"Verbania: fusioni logiche"

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Marco Zacchera, estratta dall'ultima edizione della sua newsletter "Il Punto", riguardante le fusioni tra comuni.

  
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Trovo positivo che in zona si sia finalmente ripreso il discorso della unificazione tra più comuni (che avevo già avviato quando ero sindaco) per razionalizzare i servizi, ridurre i costi generali e concentrare su Verbania aree che praticamente gravitano già quasi totalmente sul capoluogo.

Sostenevo a suo tempo l’ unione di Verbania non tanto con Cossogno ma soprattutto con i comuni della “cintura” cominciando con SAN BERNARDINO VERBANO, VIGNONE ed ARIZZANO che sono la logica prosecuzione territoriale e urbana di Verbania oltre a condividerne già molti servizi.

Se si parla ora di unire VERBANIA con COSSOGNO (il comune più montano e decentrato di tutti!) non si può non insistere almeno anche con SAN BERNARDINO VERBANO che è di fatto – e con l’allargamento a Cossogno lo sarebbe ancora di più - un comune già oggi letteralmente "incapsulato" in Verbania.

Bene quindi che la proposta sia stato sollevata da Damiano Colombo (consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Verbania) cui ha subito risposto positivamente Salvatore Bassi consigliere di San Bernardino Verbano presentando anche un documento nel proprio consiglio comunale.

E' un discorso che va assolutamente portato avanti con buona volontà perché le unioni tra comuni sono cose necessarie e serie, ma vanno affrontate e meditate per strategie a lungo termine e non solo gestite – come con Cossogno – per piccoli calcoli elettorali.

Per questo mi auguro che si apra in tutta la zona un dibattito serio e si giunga a una conclusione sollecita.

Certo servirebbe anche una autorità esterna, illuminata e decidente, che ascolti tutti ma poi proponga e decida secondo logica ed in autonomia - possibilmente con dei referendum consultivi - per non far prevalere gli interessi locali o personali.

Credo che diverse unioni tra comuni anche nella nostra zona montana si potrebbero allora concludere positivamente e a breve, ma se continueranno a contare soprattutto gli interessi personali, i presunti vantaggi di partito e le beghe o rivalità di paese non si andrà – purtroppo – da nessuna parte.
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