Materia e Figura di Antonio Cotroneo

Anche quest’anno apre le porte l’atelier dell’artista Antonio Cotroneo: l’evento organizzato, Materia e Figura, propone al pubblico e agli appassionati d’arte una collezione di opere figurative, molte delle quali inedite e selezionate dalla collezione privata del pittore.

  
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Nella zona Cima d’Intra a Verbania, nel Vicolo delle Ghiacciaie n° 6, si trovano gli spazi che hanno ospitato negli anni lo studio dell’artista.

L’evento che si inaugurerà sabato 1 luglio p.v. dalle ore 17: sono previste altre date di apertura 8 e 15 luglio, 5, 12 e 19 agosto dalle 17 alle 20; è possibile visitare l’esposizione anche al di fuori dei suddetti giorni ed orari, previo appuntamento.

L’evento è stato organizzato dalla figlia dell’artista, Cristina Cotroneo, che dopo la dipartita del padre propone periodicamente al pubblico le opere disponibili sia presso l’atelier che in gallerie d’arte o eventi a tema.

Antonio Cotroneo (Milano, 4 marzo 1928 – Verbania, 12 aprile 2015) è stato un designer di architettura, pittore e scultore di fama nazionale ed internazionale.

L’infanzia
Figlio primogenito di Mariano dottore in legge con Margherita Lupo donna colta originaria di una delle più antiche famiglie di Lecce, è cresciuto a Milano, ma allo scoppiare della seconda guerra mondiale si trasferì a Rovato come sfollato per rientrare a Milano dopo l’8 settembre 1943 e all’età di 15 anni, entrò a fare parte della resistenza come partigiano fino al maggio 1945.

La formazione architettonica
Frequentò la suola media e il liceo scientifico dove il suo professore di disegno (il pittore Giannino Grossi, il pittore dei navigli) intuì le sue qualità artistiche e incoraggiandolo a proseguire nello studio del disegno: le sue aspirazioni erano fare il pittore o l’architetto quindi trovò un impiego presso un’impresa di costruzioni; l’architetto del cantiere, viste le sue qualità, gli consigliò di studiare alla scuola serale per periti industriali edili dove si diplomò nell’anno 1952 e cominciò la sua esperienza negli studi di architettura milanesi.

Disegnava come un vero professionista e il suo desiderio di apprendere lo portò oltre; accettò la collaborazione con lo studio svizzero e dell’architetto Both che lo spinse a studiare e frequentare la facoltà di architettura; Both era stato un allievo di Le Corbusier, e un giorno lo portò a Parigi, proprio nello studio del maestro francese, dove rimase per un periodo, durante il quale apprese moltissimo: la morte del padre lo indusse a rientrare a Milano dove cominciò a collaborare come designer presso diversi studi di progettazione, e in uno di questi conobbe colei che divenne sua moglie, Robertina Favero e nel 1964 nacque la loro unica figlia Cristina.

La formazione artistica
Era il 1965 e il solo lavoro non gli bastava, cominciò a disegnare e studiare molti argomenti, acquistò diversi libri, talvolta anche facendoli arrivare dal mercato estero, e fu così che s’inoltrò nel campo dell’arte e dell’universo, poiché a suo parere “l’arte non può esserci senza l’universo”.

Per tutto il periodo che precedette la pensione, lavorava di giorno e una volta tornato a casa si dedicava all’arte fino a tarda ora: esplorò le varie espressioni artistiche dapprima il paesaggio, il figurativo e negli anni ’80 approdò agli astratti, che lui soleva definire “non improvvisazione, ma pensiero”; seguirono le nature morte, dagli anni ’90 i collage e infine l’informale.

Le acquisizioni personali maturate durante i lunghi anni di collaborazione con gli studi di architettura e un lungo percorso di studio autodidatta che spazia dalla grafica, alla storia dell’arte, all’architettura, all’astronomia, all’archeologia gli conferiscono l’autorevolezza del contenuto, della sua individualità come Artista.

La sua personalità l’ha portato a non accettare mai compromessi in merito a politica, religione e qualsiasi altra tendenza di pensiero sviante agli effetti della sua libertà spirituale, rimanendo fedele allo studio delle nozioni artistiche apprese durante il suo percorso pittorico.

La carriera artistica
Antonio Cotroneo ha prodotto oltre 5.000 opere tra quadri, sculture, alcuni scritti personali, schizzi e studi compositivi.

Di lui negli anni hanno scritto: Antonino De Bono (critico d’arte), Gianni Prè, Elio Marcianò, Pittore Franco Salvotti, Walter Alberti, Luigi Valerio, Pittore Giuseppe Mereu, Franca Nesi, Carlo Facchinetti, Antonio Oberti, Giancarlo Saragozza, Renato Cuzzoni, Giuseppe Possa (critico d’arte), Liviano Papa (critico d’arte).

Nell’ambito milanese si è inserito nell’ambiente partecipando a numerose manifestazioni collettive e personali, partecipazioni a premi e concorsi e una volta trasferitosi nel Verbano ha fatto mostre espositive e collettive nelle gallerie della zona.

Il suo pensiero e il suo movimento artistico interiore
L’interesse dimostrato per l’operato di moltissimi pittori ha animato la sua curiosità, poiché costoro, secondo la sua personale osservazione, si sono portati verso vertici universali di pensiero.

A coloro che lo hanno conosciuto e che hanno avuto modo di dialogare con lui, ha sempre dimostrato slanci completamente disinteressati nella pienezza culturale di un serio interprete del quotidiano, e questa libertà è il vero motore della sua sensibilità spirituale e umana.

Credeva che una ricerca seria prenda tutta la vita e che il problema della riuscita delle nostre esperienze sulla materia e sull’universo è collegato a quello della variabilità delle condizioni generali dell’universo e alle cinque dimensioni note: una dimensione temporale, tre spaziali, alle quali si è aggiunta una quinta dimensione che è la “Dirittura Morale”.

Quando dipingeva la sua mente andava all’uomo e all’universo. Le composizioni nascevano dal desiderio di pace, la forma e i colori si affiancavano in un’armonia pittorica voluta.

Gli ultimi anni
Nel corso degli ultimi anni di vita, ha rallentato la sua produzione pittorica a causa di gravi problemi di vista che gli hanno impedito di dedicarsi alle sue passioni, la lettura e la pittura, ma nonostante ciò ha impiegato tutta la sua energia per produrre comunque il suo pensiero.

Non ha mai smesso di studiare i valori universali, pietre miliari per ciò che è stato e per ciò che, con la sua opera, ha espresso al mondo.

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