Comunale Casa Rusca
Piazza Sant’Antonio, 6600 Locarno
Orari: da martedì a domenica, 10.00-12.00 e 14.00-17.00; lunedì chiuso
Info: www.museocasarusca.ch

Immagine 1
Grupo L 1012, 2016

Immagine 2
Manotas, 1995, particolare

Immagine 3
Mujer Suspendida (2v)

Immagine 4
Bucle, 2015

Immagine 5
Da sinistra, alla presentazione stampa a Casa Rusca: Mario Botta, curatore dell’allestimento; Javier Marín; Rudy Chiappini, Direttore Musei Locarno; Giuseppe Cotti, Capo Dicastero Cultura Locarno



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