Zacchera e Marcovicchio ancora polemiche

Riportiamo dal sito di Marco Zacchera, l'ultimo numero della newsletter "Il Punto", argomenti trattati: E adesso Renzi – Piemonte: sentenza politica – Stile Fiat - Elezioni a Verbania.

  
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ELEZIONI A VERBANIA
Da tempo sostengo prudenza con la candidatura a sindaco di Verbania per il centro destra di Marco Parachini che non ritengo adatto al ruolo e propongo delle primarie per la scelta del candidato. Quello che segue è tratto testualmente dal comunicato redatto dal mio giovane ex assessore Matteo Marcovicchio, fortemente vicino a Valerio Cattaneo

…”C’è chi tenta azioni disperate provocando finti dibattiti sui media e non nelle sedi e con le persone opportune. Del resto chi si oppone ossessivamente a Parachini e a chi lo sostiene, sono singole persone. Enrico Montani è un militante della Lega (Montani è stato deputato e senatore della Lega fino al febbraio 2013 – ndr) e non il suo segretario. Marco Zacchera rappresenta solo se stesso. Autosospesosi dal PDL, ammiccante al Nuovo Centro-Destra ma vicino idealmente a Fratelli d’Italia sta con tutti e con nessuno, compreso il Centro-Sinistra. Dice che è il momento di andare oltre gli schieramenti, ma tenta di accreditarsi come padre nobile del Centro-Destra. La sua decisione di dimettersi e interrompere il mandato conferitogli dagli elettori, presa al di fuori dei partiti e contro i partiti della coalizione lo estromettono da ogni ruolo attivo. Stupisce anche che ogni sua esternazione, priva di ufficialità, venga dai media interpretata come voce autorevole…”
Verbania 11.2.2014 – Nuovo Centro-Destra con Alfano – Matteo Marcovicchio

Al giovane rampante yuppie Marcovicchio, La Lega Nord e Fratelli d’Italia hanno già risposto con comunicati esaustivi.
Personalmente per ora mi limito a riportare il suo comunicato perché il piglio saccente, la stoffa arrogante e fuori dai tempi fanno da corollario ad una candidatura calata dall’alto e credo che ogni lettore nel leggere un comunicato del genere possa farsi una propria opinione dei rischi che il centro destra stia correndo considerando che da sempre le “primarie” sono segno di democrazia e di ascolto mentre Marcovicchio risponde tentando di screditare la credibilità delle persone, attività che a quanto pare lo impegna più che la politica.
Verrà il momento per affrontare anche questo delicato aspetto. Grazie comunque a Matteo per la riconoscenza, ma soprattutto perché così tutti adesso possono capire lo stile, i metodi, la “stoffa” e le smodate ambizioni di certa gente che avevo intorno.

ARRIVA RENZI, COSA CAMBIERA’ ?
Viviamo in uno strano paese. Neppure 24 ore dopo che il premier Enrico Letta aveva presentato “urbi et orbi” il suo programma di rilancio per l’Italia da qui al 2018 eccolo silurato ed affondato da Matteo Renzi, che solo pochi giorni fa sosteneva “ Con me ai vertici del PD Letta è più forte”.
D'altronde lo stesso Letta insisteva “Non mi dimetterò”, cosa che ha puntualmente fatto due giorni dopo averlo strenuamente dichiarato. Anomalie di un Partito Democratico che ora punta tutto su Renzi e cannibalizza uno dopo l’ altro tutti i suoi suo leader, sport cui nel recente passato si è ampiamente distinto.
Immaginatevi che cosa potranno pensare di noi i ricchi sceicchi arabi che solo ad inizio settimana ricevevano Letta con tutti gli onori e che l’hanno visto distrutto in tre giorni: si potranno mai fidare degli italiani?
La confusione è massima visto che dovremmo essere una repubblica parlamentare ma entrambe le attuali vedettes della politica italiana, Renzi e Berlusconi, non siedono in parlamento e anche questa è un’altra anomalia soprattutto visto che siamo al 3° governo di fila condotto da persone non scelte per via elettorale: ma la sovranità non apparteneva al popolo? .
Dunque, Renzi. Gli vanno fatti comunque gli auguri e non resta che vedere che cosa, concretamente, sarà capace di fare tenendo conto che l’Italia è stremata, che è difficile fare peggio ma che nello stesso tempo - ove anche l’immagine del giovane leader dovesse tramontare - presto saremmo nel buco più nero. Renzi eredita una situazione drammatica per cui non basterà la sua “smisurata ambizione” a risolvere i problemi, ma è anche l’unico ad avere teoricamente le carte in mano per rovesciarla: maggioranze blindate in parlamento, indubbio appeal personale, faccia nuova in una politica asfittica…non ci resta che vederlo davanti alla prova dei fatti.

REGIONE PIEMONTE: SENTENZA POLITICA
Le sentenze si rispettano, ma in democrazia si può ancora protestare ed io quindi come cittadino piemontese protesto e denuncio come squisitamente “politica “ la decisione di sciogliere il consiglio regionale del Piemonte.
Con una brevissima udienza il Consiglio di Stato ha infatti rigettato il ricorso del presidente Cota e – dando ragione al TAR – ha annullato le elezioni del 2010. Difficile peraltro che decidesse in modo diverso visto che il caso è stato affidato alla stessa 5a sezione che già in passato si era espressa “pro TAR” e che quindi difficilmente avrebbe sconfessato sé stessa.
Tutti a casa, quindi, il voto di milioni di persone non è contato nulla, quelli che hanno votato “Pensionati per Cota” erano tutti evidentemente dei cittadini cretini perché NON volevano votare Cota come presidente (logica aberrante e contro ogni buonsenso) e poiché quella lista è stata presentata con firme non debitamente autenticate “non esisteva” e quindi 27.000 cittadini non sono stati solo dei cretini, ma sono anche diventati dei fantasmi.
Infine un’ulteriore presa per i fondelli sono le dichiarazioni dell’ex presidente Mercedes Bresso, la presidentissima ai tempi della sinistra che tuona “finalmente giustizia è fatta”. Bene, allora si ricandidi Lei alla presidenza della Regione, cara la mia Bresso, visto che – Magistrati o no – nel 2009 si era preso una bella intronata (ho cambiato il termine in uso per questioni di buon gusto) dal corpo elettorale. Invece no, Chiamparino è già in pista sicuro del successo e la Mercedes (Bresso) resterà rottamata, ma con i piemontesi che nel frattempo si sono probabilmente dimenticati dei disastri che con lei la sinistra aveva combinato. Speriamo di no, anche perché quei danni li stiamo ancora pagando e comunque si è già visto come sono finite certe “gioiose macchine da guerra”…

STILE FIAT
Che la Fiat di Marchionne abbia formalmente lasciato l’Italia e trasferito all’estero sede e recapiti fiscali ha tenuto poco banco sui media italiani che hanno trattato la faccenda come un dato tecnico e poco di più. Peccato così che pochi abbiano sottolineato una grande verità e cioè come la FIAT per decenni abbia spolpato l’osso Italia per tutto quanto possibile – dai contributi di stato alla cassa integrazione - e poi, digerita la “ciccia”, se ne sia andata. Una volta di più vince il capitalismo del “I miei costi e i debiti cerco di farli pagare agli altri, gli utili me li tengo io” che in casa Agnelli sono buona regola dai tempi dei bisnonni. Pensate per un attimo se il “sistema Italia” fatto da milioni di piccole imprese avesse avuto le stesse possibilità di credito e finanziamenti di FIAT negli ultimi decenni… Credo che il nostro paese sarebbe già da tempo fuori dalla crisi.
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