Montani su passaggio VCO da Piemonte a Lombardia

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Senatore Enrico Montani, riguardante la recente approvazione in Consiglio Provinciale dell’ordine del giorno che da l’avvio all’iter per l’indizione del referendum popolare per il passaggio del Vco dalla regione Piemonte alla Lombardia.

  
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Nei giorni scorsi il consiglio provinciale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno con cui ha sancito l’avvio dell’iter per l’indizione del referendum popolare per il passaggio del Vco dalla regione Piemonte alla Lombardia. A seguito di questa decisione, il Senatore della Lega Enrico Montani ha espresso in una nota la propria personale soddisfazione, in aggiunta a quella del neo iscritto Valter Zanetta.

«Se per il presidente Stefano Costa è stato un “atto dovuto” – dice Montani nel comunicato stampa – per quanto mi riguarda, si tratta invece di una svolta epocale, pari soltanto alla nascita della Provincia del Vco, alla Repubblica dell’Ossola e all’Uopa. Il rammarico è che abbia trovato poco sostegno da parte degli amministratori – si legge nella nota – mentre a mio avviso è il segnale di un territorio, il Vco, che finalmente ha rialzato la testa. Sono orgoglioso – dichiara il Senatore leghista – di essere cittadino di Domodossola e del Vco e mi unisco, insieme all’amico e neo iscritto alla Lega Valter Zanetta, in un abbraccio ideale a tutti quei cittadini che hanno detto sì all’annessione alla Lombardia, seppur l’iter è soltanto all’inizio, scrivendo una bella e significativa pagina di storia contemporanea».

Per Montani, che ora seguirà da vicino il cammino che porterà a depositare la richiesta di referendum presso la Cancelleria della Corte di Cassazione, i motivi che hanno portato i 5.300 firmatari a sostenere il distacco dal Piemonte sono chiari e inequivocabili. «Sono anni – denuncia il parlamentare della Lega – che da Torino arrivano soltanto bastonate, basti pensare, solo per fare due esempi, alla situazione critica in cui versano la nostra sanità e le nostre strade. Ora che abbiamo rialzato la testa – termina la nota – è venuto il momento di far arrivare forte il grido della nostra protesta fino al palazzo della Regione».
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