Simula rapina e rapimento: condannato

Il titolare di esercizi compra oro, balzato agli onori della cronaca l'agosto scorso, per essere stato rapito e rapinato in quel di Agrano, ha patteggiato una condanna per simulazione di rapina con sequestro di persona.

  
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Questo il comunicato dei carabinieri del Comando Provinciale di Verbania:

1. Alle prime ore del mattino del 12.08.2013, in frazione “Agrano” di Omegna (VB) MANDELLI ALFIO, già proprietario di diversi esercizi commerciali di compra-oro in questa provincia, denunciava che dopo aver varcato il cancello dalla propria abitazione a bordo delia sua autovettura, di essere stato affrontato da quattro malviventi parzialmente travisati ed armati di pistoia che lo rapinavano di numerosi monili in oro di ingente valore. Il MANDELLI precisava che i malfattori lo immobilizzavano i polsi con delle fascette di plastica, comunemente utilizzate per il serraggio di cavi e lo conducevano in un bosco attiguo, ove veniva legato ad un tronco di un albero.

2. Le complesse indagini condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale CC di Verbania, coordinate dalla Procura di Verbania - Dr. Gianluca PERIANI - su cui si è mantenuto il massimo riserbo per motivi investigativi, permettevano di accertare che la dinamica del reato denunciato dal MANDELLI, qualora si fosse realmente verificato, era stata: ,

- accuratamente preparata;
- frutto di una conoscenza diretta dei luoghi, in particolare della esatta disposizione delle numerose telecamere dislocate all’interno della proprietà, con annesso sistema di registrazione. In particolare, nel corso della notte precedente ai fatti era stato effettuato il taglio in modo chirurgico dei cavi per la trasmissione del segnale video, pertinenti a due telecamere che potevano riprendere i momenti del delitto denunciato, senza danneggiarle nella loro integrità e futura possibilità di riutilizzo, lasciando in funzione altre numerose videocamere del sistema di sorveglianza;
- opera di malfattori in possesso di notizie precise ed affidabili, risultato di una conoscenza diretta del MANDELLI Alfio e delle sue abitudini; in particolare, due distinte circostanza suscitavano perplessità agli inquirenti ossia il sabotaggio di sole due telecamere del sistema di videosorveglianza e il fatto che il giorno della rapina avrebbe trasportato in orario di chiusura dei suoi esercizi commerciali i preziosi. Infatti è stato accertato che il MANDELLI richiedeva ai suoi dipendenti la disattivazione dei sistemi di allarme, dipendenti che non sarebbero stati presenti all’att0 del suo arrivo in negozio, in quanto il giorno del fatto osservavano turno di riposo mattutino.

3. L’attività d’indagine articolata e complessa non si è limitata al solo vaglio delle dichiarazioni delle persone che nell’ambito lavorativo potevano aver fornito in modo diretto o indiretto informazioni ai rapinatori; le investigazioni, hanno permesso sia di escludere la presenza di un basista, il quale poteva fornire informazioni in merito al trasporto dei preziosi da parte del MANDELLI e sia di accertare la presenza del solo
denunciante sul luogo e nei momenti del delitto. In particolare, attraverso la visione delle immagini registrate dell'impianto di videosorveglianza dell'abitazione, sono stati visti dei comportamenti giustificabili solo attraverso la simulazione del reato da parte dall'interessato, il quale la mattina dell'evento, probabilmente ritenendo che fosse fuori del campo di ripresa delle numerose telecamere in funzione, è stato immortalato in modo inequivoco nelle fasi preparatorie della simulazione dell’evento. Infatti è stato possibile rilevare da pochi frammenti di immagini visionato ripetutamente in modo metodico con strumenti che permettevano l’ingrandimento e una maggiore nitidezza delle stesse che :

- Non aveva adottato tutte le precauzioni che era solito adottare quando si accingeva al trasporto di preziosi;
- ha posizionato una scatola che riferiva contenere i preziosi rapinati all'interno della sua autovettura ed ha aperto il cancello di ingresso, allontanandosi dalla stessa e fornendo la possibilità a chiunque di accedere nel cortile dell'abitazione, poiché ha lasciato di fatto fautovettura incustodita per circa 4 minuti;
- è ritornato all'autovettura indossando una felpa, contrariamente alle sue abitudini, nonostante il clima tipicamente estivo, facendo presupporre la circostanza che si apprestasse a trascorrere un lasso di tempo in un luogo fresco e umido, quale appunto il bosco ove è stato rinvenuto;
- prima di uscire dall'abitazione si è intrattenuto sulla soglia del cancello aperto guardandosi intorno;

Tali circostanze avrebbero potuto indubbiamente permettere agli ipotetici malfattori; i guali per commettere il delitto dovevano essere necessariamente appostati nei pressi dell’abitazione - di impossessarsi dei preziosi con estrema facilità, senza dover rischiare un confronto diretto con MANDELLI, rendendosi peraltro responsabili di un reato meno grave.

Inoltre, sempre dall’esame delle registrazioni dell'impianto di videosorveglianza è stato visto che:

- nei giorni precedenti al fatto denunciato era stato registrato dalle telecamere del sistema di videosorveglianza mentre mostrava ad un suo amico la sua particolare capacità di legarsi da solo i polsi con delle fascette di plastica in modo analogo a come è stato rinvenuto immobilizzato;
- nonostante l’elevata presenza di telecamere che inquadravano il perimetro dell’abitazione del MANDELLI è stata dimostrata l'esistenza di una “zona d’ombra” del sistema in parola che consentiva dall’ìnterno dell’abitazione, tramite una porta secondaria, di recarsi nel luogo ove sono state rinvenute le videocamere sabotate, senza essere registrati dall’ impianto di videosorveglianza;
infine, all’interno dell’abitazione sono state trovate delle fascette di plastica apparentemente simili a quelle utilizzate dai fantomatici rapinatori; le fascette a seguito di esami tecnico scientifici presso il Reparto investigazioni Scientifiche di Parma, sono risultate per tipologia merceologica della stessa fattura di quelle
trovate ai polsi del MANDELLI la mattina del l2 agosto 2013.

I gravi e circostanziati elementi di colpevolezza raccolti a carico del MANDELLI dai CC del Nucleo Investigativo, il quale peraltro si è avvalso della facoltà di non rispondere in sede di interrogatorio reso al Pubblico Ministero, hanno portato alla denuncia dello stesso per la simulazione dei reati di rapina e sequestro di persona e alla sua conseguente richiesta di rinvio a giudizio da parte dell’Autorità Giudiziaria. il G.U.P.
del Tribunale di Verbania, in data 4 giugno 2014 ha accolto la richiesta di patteggiamento da parte dell'interessato, condannandolo alla pena di sei mesi di reclusione e 45.000 euro di multa da corrispondere in 36 mesi. Pena sospesa.
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