Impianti Devero - San Domenico: c'è chi dice NO

Riceviamo e pubblichiamo, due note, una dell'Associazione di categoria GEA VCO Naturaliter, e l'altra del Comitato Salviamo il Paesaggio Valdossola, contrarie alla realizzazione degli impianti che andrebbero a collegare Devero a San Domenico.

  
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Associazione di categoria GEA VCO Naturaliter:
La scrivente associazione di categoria GEA VCO Naturaliter, che attualmente rappresenta 48 Guide Escursionistiche Ambientali della Regione Piemonte regolarmente iscritte nelle liste provinciali, esprime la propria contrarietà al progetto in oggetto.

Le Guide Escursionistiche Ambientali, per propria vocazione professionale, perseguono obiettivi di tutela e salvaguardia degli ambienti naturali nei quali accompagnare e dei quali spiegare le caratteristiche a singoli o gruppi di persone (L.R. 33/2001 Piemonte).

Ne consegue che la modifica dell'ambiente e del paesaggio del Devero (Parco ed aree contigue), interessate dal progetto di costruzione di nuovi impianti di risalita, non potrà che ostacolare gli obiettivi e le attività della professione.

I territori di Devero, Val Bondolero, Val Buscagna, Monte Cazzola e limitrofi rappresentano zone rare per conservazione e bellezza, uniche in tutte le Alpi e in Europa.

Il loro vero valore è mantenere questa unicità, quella che attira sempre più turisti/escursionisti soprattutto stranieri, amanti degli ambienti naturali veri e integri.

Proprio con l'intento di perseguire azioni volte allo sviluppo di un turismo sostenibile, già nel 2012 GEA VCO Naturaliter aveva aderito alla CETS (Carta Europea del Turismo Sostenibile) promossa dal Parco Naturale Veglia Devero – Aree Protette dell'Ossola, e ancora oggi continua il percorso di rinnovo della nuova Carta per il prossimo quinquennio.


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Comitato Salviamo il Paesaggio Valdossola:
In Val d’Ossola da parecchio tempo si parla di faraonici progetti per lo svilup-po degli sport invernali per lo sci da discesa, con realizzazione di nuovi impianti a fune e di annesse strutture di accoglienza turistica, a vantaggio di masse ipotetiche di sciatori domenicali, nella più irrazionale ed anacronistica logica di frequentazione della montagna “mordi e fuggi”. E di recente, proprio a proposito del Devero, il dibatto tra i pro e i contro si sta di nuovo scaldando sui vari fronti dell’informazione. Sia sui social network, sia presso i media provinciali (giornali e giornali on-line) sono emerse fin’ora le prese di posizione contrarie di alcuni esercenti del posto, di associazioni ambientaliste riconosciute, della categoria delle guide escursionistiche, di altre singole persone. Mentre su altri versanti si registra la discesa in campo di rappresentanti politici locali, in difesa delle proprie scelte e a supporto delle nuove opere.
Si tratta di nuovi skilift, funivie e seggiovie con adiacenti sterili piste da sci in luogo di pascoli, praterie alpine e boschi, strade di servizio e di accesso, posteggi e garages, alberghi e self-service, altre opere secolari a dir poco stravaganti (un ascensore per far salire di quota gli sciatori), che impatteranno pesantemente e per sempre sul paesaggio lepontino. Progetti e studi di fattibilità concepiti nell’illusione di poter collegare l’area di San Domenico-Ciamporino con il Parco del Devero (nuova seggiovia del Cazzola, più lunga, più grande e più bella), probabilmente anche la cima del Cistella (nuovo rifugio-albergo-centro-benessere Leoni), attraverso il Bondolero (piste nere delle valanghe e delle rocce a strapiombo) e forse più in là fino alla Formazza, o addirittura verso il Vallese via Binn o via Trasquera-Sempione (impianti del Monte Teggiolo in arrivo).

Perché no …?!
Un bel mega comprensorio sciistico dai costi finanziari e ambientali allucinan-ti, con benefici economici per le comunità locali tutti da dimostrare (anche se sban-dierati come certi), mentre si sa, la montagna va incontro ad inverni sempre meno freddi e sempre meno nevosi. Non a caso, sono già pronti i contributi pubblici (18 milioni di euro regionali) per laghi, laghetti e bacini, pozzi e pozzanghere, atti all’innevamento artificiale e altre incredibili amenità, teoricamente creative, ma propagandate con un’infantilità disarmante e con un coraggio inverosimile.
Tutto questo è il compendio di quello che abbiamo raccolto parlando a destra e a manca con conoscenti e altre persone preoccupate, ascoltando e leggendo le grida di allarme di alcuni e le pronte repliche in difensiva di altri “bene informati”. Poiché siamo innamorati delle nostre terre di montagna, disapproviamo questo progetto di collegamento sciistico a prescindere, dal momento che invece crediamo nell’importanza dei Parchi e delle altre aree protette ossolane (SIC e ZPS). Siamo inguaribili amanti ed estimatori delle bellezze naturalistiche di un territorio esclusivo e invidiabile, meritevole piuttosto di continua e maggiore tutela e rispetto. Le risorse ambientali e paesaggistiche di tutta la zona del Devero, non solo entro i confini ingannatori del Parco, andrebbero difese e conservate per le generazioni future, non sfruttate per il tornaconto sconsiderato dei soliti ignoti. Inoltre, in virtù dell’essere convinti sostenitori di turismo responsabile, consapevole, dolce, eco-compatibile, che credono nel rapporto sostenibile Uomo-Natura, nelle buone pratiche di frequentazione della montagna legate all’escursionismo estivo sui sentieri esistenti, nello sci alpinismo attento ai danni che potrebbe creare alla flora e alla fauna, siamo pronti a dar battaglia a questo progetto. Ci piacerebbe conoscere chi, comprendere cosa bolle veramente in pentola e sapere per che-cosa-in-cambio sono stati messi gli occhi sull’Alpe Devero e sui suoi dintorni. Dobbiamo constatare che in nessuna assemblea pubblica è stato spiegato con chiarezza quali progetti siano in ballo sul territorio: quali attori, quale denaro, quali competenze, quali valutazioni occorrano per autorizzare un’opera del genere e quale sia lo stato dell’arte della proposta di collegamento sciistico nei comuni di Crodo, Baceno, Varzo e Trasquera.
Siamo preoccupati, perché quando l’imprenditoria e la politica si fanno beffe di leggi e normative, sfidando i ricorsi legali e gli esposti alla magistratura, siamo davvero messi male e ancor peggio siamo rappresentati nelle istituzioni dello Stato.

Siamo angosciati perché le parole “sfruttare” e “profitto” sono vecchie e fuori luogo e non dovrebbero mai più essere usate da chi si reputa persona ragionevole. La bellezza si gode per il benessere di tutti, mentre alle false promesse di posti di lavoro e di reddito equamente distribuito non ci crede più nessuno …
Siamo inquietati per avere appreso che in nome delle compensazioni ambientali (che tra l’altro andrebbero impiegate in interventi pro-ambiente e non altrove), le amministrazioni locali dei Comuni interessati al collegamento sciistico stanno modificando i piani regolatori comunali, stanno cioè svendendo ancora una volta il patrimonio storico, culturale, paesaggistico, ambientale e naturale del territorio nelle mani di fantomatici investitori forestieri, che così tanto bene ricorda-no i tempi andati dell’esilarante progetto Ve-De-For.
Auspichiamo infine l’avvio di una seria Valutazione Ambientale Strategica per il progetto nel cui procedimento possano finalmente essere ascoltate le voci di chi ha idee diverse in ambito territoriale e turistico, perché per fortuna siamo ancora in democrazia, e perché i grandi statisti del paese, ai quali affidare ciecamente il nostro futuro, devono ancora nascere.
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