Con Silvia per Verbania, minoranze e conflitti

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del gruppo consiliare Con Silvia per Verbania, inerente l'atteggiamento delle minoranze e l'eredità al Canile di Verbania.

  
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Mercoledì scorso, durante il Consiglio Comunale è andato in scena il teatrino, ormai consueto e ampiamente collaudato da alcuni consiglieri di minoranza, della scommessa delle opposizioni sul numero legale. Come ormai accade da tempo, la linea politica delle minoranze, destra, sinistra e centro, sembra essere diventata l'ossessione di far mancare il numero legale. Sprecando tempo e risorse pubbliche, come se si trattasse di un gioco e non di responsabilità. È vero che la maggioranza ha maggiori responsabilità, ma chi siede in consiglio comunale dovrebbe contribuire con metodi e contenuti all'amministrazione della città, e non " giocare" al disfattismo, come di fatto oggi accade.

È persino ovvio constatare come possa accadere che qualche consigliere di maggioranza possa avere problemi personali, familiari, lavorativi e che, quindi, non possa essere sempre presente alle sedute consiliari. La responsabilità è collettiva, e le minoranze devono assumersi la loro.

La nostra lista civica non ha mai fatto mancare la presenza dei suoi due consiglieri in consiglio e, anche in occasione dell’approvazione del Bilancio di previsione 2019 e di quello triennale, è riuscita in extremis a riportare il numero legale che le opposizioni volevano non si raggiungesse impedendo, scientemente quanto irresponsabilmente, l’approvazione del punto più importante per l’economia cittadina, a danno quindi di tutti i cittadini verbanesi compresi quelli che con il loro voto hanno portato in Consiglio Comunale gli stessi gruppi di opposizione.

Ciò che oggi vogliamo sottolineare è questo atteggiamento disfattista e anche polemico, fine a sé stesso, soprattutto da parte di alcuni consiglieri. Se non piace ciò che viene detto, si ricorre all'insulto sessista (zitelle inacidite, riferito all'amministrazione comunale, costituita soprattutto da donne), oppure si tacciano gli amministratori accusandoli di dire le bugie o di essere poco preparati o attenti.

E allora, a proposito di bugie, di cose sottaciute e “disattenzioni”, ci tocca precisare che, sulla vicenda dell'eredità sul Rifugio del Cane (per noi il Canile di Verbania sito in via Plusc), il consigliere di "Una Verbania Possibile" ha taciuto, nel suo accorato intervento nel consiglio comunale del 9 gennaio scorso, il suo palese conflitto d'interessi, quello cioè, tra professione privata ed incarico pubblico. Non si può, in sede di commissione consiliare e di dibattito consiliare, prendere la parola su una questione nella quale l'Avvocato Zanoia avrebbe dovuto, per correttezza, astenersi dal partecipare e dal dire la propria opinione perché non si può essere, allo stesso tempo, avvocato difensore dell'associazione Amici degli Animali e rappresentante dell'interesse pubblico!

Che dovizia di particolari ha esibito l'avvocato durante il dibattito, grazie al quale ha scientemente influenzato la decisione di alcuni consiglieri di minoranza come anche di maggioranza, cosa che assolutamente non sarebbe dovuta avvenire per mano del Consigliere di Minoranza Zanoia.

Questo per correttezza e onestà politica , oltre che intellettuale, nei confronti di tutti i cittadini verbanesi, non solo di quelli elettori della sua lista. Nei contenuti, secondo alcuni consiglieri, l'amministrazione comunale avrebbe dovuto rinunciare ad una possibile eredità sul canile solo per il timore di sprecare risorse nella causa (300 euro di contributo unificato, a fronte di un'eredità cospicua), tacendo il fatto che l'avvocato che difende il comune nelle cause sia una dipendente comunale! E che, per legge, se le passività supereranno le attività, il Comune potrà rinunciare, perché l'accettazione dell'eredità è stata fatta con beneficio d'inventario, non perdendo quindi denari pubblici comunque vada.

Ci si chiede come si faccia ad affermare che si debba rinunciare a delle risorse sul canile solo perché si deve difendere a tutti i costi la vicinanza con un'associazione animalista: anche un bambino capirebbe che deve prevalere l'interesse pubblico, sempre e comunque! Qualsiasi buon padre di famiglia cercherebbe di portare a casa il più possibile, e non rinunciare. Siamo convinti che innestarsi nella causa che è iniziata presso il Tribunale di Milano potrà portare a chiarire a chi spetta l'eredità e portare risorse per i cani randagi della città. Sono loro i destinatari dell'eredità, secondo l’Avvocatura Comunale. Solo al Tribunale spetta il compito di decidere.

Con Silvia per Verbania
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