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Spazio Bimbi: ADHD: cosa significa e come riconoscerlo

ADHD, una denominazione che sempre più sta diventando di uso comune, non sempre però è chiaro di cosa si tratti. Quali sono le caratteristiche che differenziano un bambino vivace da un bambino con ADHD?

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Spazio Bimbi: ADHD: cosa significa e come riconoscerlo
Attentional Deficit Hyperactivity Disorder, in italiano Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività. Nel corso degli anni tale disturbo è stato definito in diversi modi: agli inizi del ‘900 veniva definito come un “deficit nel controllo morale ed una eccessiva vivacità e distruttività”, nel 1968 nel DSM-II si parlava di “Reazione Ipercinetica del Bambino”. Solo negli anni ’80 si iniziò a porre attenzione agli aspetti attentivi.

Si tratta di un disturbo del neurosviluppo che interessa l’autoregolazione del comportamento, le cui caratteristiche fondamentali sono la difficoltà a mantenere l’attenzione, il controllo motorio e l’impulsività. Tali difficoltà spesso sono associate ad altri disturbi e impattano sulla qualità della vita scolastica e relazionale. Spesso questi bambini infatti presentano difficoltà scolastiche, e in modo particolare nelle materie che richiedono un maggiore sforzo (calcolo, comprensione e produzione di testi).

La difficoltà di concentrazione e l’iperattività sono tra i primi segnali che emergono quando è presente un disagio psicologico nel bambino dunque risulta spesso difficile porre una diagnosi di ADHD e distinguere da altri tipi di disagio psicologico.

Quali sono le caratteristiche principali che differenziano un bambino con disattenzione?

- Difficoltà a prestare attenzione ai dettagli. Questi bambini commettono molti errori di distrazione con effetti sull’apprendimento e sui giochi
- Difficoltà a mantenere l’attenzione per tempi prolungati
- Spesso sembrano non ascoltare quando gli si parla
- Facile distraibilità
- Difficoltà ad organizzare le proprie attività e a portare a termine i compiti
- Difficoltà ad affrontare compiti lunghi. Si annoiano facilmente e ciò può portare a comportamenti inadeguati.

Quali sono le caratteristiche principali che differenziano un bambino con iperattività/impulsività?

- Si muovono in modo eccessivo, non riescono a rimanere seduti al proprio posto
- Sembrano mossi continuamente da un motorino
- Cambiano continuamente attività
- Rispondono a caso
- Interrompono continuamente gli altri
- Non tollerano l’attesa e non aspettano il proprio turno.

Per poter effettuare la diagnosi è necessario che tali sintomi siano presenti prima dei 12 anni di età e devono manifestarsi in almeno due contesti, per esempio a casa e a scuola.
Spesso tali bambini presentano difficoltà a regolare i propri impulsi e le proprie emozioni con conseguenti comportamenti inadeguati e pericolosi.

Quali sono le cause?

Questo disturbo ha una base neurobiologica, per cui il bambino nasce predisposto a svilupparlo. I fattori ambientali, la famiglia e la scuola, possono avere un effetto nel modularne i sintomi cioè sul diminuirne o aumentarne la gravità.

In presenza di tali sintomi risulta dunque importante rivolgersi ad uno specialista per verificare se effettivamente sia presente un Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività e in tal caso, se necessario, per farsi aiutare nella gestione del comportamento e delle difficoltà del bambino.

Dott.ssa Nicolini Greta – Psicologa
La Girandola – Spazio Psicoeducativo
lagirandola.spe@outlook.it



1 commento  Aggiungi il tuo

Vedi il profilo di l Sono come tu mi vuoi
l
8 Gennaio 2017 - 17:27
 
"In presenza di tali sintomi risulta dunque importante rivolgersi ad uno specialista per verificare se effettivamente sia presente un Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività e in tal caso, se necessario, per farsi aiutare nella gestione del comportamento e delle difficoltà del bambino."

Non ho figli, se li avessi ci penserei non 10 ma 100 volte prima di rivolgermi ad uno "specialista".
Naturalmente ciò non significa che i genitori a volte non sappiano come agire, buona norma a mio parere sarebbe quella di non metterli al mondo se non si ha la minima idea di quel che poi potrà comportare.
Devo essere un pochino polemico, il parossismo non è dei bambini ma di chi crede che ogni singolo secondo della vita sia "disturbo" e debba essere curato da "specialisti" che scrivono tomi per spiegarti che tu in sostanza continui a generare malati mentali senza accorgertene. Qui, nella loro bibbia si sbizzarriscono https://it.wikipedia.org/wiki/Manuale_diagnostico_e_statistico_dei_disturbi_mentali . Certo, si dirà che sono due campi diversi psciologia e psichiatria, ma a occhio mi pare convergano sul punto centrale, siamo quasi tutti malati di mente e di conseguenza loro hanno dei rimedi. http://www.nexusedizioni.it/it/CT/la-psichiatria-vuole-classificare-le-emozioni-umane-come-disordini-mentali-269



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