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Torino: si fermano le imprese piemontesi

Battuta d’arresto per la crescita delle imprese piemontesi. Dopo i primi, incoraggianti dati di inizio 2011, anche il Piemonte non ha potuto sottrarsi alle difficoltà che hanno attraversato il sistema economico italiano e internazionale nella seconda parte dell’anno.

Fuori Provincia
Torino: si fermano le imprese piemontesi
Anche se il sistema imprenditoriale locale ha resistito e non si è arrestato del tutto, il saldo tra le aziende nate e quelle che l’anno scorso hanno chiuso i battenti è di poco superiore allo zero (+0,18%).

Lo mettono nero su bianco i primi dati diffusi da Unioncamere Piemonte: nel 2011 sono nate 30.588 aziende mentre sono state 29.751 quelle che hanno cessato le attività. A conti fatti nell’anno appena trascorso le nuove aziende hanno superato di appena 837 quelle che hanno abbassato le serrande. Un dato che non fa ben sperare se si pensa che il 2010 si era chiuso con un saldo positivo quasi cinque volte superiore (3.847 imprese). Come sempre la situazione è molto differenziata sul territorio: a sostenere il dato regionale sono le province di Novara, con il tasso di crescita più convincente (+0,66%), seguita dal Verbano Cusio Ossola (+0,38%) e da Torino (+0,36%). È positiva anche la crescita registrata dalla base imprenditoriale del Vercellese (+0,32%), mentre le altre quattro province piemontesi hanno dovuto cedere di passo al segno meno: la maglia nera spetta a Biella (-0,34%) tallonata da Alessandria (-0,28%), Asti e Cuneo che rilevano trend negativi rispettivamente di -15% e -14%.

Non c’è stata, quindi, quella ripresa in cui tutti speravano all’inizio dell’anno scorso. E sembra che nemmeno il 2012 sarà l’anno della svolta. Per dirla con le parole di Alessandro Cherio, presidente del Collegio costruttori torinese «se prima si parlava di un quadro a tinte fosche ora invece di rischiararsi la situazione è sempre più buia». Proprio l’edilizia è uno dei settori più in sofferenza con uno stock di imprese registrate in flessione dello 0,23% rispetto all’anno precedente «I problemi che già c’erano sono peggiorati tutti» aggiunge Cherio snocciolando alcuni dati elaborati dal Collegio costruttori: nella sola provincia di Torino il settore ha perso 66 milioni di euro di appalti passando dai 427 milioni di euro di opere appaltate nel 2010 ai 361 milioni di euro del 2011.

«Ma tra il 2007 e il 2011 - rimarca il presidente del Costruttori - si è più che dimezzato l’importo dei lavori delle opere pubbliche». E non andrà meglio: «Per il 2012 - sottolinea Cherio - il 35% delle imprese prospetta una riduzione del fatturato e il 31% una contrazione dell’occupazione».
Un segno meno che il 2011 ha messo anche davanti all’agricoltura, forse il settore più colpito nell’ultimo anno con un -2,6% insieme all’industria (-0,8%) e al commercio (-0,66%). Resiste invece il turismo che fa registrare una crescita del 2,39%.

L’emorragia ha colpito in modo particolare le piccole imprese, più fragili e meno strutturate. Infatti se si guarda alla tipologia di aziende create nel corso dell’anno passato, a differenza di quanto era avvenuto nel 2010 quando si erano registrati incrementi per tutte le classi di natura giuridica, l’anno scorso sono state negative le dinamiche delle imprese individuali (-0,13%) e delle società di persone (-0,57%) mentre sono cresciute le società di capitale (+2,49%) e le altre forme (+2,33%).
Una situazione non facile in cui il sistema Piemonte continua suo malgrado a tenere anche grazie alla presenza di imprenditori stranieri sul territorio che, in linea con il trend degli anni passati, anche nel 2011 sono aumentati, crescendo di quasi 2 mila unità, arrivando a toccare i 52.895.
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