Il cinema incontra arte: "La Morte Corre sul Fiume"

Lunedì 20 agosto 2018 alle ore 21:30 presso il Parco di Inoca Cossogno proiezione di "La Morte Corre sul Fiume" per la rassegna "Il cinema incontra l'arte, il paesaggio, la storia, la montagna, la musica e il canto" nell'ambito del progetto Verso Comuni Orizzonti".

  
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il 20 Agosto il cinema arriva a Cossogno, presso INOCA (in caso di pioggia salone parrocchiale) con La morte corre sul fiume di Charles Laughton (The night of the hunter, 1955), un capolavoro fuori tempo, di valore assoluto. Nella fotografia si fondono la tradizione del gotico angloamericano e dell’espressionismo europeo. La storia che ci viene raccontata è infatti essenziale, radicata in un periodo, un ambiente e una cultura precisi, e che però vola verso la metafora, l’exemplum, l’allegoria, l’apologo, il mito: la favola.

Regia: Charles Laughton. Soggetto: dall'omonimo romanzo di Davis Grubb. Sceneggiatura: James Agee, Charles Laughton. Fotografia: Stanley Cortez. Montaggio: Robert Golden. Scenografia: Hilyard M. Brown. Musica: Walter Schumann. Interpreti: Robert Mitchum (Harry Powell), Shelley Winters (Willa Harper), Lillian Gish (Rachel Cooper), Peter Graves (Ben Harper), Billy Chapin (John Harper), Sally Jane Bruce (Pearl Harper), Evelyn Varden (Icey Spoon). Produzione: Paul Gregory Productions. Durata: 93'

Capolavoro segreto del cinema americano, fonte di ispirazione per Scorsese, Malick e mille altri, l’unica regia di Charles Laughton è una fiaba gotica vista dagli occhi di due bambini. Favola oscura, fotografata in un bianco e nero espressionista e visionario, che regala a Robert Mitchum uno dei più grandi personaggi della sua carriera, quello del sinistro predicatore che incombe come un orco sui due piccoli protagonisti indifesi. Un film unico e irripetibile, considerato tale fin dal suo apparire (così la giudicava Truffaut nella sua pronta e acuta recensione), come se fosse destino che lo stesso Laughton non avrebbe più osato sfidare tanta perfezione. Un film, che come nessun altro ha il passo dell’infanzia e in cui la cosa più straordinaria è proprio l’arcano, meraviglioso disegno dei personaggi. Fiaba e thriller, bianco e nero, luci ed ombre, il bene contro il male. Un film di opposti inconciliabili, come quelle parole – ‘love’, ‘hate’ (amore e odio) – che il predicatore ha tatuato sul dorso delle dita. Una delle (tante) immagini indimenticabili di questo capolavoro senza tempo.
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