Spazio Bimbi:Troppi compiti?

In questi anni si è discusso molto sull’opportunità o meno di assegnare i compiti a casa: assicurano davvero un miglior rendimento oppure servono solo ad appesantire i ragazzi dopo una giornata passata tra i banchi di scuola?

  
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Si tratta sicuramente di un tema molto spesso fonte di discussione tra docenti e genitori. Da un lato ci sono i sostenitori dei compiti, secondo i quali studiare a casa servirebbe a consolidare ciò che è stato appreso a scuola, e dall’altro coloro che pensano che i momenti di pausa siano utili solo per ricaricarsi e per dedicarsi ad attività extrascolastiche.

Secondo le indagini Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) gli studenti italiani trascorrono 9 ore settimanali a fare i compiti e a studiare, quattro volte di più rispetto ai coetanei coreani o finlandesi che passano non più di 2 ore settimanali a fare i compiti. In Finlandia infatti, paese in vetta alla classifica del Pisa (Influential Programme for International Student Assesment) che misura l’alfabetizzazione e le capacità matematiche degli studenti, i ragazzi studiano 2 ore a settimana matematica, 2 ore finlandese e 2 ore scienze. In Italia le ore settimanali dedicate allo studio risultano il doppio: 4 ore per scienze, 4 per italiano e 4 ore di matematica. Questi dati riguardano il ciclo d’istruzione secondaria inferiore, per la scuola primaria le ore di studio assegnate calano, ma risulterebbero comunque elevate. Solo gli studenti russi superano quelli italiani nelle ore dedicate ai compiti a casa.

Eppure, nelle classifiche internazionali, gli studenti italiani si distinguono per risultati mediocri o al di sotto della media. Il problema sembrerebbe essere proprio la mancata correlazione tra le ore di studio e il rendimento scolastico: trascorrere molto tempo sui libri non significa imparare di più e ottenere migliori apprendimenti.

Inoltre è da segnalare che secondo alcune ricerche neuropsicologiche dopo le 4 ore di studio settimanali il rendimento inizierebbe a calare. Se il tempo medio che gli studenti trascorrono a fare i compiti a casa non è collegato all’andamento complessivo di un sistema scolastico, forse, sarebbe opportuno puntare di più sul lavoro in classe e sulla partecipazione attiva degli studenti durante le ore di lezione.

Altre condizioni come la qualità dell’istruzione, la formazione delle insegnanti e l’organizzazione delle scuole sembrerebbero rivestire un peso maggiore.

Dunque sì a qualche esercizio da fare a casa per consolidare un argomento, ma se si vogliono incrementare i rendimenti scolastici dei nostri ragazzi risulta importante stimolare la curiosità degli studenti, catturare la loro attenzione, sviluppare l’autonomia e puntare sulla motivazione all’apprendimento: solo uno studio motivato potrà garantire un vero e proprio apprendimento.

Dott.ssa Michela Bottacchi
La Girandola – Spazio Psicoeducativo
lagirandola.spe@outlook.it Leggi QUI il post completo