Nobili sullo stop al riordino province

"Alla fine si è dovuto ammettere che il riordino delle Province non poteva passare attraverso la conversione di un decreto legge che nel concreto apriva più falle di quante ne chiudesse...."

  
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"...Le riforme delle Autonomie Locali – o meglio dell’intera pianta istituzionale dello Stato – deve essere una priorità del prossimo mandato parlamentare, sulla quale fin da subito ci dovrà essere un impegno corale, al di là degli schieramenti".

Così il Presidente Nobili commenta la decisione della Commissione Affari Costituzionali del Sentao di non mandare in aula il decreto sul riordino delle Province.

"Quello bloccato dalla Commissione in Senato - prosegue Nobili - è un provvedimento pieno di contraddizioni, che avrebbe sì condotto al caos amministrativo sui territori: una riorganizzazione, se ha come obiettivo il miglioramento dell’efficienza e il contenimento dei costi, non può essere improvvisata, e soprattutto deve rispettare un minimo di concertazione che qui è totalmente mancata.

E’ tuttavia vero che, al di là del tema degli accorpamenti, poco cambia con la bocciatura di questo decreto visto che resta in vigore l’articolo 17 del ‘Salva-Italia,’ che riduce le Province ad enti di secondo grado e attribuisce loro generiche funzioni d’indirizzo e coordinamento dell’attività dei Comuni: ma su questo pende il ricorso di 7 Regioni – compresa la Regione Piemonte – alla Corte Costituzionale, la quale dovrebbe davvero fare chiarezza esprimendosi in tempi non più rinviabili.

A fronte di tutto questo resta la partita più importante per la nostra Provincia: disporre di un bilancio che le consenta di esistere. Il provvedimento ministeriale dello scorso 25 ottobre in chiusura di esercizio ci ha tolto – in modo assolutamente unilaterale – 3,7 milioni che hanno provocato un disavanzo dei nostri conti. Un ‘rosso’ gestibile perché ripianabile in tre anni; il dissesto invece sarebbe inevitabile se venisse applicato il taglio stabilito per il 2013 di 9,4 milioni, con tutto ciò che questo comporterebbe a livello di erogazione dei servizi.

Confido che sul finire dell’incarico questo Governo capisca che non può optare con tagli verticali togliendo risorse fondamentali a una Provincia come la nostra che per la Regione svolge molteplici funzioni delegate, oltre quelle che le sono proprie, che si traducono in una serie di servizi fondamentali (soprattutto in questo periodo invernale) come lo spazzamento neve e lo sghiacciamento delle strade, il riscaldamento delle scuole superiori.

Il pressappochismo con cui il Governo ha operato tagli a questo fondo sperimentale di riequilibrio (che andava a sopperire la compartecipazione IRPEF e l’addizionale ENEL che ora lo Stato trattiene a sé) ha provocato forti discriminazione tra Province, penalizzando soprattutto quelle del Nord, che hanno più competenze e funzioni delegate e trasferite dalle Regioni. Un provvedimento contro il quale stiamo presentando – come fatto da moltissime altre Province – il ricorso al TAR del Lazio.

Quanto assunto in Commissione Senato non fa che rinnovare l’impegno di questa Amministrazione in favore del Verbano Cusio Ossola e della battaglia per una legittimazione di questo Ente attraverso l’elezione diretta: un punto irrinunciabile per me e molti miei colleghi.

A questo punto mi sia concesso di credere di non avere sbagliato nell’aver assunto con prudenza una posizione attendista frenando le pressioni di alcuni che avrebbero voluto a piè sospinto si delineasse una mappa di spartizione di servizi e uffici con Novara: disegnando scenari che avrebbero procurato molteplici allarmi. Non che adesso si possano dormire sonni tranquilli, ma si recupera del tempo che ci allontana dal pericolo di decisioni precipitose". Leggi QUI il post completo