In tanti alla serata Interconnector

Anche il terzo appuntamento di SI INFORMI CHI Può dal titolo “Elettro…che? Osservazioni su un enigma chiamato Interconnector Italia Svizzera”, ha visto la sala gremita, con numerose persone in piedi, nonostante i previsti 150 posti a sedere.

  
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Moderatrice Eleonora Iussi che ha subito introdotto l’argomento ripercorrendo l’iter del progetto di Terna dall’originaria razionalizzazione delle vecchie linee in Val Formazza, presentata già nel 2008 come opera di compensazione, all’attuale super elettrodotto da 380 kV che dalla Svizzera, passando per l’Ossola, arriverà fino a Settimo Milanese.

I tracciati sono stati poi descritti in maniera dettagliata e puntuale dal geometra Giuseppe Marino, tecnico topografo che ha mostrato il percorso di oltre 200 km dell’elettrodotto sulla cartina.

A seguire, il dott. Roberto Michetti, geologo, che ha descritto nel dettaglio il progetto di una delle due stazioni di conversione previste: un impianto della grandezza di oltre 100 mila mq (l’equivalente di 11 campi da calcio…) la cui allocazione è uno degli aspetti cruciali e più sentiti dalle popolazioni locali, in particolare da quelle di Pallanzeno, Vogogna e Piedimulera, interessate dalle varianti proposte.

A chiarire, invece, la situazione attuale in Svizzera, è intervenuto il giornalista Wolfgang Hafner, ex membro della commissione federale per l’energia, che ha fatto il punto sui progetti di Swissgrid a medio e lungo termine.

E’ stata poi la volta dell’ingegner Giuseppe Cappai, esperto in Sistemi Elettrici di Potenza che ha saputo rendere facilmente comprensibili alcuni aspetti molto tecnici (specificità delle linee ad alta e altissima tensione, interramento, costi) e si è soffermato sulle alternative possibili.

Si è fatto ancora più attento il pubblico in sala nel sentire le parole della dott.ssa Stefania Albesano, medico, specialista in neuropsichiatria infantile, che ha spiegato, senza facili allarmismi e con dati alla mano, quali sono oggi i rischi per la salute derivanti dai campi elettromagnetici e le radiazioni non ionizzanti.

Ha, al contrario, suscitato molto rumore, Massimo Di Bari, tecnico ambientale, che ha approfondito l’analisi costi/benefici dell’opera evidenziando, con una simpatica scenetta, come Interconnector, senza che ancora sia stato montato un solo traliccio, sia già costato, la bellezza di circa 2,5 miliardi di euro in sconti praticati a privati clienti energivori e pagati finora da noi comuni utenti, attraverso una specifica voce in bolletta.

Conclusa questa prima parte più tecnica, sono stati invitati amministratori locali e rappresentanti dei comitati, che hanno potuto esprimere pareri e preoccupazioni.

Ha parlato il prof. Alessandro Lana, sindaco di Piedimulera, portavoce di una cittadinanza contraria alla costruzione della centrale in quel comune (i diversi trattori parcheggiati fuori dalla sala volevano proprio ricordare la destinazione prettamente agricola delle aree interessate dal progetto e per nulla dismesse).

Infine sono intervenuti: la guida paesaggistica Sonia Vella, del coordinamento comitati aree protette, Gianfranco Mazzocco, del comitato Mo.N.Te e Cesare Clemente, guardia forestale ex presidente del Comitato contro l’elettrodotto di Passo San Giacomo – Turbigo.

Gradito ospite dall’Abruzzo, Antonio Di Pasquale, perito e consulente di parte che ha raccontato la storia dell’elettrodotto Villanova – Gissi 380kV, un’opera molto simile a quella in oggetto e praticamente già ultimata, attraverso un iter molto meno partecipato.

Soddisfatti gli organizzatori dell’associazione ‘Dire, Fare, Cambiare’: <
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