L'Ilva anche nel Vco?

Inquinano tanto da essere considerati fuorilegge, ma continuano a produrre, sono in 19 tra queste la Tessenderlo di Pieve Vergonte. Questo risulta dal dossier Mal'aria di Legambiente.

  
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In Italia gli impianti che non hanno ancora ricevuto l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), la licenza necessaria per uniformarsi ai principi dettati dalla Comunità europea, sono 19: acciaierie, raffinerie, centrali elettriche.

Che, in deroga – di fatto – alle direttive comunitarie, da anni continuano la loro attività senza averne più il permesso. A dirlo è l’ultimo dossier di Legambiente, Mal’aria industriale, che oltre a indicare i Siti di interesse nazionale (Sin) – le aree contaminate più pericolose che lo Stato vuole bonificare – ricorda come per queste eclatanti infrazioni l’Italia sia stata condannata ancora una volta dalla Corte di giustizia europea.

Non solo Taranto - Fra gli impianti più impattanti a livello sanitario, alcuni sono già noti alle cronache, altri sono rimasti quasi sempre nell’ombra.

Dovevano ricevere l’Aia entro il 2007, ma così non è stato. Per 19 impianti italiani, alcuni considerati fra i più inquinanti d’Europa, la “grazia” concessa lo scorso ottobre all’Ilva di Taranto dal Ministero dell’Ambiente per continuare a produrre non è mai arrivata. Niente autorizzazione, fine delle attività? Non proprio, perché questi impianti hanno continuato come se niente fosse.

Tra questi spicca lo stabilimento chimico Tessenderlo a Pieve Vergonte (Verbania), “uno degli ultimi impianti clorosoda – fa presente Legambiente – che utilizza ancora la tecnologia a mercurio”. Leggi QUI il post completo