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Polizia postale a rischio chiusura

I sindacati di Polizia intervengono pesantemente sulla ventilata chiusura della Polizia postale di Novara e Vco. Una decisione avanzata dal Ministero e che ha sollevato immediatamente la protesta dei sindacati, che annunciano uno stato di agitazione.

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Polizia postale a rischio chiusura
“Un immenso favore alla criminalità on line e pedopornografica”. Così le segreterie provinciali novaresi dei sindacati di Polizia commentano, nella loro nota stampa, questa possibile chiusura. Una realtà, la Polposta di Novara, che ha competenza tanto sul Novarese quanto nel Verbano Cusio Ossola.

Il comunicato, firmato Siulp, Consap, Sap, Silp per la Cgil, Coisp, Uil, segnala come “da ambienti ministeriali e non solo si è venuti a conoscenza che il Dipartimento di pubblica sicurezza si appresta a dismettere l’apparato capillare a oggi presente sul territorio, della Specialità della Polizia di Stato denominata Polizia postale e delle Comunicazioni”.

Un forte ridimensionamento, che avverrebbe “attraverso la soppressione delle sezioni provinciali. Per quanto trapelato, tale progetto prevede il mantenimento di un Ufficio nei soli capoluoghi di Regione e la chiusura di 70 sezioni provinciali, delle 80 attuali, con il conseguente quasi dimezzamento dell’organico, passando da poco meno di 2mila a poco più di mille lavoratrici-lavoratori di Polizia, altamente professionalizzati e impegnati nella lotta ai reati informatici e telematici e al contrasto alla pedopornografia.
Personale che si vedrebbe ricilato in mansioni non specialistiche ha danno di tutta la popolazione del novarese e del Vco.

“Auspichiamo il mantenimento della struttura capillare e provinciale degli Uffici della Specialità della Polizia Postale e delle Comunicazioni, nonché ad una sua maggiore riqualificazione attraverso l’individuazione di specifiche competenze nell’attività info investigativa che la stessa è chiamata a compiere nonchè al ripianamento degli organici oggi afflitti da gravi e croniche carenze. Riteniamo che la risposta nella lotta alla criminalità e nella tutela della sicurezza pubblica non può e non deve passare attraverso tagli indiscriminati e dannosi per la collettività e, attendendo un cambio di direzione da parte del Dipartimento di P.S. del Ministero dell’Interno, oltre a vigilare attentamente sull’evolversi della situazione, dichiariamo sin da ora lo stato di agitazione con conseguente coinvolgimento di istituzioni, organi di informazione e cittadinanza, attraverso iniziative pubbliche”.
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