Zacchera: "Chiacchere e realtà"

Riceviamo e pubblichiamo, una nota di Marco Zacchera, estratta dall'ultima edizione della sua newsletter "Il Punto", riguardante il turismo locale.

  
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LA STAMPA compie 150 anni e grande festa al teatro di Verbania alla presenza del direttore Molinari con convegno sul futuro del VCO. Escono le solite cose: “Bisogna credere maggiormente in sè stessi", oppure "Vanno rilanciate le bellezze del turismo e del territorio" . Mi chiedo perchè - passando al pratico - quando qualcuno queste stesse idee però cerca (cercava) di applicarle sia (stato) sempre bloccato.

Chi si ricorda, quando ero sindaco di Verbania, dei miei sforzi per lanciare l'idea di "Verbania capitale dei laghi"? Tutti invece a boicottare, irridere, criticare...

lo stesso per voler realizzare proprio all’ex Arena il teatro - ora battezzato con il nome orribile di "Maggiore" - che ha ospitato la serata de LA STAMPA: vero o no che per anni si è cercato solo di ritardare, distruggere e contestarmi tentando di bloccare tutto? E pensare che oggi questa struttura solo per puro preconcetto non la si vuole neppure tentare di usare anche per fini turistici e congressuali, a parte verificare come abbiano funzionato o siano stati assegnati i vari bandi e incarichi per la sua gestione..

Ancora oggi, però, nel VCO si va avanti così: perchè non si solleva per esempio il problema della assurda chiusura dei giardini e dei palazzi Borromeo che apriranno solo a fine mese e chiuderanno ad inizio di ottobre, quando invece con le Isole aperte la stagione turistica sul Lago Maggiore potrebbe essere automaticamente ben più lunga? Invece così si fermano così anche i battelli della Navigazione e tutte le attività commerciali collaterali.

Cosa mai avrebbero potuto fare o visitare, domenica scorsa, gli accompagnatori e i famigliari dei 1500 partecipanti alla mezza maratona se sul lago salvo qualche albergo era tutto chiuso?

A che servono strumenti e costose strutture turistiche pubbliche se poi non si riescono neppure a coordinare queste cose?

Al di là delle belle parole il provincialismo locale è sinonimo da sempre di immobilismo totale e se qualcuno solleva il problema è meglio spingerlo ad andarsene, così si può continuare solo a lamentarsi, ma soprattutto si continua a dormire.
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