"Avvicinare le montagne" incontro in Regione

Richiesta dal Presidente della Provincia del Verbano Cusio Ossola e dai sindaci di Baceno, Crodo, Trasquera e Varzo, si è svolta giovedì presso la V° Commissione Ambiente del Consiglio Regionale l'audizione in merito all'Accordo Territoriale riguardante la razionalizzazione e l'integrazione del Sistema delle Valli Divedro e Antigorio.

  
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Sul territorio dei nostri Comuni ricade circa il 40 % dei vincoli di SIC e ZPS della Regione Piemonte, per cui pare evidente che i Sindaci e gli Amministratori del Territorio abbiano sempre avuto e continuino ad avere le capacità di tutela e di valorizzazione di un bene irrinunciabile che caratterizza i nostri luoghi: l’Ambiente.

Questa forte caratterizzazione, mentre da un lato certifica l’indubbio valore paesaggistico-ambientale del quale siamo orgogliosi e garanti come abitanti originari del territorio, oltre che rappresentanti istituzionali, nello stesso tempo non può rappresentare un freno allo sviluppo di una prospettiva di crescita eco-sostenibile delle nostre zone e dei nostri abitanti.

Le realtà soggette a tutela della Provincia del VCO, in condizioni di assoluta marginalità per l’isolamento che vivono rispetto al territorio nel quale sono inserite, vanno messe in rete per offrire, nell’ottica del servizio pubblico, una fruizione attenta e controllata che garantisca uno sviluppo sostenibile con le idonee ricadute economiche, oggi indispensabili, per le popolazioni dei territori sottoposti a tutela. La strategia, di interesse provinciale deve svilupparsi pertanto con tutti gli strumenti previsti dalla Legge.

E’ utile sottolineare che tale percorso, non realizzabile con risorse pubbliche, ha trovato la disponibilità, nello spirito di partenariato pubblico-privato, di investimenti idonei a raggiungerei risultati ai quali le Amministrazioni locali aspirano. Ciò riguarda la proposta dell’Accordo Territoriale che prevede: - la realizzazione in sinergia di interventi pubblici già da tempo attesi e programmati come indispensabili su iniziativa dei Comuni coinvolti; - la raccolta e l’inserimento di proposte partecipate, iniziative e idee provenienti dal territorio, dalle sue associazioni e dalla sue rappresentanze, suscettibili nel corso della procedura di ulteriori suggerimenti, modifiche, integrazioni e approfondimenti anche ai fini di una corretta sostenibilità ambientale; - la pianificazione di una rete di mobilità sostenibile, non stradale ma con modalità più compatibili con le risorse ambientali, che possa mettere in rete e valorizzare sinergicamente gli interventi programmati e le peculiarità caratteristiche di ciascun territorio comunale.

Tutto sempre ed esclusivamente all’esterno del territorio del Parco Veglia-Devero, che costituisce il vero motore del nostro territorio. Tale accordo è suscettibile di garantire una reale ricaduta economica, oggi carente, nei territori al Parco stesso limitrofi. Non si potrebbe d’altronde spiegare l’adesione unanime (all’unanimità) all’Accordo Territoriale di tutti i Consigli Comunali interessati, così come della Provincia stessa del Verbano Cusio Ossola, se non in funzione dell’interesse pubblico. Infatti si è constatato un legame diretto tra mancanza di adeguata mobilità sul territorio e declino della popolazione e d’altro canto è fin troppo ovvio che la qualità della vita dipende dalla mobilità quale condizione essenziale per la fruizione dei servizi primari.

La problematica dell’assetto idrogeologico, fatta di frane, valanghe e corsi d’acqua vede inoltre la assoluta esigenza della manutenzione e presidio del territorio, e di conseguenza la necessità di arginarne lo spopolamento, realizzando una mobilità adeguata e soprattutto sicura.

Altrettanto dicasi per sostenere il mantenimento delle attività produttive, economiche, turistiche e agricole esistenti, compatibili con l’ambiente che si intendono promuovere affinchè i giovani non fuggano in massa. Infatti, non rendendo competitivo il territorio si contrasta l’insediamento di attività, si rinuncia alla crescita economica, alla occupazione, allo sviluppo sociale e di conseguenza si rinuncia anche a una migliore tutela dell’ambiente.

Questo va ribadito con forza di fronte alla superbia intellettuale di chi, anche estraneo al territorio, in nome di varie filosofie di vita, tende ad allontanare dalla montagna coloro i quali ci vivono, espropriandoli pian piano dei loro diritti costituzionali, per creare apposite forme organizzative che gravano, senza prospettive di ritorno, sui bilanci pubblici. D’altra parte visitando il territorio in una bella giornata estiva, da fotografi, ancorché valenti, non si può capirne la realtà e si può restare del tutto indifferenti alle reali problematichedi chi quel territorio lo vive anche gli altri 364 giorni all’anno, con ben altre situazioni non solo meteorologiche ma anche occupazionali.

Proprio per questo le decisioni di sviluppo devono avere come interlocutore prioritario le Amministrazioni locali, ben consapevoli di come la CONSERVAZIONE sia legata alla MANUTENZIONE e al presidio del territorio, mentre rincorrendo le teorie di abbandono seguono il dissesto, la regressione, l’inselvatichimento. Tant’è vero che nello spirito di Natura 2000 al quale si rimanda, (Conservation in Partnership, Commissione Europea,2005) il “coinvolgimento ambientale delle attività umane e zonizzazione del territorio possono e devono consentire una convivenza pragmatica tra conservazione, programmazione e zonizzazione, superando contrapposizioni tra normative di conservazione e attività umane.”

Tale è l’obiettivo dell’Accordo Territoriale. Allo scopo di garantire ogni più ampia possibilità di espressione, anche a chi veda nel territorio più che un servizio pubblico una riserva “di pochi e per pochi“, si sottolinea che le procedure previste dalla legge e scrupolosamente seguite ed adottate sin dalle prime fasi di sviluppo dell’Accordo, garantiscono la massima trasparenza e la massima possibilità di confronto.

Ciò non scalfisce la certezza che la possibilità di espressione non debba comunque impedire che gli organi istituzionali, seguendo le procedure di legge, adottino tutti i passi necessari per garantire, nella salvaguardia del territorio, un corretto sviluppo economico. Né potrebbe essere diversamente poiché, come è noto, sovente le notizie false, costruite con una sofisticata manipolazione dell’opinione pubblica, contrapponendosi al volere della maggioranza per sostituirsi ad essa, tentano di ostacolare o vanificare la decisione democratica. Nei prossimi passi procedurali la proposta progettuale potrà essere migliorata, approfondita e modificata recependo tutte le istanze degli organi istituzionali e del territorio in tutte le sue espressioni. L’Accordo Territoriale rappresenta una intesa istituzionale importante per le nostre valli, per l’intera Provincia e per le nuove generazioni. Perché bloccarlo? Quali sono le alternative? Si allega alla presente quale parte integrante e sostanziale, una nota tecnica di approfondimento.

Rimaniamo a disposizione per ulteriori approfondimenti anche di natura tecnica e puntuale, oltre che con sopralluoghi direttamente sui siti di interesse.

Il Presidente
Dott. Arturo Lincio
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