Parchi Naturali, considerazioni dopo il convegno

I parchi naturali per una nuova etica della montagna. Riflessioni degli addetti ai lavori dopo il convegno di Villadossola.

  
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Nel 1992 con un Decreto Ministeriale la Val Grande veniva riconosciuta come parco nazionale e il 23 novembre 1993 veniva istituito l'Ente Parco, chiamato a gestire questa nuova area protetta. Per ricordare questa ricorrenza lo scorso 20 ottobre è stato organizzato un convegno a Villadossola denominato “I parchi naturali per una nuova etica della montagna” che, oltre alla Val Grande, ha reso omaggio anche alle Aree Protette dell'Ossola che hanno ricordato i 40 anni del parco naturale dell'Alpe Veglia.

Perché festeggiare un compleanno? Che significati si possono trovare? Quali messaggi condividere e custodire per continuare a riflettere sul rapporto che vogliamo avere con il nostro territorio e per il nostro futuro? Questi alcuni degli interrogativi cui cercare di rispondere e che hanno guidato gli organizzatori dell'iniziativa nella definizione del programma e nell'accogliere i partecipanti al convegno.

Massimo Bocci, presidente del Parco Nazionale Val Grande ha sottolineato come “festeggiare un compleanno è sempre un evento un po' speciale. Quando si festeggia si fanno due cose: si ringraziano gli amici che partecipano al compleanno e quindi io voglio ringraziare tutti quelli che hanno permesso di arrivare in salute a 25 anni, gli amici del parco, i dipendenti , gli amministratori dei comuni del parco, gli abitanti delle Comunità, tutte persone che in silenzio ogni giorno lavorano e tengono duro. Si pensa a cosa fare nei 25 anni che verranno; qui si va un po' oltre il mio mandato ma mi verrebbe da dire che per i prossimi 25 anni dovremmo diventare un laboratorio di buone pratiche in cui sperimentare forme di sviluppo locale sostenibile che creino valore aggiunto al territorio senza portare via nulla di quello che ci è dato e che dobbiamo custodire facendolo diventare una delle leve dello sviluppo locale”.

Ha ricordato Paolo Crosa Lenz, presidente dell’Ente di Gestione delle Aree Protette dell’Ossola che, dal 2009, comprende anche il Parco Naturale della Valle Antrona: “Il bilancio di 40 ani è positivo perché il Parco è riuscito a tutelare la natura e al contempo promuovere lo sviluppo dell’economia locale. Nel futuro c’è la costruzione di un transboundary park, una parco transfrontaliero con la vicina valle di Binn, uno spazio di natura protetta nel cuore dell’Europa alpina.”

Sono alcuni decenni che i parchi, anche per legge, non sono più isolati e sotto una campana di vetro ma inseriti in un tessuto sociale ed economico per integrarsi a pieno titolo nelle scelte gestionali cercando un equilibrio tra l’agire e il non agire e per garantire uno sviluppo sostenibile. Aggettivo, quest'ultimo ricorrente, talvolta abusato, ma che nel suo significato deve essere accolto, fatto nostro, perché anche chi vivrà su questa Terra dopo di noi possa fruire e godere delle risorse disponibili che non sono infinite. E le aree protette non gestiscono solo acque e alberi ma sono responsabili dei paesaggi e delle attività umane presenti e con il loro lavoro, soprattutto in questi ultimi anni, si aprono al dialogo con le altre istituzioni e con le comunità di cui fanno parte.

Così anche i compleanni sono l'occasione per incontrarsi e confrontarsi su temi attuali e per certi versi “urgenti”, per ricordare e riflettere sulla fortuna di avere nella nostra provincia tesori da valorizzare e custodire. Giannino Piana, già docente universitario di Etica Cristiana, ci ha parlato anche dell'importanza dello stupore che deve essere riscoperto per dare ancora più senso alle nostre escursioni in montagna; il vice presidente del CAI Antonio Montani ha riaffermato la grande vocazione ambientalista dell'associazione resa più attuale oggi dalla necessità di portare forme innovative di economia sulle nostre montagne che possano contrastare il loro abbandono senza utilizzare la montagna a fini ludici. Il presidente dell'Associazione Italiana delle Guide Ambientali ed Escursionistiche, Filippo Camerlenghi ha coinvolto la platea comunicandoci con passione che il mestiere di chi accompagna nei parchi si fa col cuore e riconoscendo il privilegio di lavorare in un ufficio, la Natura, che merita rispetto assoluto.

Luca Calzolari, giornalista e direttore della rivista del CAI “Montagne 360”, ricordandoci che le politiche per la montagna hanno le loro radici anche nella Costituzione Italiana, ha messo l'accento sulla necessità di superare gli stereotipi, invocando una montagna che non sia raccontata dai media né come il regno di Heidi né solamente quando “uccide”, ma come luogo dove si possono sperimentare forme di ingegneria sociale.

Il rappresentante Di Federparchi Agostinelli all’identificazione dei parchi come luoghi di paesaggio tutelato e conservato. Non è mancato lo sguardo oltre confine, una prospettiva europea, con i rappresentanti di CIPRA e di ALPARC che hanno richiamato i parchi al ruolo di laboratori di buone pratiche da estendere poi all’esterno dei loro confini.

Un carosello di testimonianze ha infine emozionato, quando alcuni protagonisti dei nostri parchi naturali ci hanno raccontato perché questi luoghi sono importanti per loro e proprio per questo custoditi in modo particolare nel loro cuore.

Molte immagini hanno inoltre accompagnato la giornata a Villadossola, volti di alpigiani sono scorsi su una parete narrando azioni e fatiche quotidiane e una mostra fotografica ha illustrato i temi su cui la gente dei parchi, amministratori e operatori, investe e si impegna comunicando che un parco può essere riassunto in queste “parole chiave”: educazione ambientale, divulgazione, ricerca scientifica, turismo sostenibile, gestione territoriale. produzioni tipiche e partecipazione sia a scala locale che internazionale.

Guardiamo con fiducia in avanti e ai prossimi compleanni!
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