VCO fuori da Fondazione Cariplo

Riportiamo alcune reazioni politiche alla recente esclusione del VCO dalla rappresentanza di Fondazione Cariplo.

  
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Forza Italia:
L'esclusione del Verbano Cusio Ossola, per la prima volta, dal consiglio della Fondazione Cariplo offre un interessante spunto di riflessione, proprio nel momento in cui alcuni vedono nel passaggio alla Lombardia la soluzione di ogni problema.
È evidente che questo territorio è sempre più marginale, sia in generale sia rispetto alle dinamiche lombarde. Viene dunque spontaneo chiedersi cosa sia più logico fare: se rafforzare il peso specifico del territorio (non tanto politicamente, quanto economicamente, come avverrebbe con la creazione di una Zona Economica Speciale in un Piemonte autonomo) oppure puntare su un “trasloco” che porta con sé molte incognite, come il rischio di restare sempre Cenerentola ma solo in una casa diversa. Forza Italia propende per la prima ipotesi.

Coordinamento provinciale Forza Italia Vco

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Gruppo Omegna si cambia:
Il gruppo Omegna, si cambia ! interviene sul “caso” della Fondazione Cariplo che per diverso tempo non avrà un proprio rappresentante in Consiglio:

“In questi giorni e diremmo tardivamente, qualcuno si è accorto che il nuovo regolamento della Fondazione Cariplo prevede, in alcuni casi, l’alternanza dei commissari provinciali addirittura a estrazione; un metodo che ci pare quantomeno discutibile...ma tant’è. Sfortuna vuole che la sorte ha determinato che nei prossimi 6 anni il VCO non avrà un suo rappresentante in Fondazione.

E’ vero che la filantropia e l’attenzione nei confronti dei bisogni delle comunità non dovrebbero conoscere confini, ma certamente per il nostro territorio è una grave perdita. Avere un interlocutore diretto che conosce pregi e difetti di una realtà complessa come la nostra sarebbe importante. E invece...Invece dovremo farne a meno! A dirla tutta anche altre fondazioni non prevedono esponenti del territorio (ad esempio la CRT), ma nella Cariplo c’eravamo.

Ora, di chi sia la responsabilità di questa situazione non è del tutto chiaro; forse la smania di voler ridurre e razionalizzare anche ciò che andrebbe mantenuto...forse l’indifferenza di qualcuno...forse ragioni che non riusciamo a immaginare. Ma che si sia distratto qualcuno è piuttosto evidente.
Non sappiamo se il commissario uscente sia intervenuto o meno o abbia cercato di sensibilizzare il territorio perché si potesse difendere…?! Forse si o forse no… Se ne avesse parlato il presidente della provincia o con altre istituzioni del territorio ci si poteva aspettare qualche reazione ben prima di oggi che i giochi sono fatti. Ma non è successo niente. O forse andava bene a tutti ?!?
Il punto è che per il VCO non è certo una carezza ma una sberla. Il punto è che la tanto osannata provincia azzurra che secondo molti meriterebbe ampi margini di autonomia, che è il vero motore del turismo per la regione (solo dopo Torino!), che in Piemonte vorrebbero conservare e in Lombardia conquistare, pare non sia così importante nei fatti!

Come già detto, il nostro gruppo non ha un’idea precisa sul referendum del 21 ottobre; però abbiamo la sensazione che Piemonte e Lombardia dovrebbero dimostrasi attenti sempre e non solo quando serve per mercanteggiare voti.

Le scarse premure nei nostri confronti rappresentano l’ennesima sconfitta della solita politica e ci domandiamo se non sia auspicabile che nei prossimi consigli regionali, piemontese o lombardo che sia, siano presenti uomini o donne provenienti da esperienze civiche, ma veramente civiche, come la nostra...?! Perché la voce della gente e delle comunità arrivi attraverso qualcuno non contaminato da logiche di partito.
Noi ci stiamo pensando seriamente, disponibili a collaborare con altre realtà civiche delle regione, qualunque regione, per costruire un percorso diverso. Seguiremo chi ci proverà o ci faremo promotori di un progetto chiaro e serio; portare il pensiero e le necessità delle nostre città in consiglio regionale...”


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On. Enrico Borghi:
Il territorio provinciale del Verbano Cusio Ossola viene escluso dalla rappresentanza nel Comitato di Beneficienza della Fondazione Cariplo.

E’ questo l’esito della riforma statutaria dell’ente, voluta dal presidente Giuseppe Guzzetti, che ha ridotto il numero dei componenti dell’organismo stabilendo che in luogo della originaria previsione che assicurava a tutte le province lombarde e a quelle piemontesi di Novara e del VCO un rappresentante, sul versante piemontese in futuro vi sarà un unico rappresentante per entrambe le province di Novara e del Verbano Cusio Ossola.
Non essendo stata raggiunta una intesa tra le due province su quale territorio dovesse partire per primo, ieri a Milano si è tenuto il sorteggio che ha stabilito che sarà Novara la prima provincia che fornirà alla Fondazione Cariplo la terna dei rappresentanti all’interno della quale la governance uscente della Fondazione individuerà il futuro rappresentante nel comitato di beneficienza. Il VCO, che fin dalla nascita della provincia nel 1995 aveva sempre avuto un rappresentante garantito, resta così a secco.
“La riforma dell’organismo voluta e promossa dal presidente Guzzetti -commenta l’onorevole Enrico Borghi, deputato dell’Alto Piemonte membro dell’ufficio di presidenza del Pd alla Camera-, nel silenzio totale del rappresentante uscente del Verbano Cusio Ossola in Fondazione Cariplo arch. Francesca Zanetta, ha come primo effetto concreto l’esclusione del territorio più periferico dal board della Fondazione Cariplo. Si fa un gran parlare, in queste ore, di garanzie che arrivano da Milano in caso di nostro passaggio in Lombardia, e al primo atto pratico veniamo lasciati a casa da un organismo che in questi anni -sia pure con modalità molto discutibili e spesso autoreferenziali- ha distribuito sul territorio risorse finanziarie importanti per servizi ed investimenti. Negli anni scorsi ho avuto motivo di polemica con Guzzetti, e oggi i fatti purtroppo mi danno ragione. Sarebbe buona cosa che almeno nei rappresentanti delle associazioni che contribuiscono a completare il board della Fondazione si effettuasse una recupero del territorio del VCO, seguendo tuttavia la strada del confronto con le istituzioni locali e non quello dell’autoconservazione. L’intera vicenda è emblematica del fatto che se Atene piange, Sparta non ride. E che affidarsi a miracolistiche promesse in caso di modifiche territoriali, significa imboccare la strada della delusione. Certo, se a tempo debito la riforma dello Statuto della Fondazione Cariplo fosse stata fatta in trasparenza , avvisando e coinvolgendo le istituzioni, anzichè fare tutto alla chetichella, forse oggi non saremmo arrivati a questo risultato penalizzante per il VCO. Ma ormai cosa fatta capo ha, e di questo sappiamo chi ringraziare“.
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