Offerta di lavoro o ricerca di nuovi schiavi?

Questo è il titolo di una mail che riceviamo da un lettore del blog, che ci racconta di un offerta di lavoro che lo ha indotto a scriverci, dando alla propria mail questo titolo forte.

  
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Premesso che sono un professionista del ramo alberghiero, con alle spalle 30 anni di onorato servizio in noto grande albergo di Milano; 54enne, moglie e due figli piccoli a carico.

Dopo ben 3 anni di disoccupazione (ed esauriti gli ammortizzatori sociali) venerdì 30 maggio vengo contattato dal Centro per l’Impiego della Provincia di Verbania; che per tramite mi sottopone la seguente offerta di lavoro:

Apprendista cameriere in ristorante al Mottarone di Stresa (21 km in salita, oltre al pedaggio di euro 6,50 per ogni percorso. Non previsto alcun rimborso per le onerose spese di trasporto. Né minimo tenuto conto di minimo due ore al giorno per il tragitto casa-lavoro). Compenso retributivo sarebbe di 200 euro al mese. Inquadramento sindacale: apprendista cameriere.

Inteso il mio stupore per l’indecente offerta di lavoro, l’operatrice del Centro per l’Impiego, convenne che effettivamente tale inquadramento lavorativo, non era applicabile e che l’offerta era da ritenersi un po’ azzardata.

In conclusione faccio notare che, profittando del periodo di crisi che realisticamente non recede, lo strozzinaggio lavorativo sta quasi diventando una anormalità legalizzata. Ma chi ci pensa a rimediare alle condizioni invivibili di molte famiglie, di molti invalidi, di molti anziani e via dicendo?

“Signori miei”, la crisi continua, e si va anzi aggravando.

“La luce in fondo al tunnel si vede eccome!” Solo che trattasi di un treno che procede in senso contrario!

Grazie per l’attenzione.
Con timore del peggio, più che speranza.

Lettera firmata


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