Il VCO è Piemonte su referendum Lombardia

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato di "Il VCO è Piemonte!", gruppo di cittadini auto-organizzatisi, riguardante il referendum sul passaggio a Regione Lombardia.

  
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Il VCO è Piemonte!", gruppo di cittadini auto-organizzatisi per contrastare l'inutile e costoso referendum del prossimo 21 Ottobre per il passaggio del VCO alla Regione Lombardia, esprime tutta la sua contrarietà a un'operazione di chiara marca ideologica pan-lombardista ed elettoralistica. Ci sarebbe moltissimo da argomentare contro questa sciagurata iniziativa: ragioni di ordine storico, economico, istituzionale.

Innanzi tutto si propone il trasferimento di un'area da secoli piemontese a un'altra Regione a statuto ordinario, per cui non si capisce quali sarebbero i reali vantaggi, questo tralasciando i complicati e costosi iter che sarebbero inevitabili per adeguarsi alle normative di un'altra regione.

In Lombardia, una regione con il doppio degli abitanti rispetto al Piemonte, il VCO, rappresentando appena l’1,5% della popolazione E senza un rappresentante in regione per i prossimi 4 anni, verrebbe inevitabilmente marginalizzato e rischierebbe di avere un peso del tutto insignificante.

Analizzando il discorso legato alla spesa pubblica il VCO in Lombardia ci rimetterebbe 93 milioni l’anno, in quanto questa in Piemonte è più elevata (circa 600 € in più per ogni cittadino) mentre per quanto riguarda la Sanità, argomento spesso al centro della propaganda pro-Lombardia, il Piemonte vanta numerose eccellenze e mantiene il settore in gran parte in mani pubbliche, ai primi posti in Italia per efficienza e davanti alla Sanità lombarda (dove vi è
una spiccata presenza privata, con i relativi costi per il cittadino).

Perfino per ciò che concerne la politica ambientale, il Piemonte sembra vantare maggior rispetto per l’ambiente (7% di consumo di suolo nazionale contro il 13% della Lombardia) ed una gestione più attenta alla preservazione del territorio.

Oltre a queste considerazioni di carattere generale se ne possono ricordare alcune di natura più particolare, domande a cui ancora nessuno ha dato una risposta e che vertono, ad esempio, sul futuro della nostra ASL, a rischio soppressione visto che, staccandoci a livello regionale dal novarese, mancherebbe il numero legale di
comuni. Della nostra azienda sanitaria fanno infatti parte alcuni comuni del novarese che, ovviamente, continuerebbero a rimanere in Piemonte e che non potranno quindi continuare a far parte di una ASL di un'altra regione. Lo stesso discorso vale per il tribunale di Verbania che copre diverse località della provincia di Novara.

Uno degli argomenti principe di questa campagna referendaria, inoltre, è stata l'Irpef, le cui aliquote sono effettivamente più basse in Lombardia. Peccato che si ometta che una differenza sostanziale l'avvertiranno solamente i redditi alti: in Piemonte, infatti, esiste un'IRPEF più giusta e dal carattere più progressivo e questo comporta che i vantaggi concreti ce li avrebbero soprattutto i ceti più abbienti mentre per la gente comune cambierebbe poco o
nulla, con un risparmio annuale sull'ordine delle poche decine di euro.

I trasporti pubblici funzionano meglio in Lombardia? Eppure il 76% degli utenti si dichiara insoddisfatto mentre in Piemonte per i disabili almeno sono gratuiti.

A livello di politica turistica poi, settore importantissimo per l'economia della nostra provincia, si pongono degli interrogativi, anche questi finora senza risposta. Cosa comporterebbe per il lago d’Orta finire diviso tra due regioni? La provincia del VCO, che spadroneggia in Piemonte, in Lombardia non subirebbe forse la concorrenza di altre realtà lombarde simili (come il lago di Garda o quello di Como)?

Domande finora inevase e che pongono dei dubbi giustificati sulla bontà dell'iniziativa. Noi crediamo che la soluzione per i problemi del VCO non sia il semplice trasloco in un'altra regione, quanto piuttosto l'impegnarsi in quanto Piemontesi per un’effettiva autonomia del Piemonte, nel quale il VCO conti di più e a cui vengano riconosciute le sue specificità e devolute competenze e risorse. Solo questa può essere una via sensata e percorribile verso un futuro
migliore per la nostra zona. Il fumo e le facili illusioni vendute alla gente, invece, non ci piacciono. Il VCO merita maggiore considerazione da parte del governo regionale ma siamo fiduciosi del fatto che il suo popolo non si farà attrarre da talune sirene e dal miraggio di un paradiso inesistente oltre Ticino: qui siamo, qui restiamo, qui facciamo le nostre battaglie. Le chiacchiere e le leggende, quelle le lasciamo volentieri ad altri.

IL VCO È PIEMONTE! Leggi QUI il post completo