Ordine dei Medici su futuro sanità VCO

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato dell'Ordine dei Medici VCO riguardante la riorganizzazione dei servizi sanitari sul territorio provinciale.

  
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Alla c.a.Dott. Alberto CIRIO
Presidente Regione Piemonte

Dr. Luigi Genesio ICARDI
Assessore Sanità Regione Piemonte

Dr.ssa Chiara SERPIERI
Direttore Generale ASL VCO

Dr. Giovanni MORANDI
Presidente della Rappresentanza dei Sindaci

Il Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici-Chirurghi del Verbano Cusio Ossola, quale organo sussidiario dello Stato con la funzione di tutela della salute dei cittadini e di salvaguardia dei principi deontologici, segue con attenzione l’iter di riorganizzazione dei servizi sanitari sul territorio provinciale e il dibattito che intorno a questi temi così importanti si potrà sviluppare.

Il Consiglio Direttivo auspica un confronto chiaro e franco con l’obiettivo di giungere a scelte programmatiche con la massima condivisione fra quanti hanno ruolo strategico e decisionale.E’ un periodo di profondi cambiamenti nella nostra società, determinati dalla pandemia Sars Cov2 e anche la professione medica è stata drammaticamente coinvolta in tutte le sue espressioni. Questa pandemia ha messo in luce e amplificato carenze e criticità del nostro Servizio Sanitario Nazionale causa teda decenni di tagli lineari e di politiche, alimentate da una cultura aziendalistica che guardava alla salute e ai professionisti come costi su cui risparmiare e non come risorse sulle quali investire.Il diritto alla salute è un diritto inviolabile dell’Uomo come richiamato dalla nostra Carta Costituzionale. L’istituzione del SSN nel 1978 ha avuto l'obiettivo di assicurare tale diritto a tutti i cittadini, senza alcuna distinzione sociale, economica o territoriale.

In questo stato di cambiamento è indispensabile una “metanoia”culturale,non più aziendalismo in sanità, non più salute come un prodotto, ma si chiede di promuovere una cultura di partecipazione e condivisione degli obiettivi di salute con il pieno coinvolgimento dei professionisti della sanità, che hanno dato prova di abnegazione e sacrificio rispetto alla scarsa organizzazione per far fronte alla pandemia.Nessun professionista si è tirato indietro, osannati e criticati, ma sempre al fianco di chi aveva bisogno.

Ogni professionista della salute deve essere ascoltato: da anni si denuncia l’imbuto formativo, una pletora di giovani colleghi non in grado di continuare il proprio percorso formativo specialistico o in medicina generale. Da anni si parla della “gobba” pensionistica e dell’imminente pericolo di carenza di professionisti sul territorio e negli ospedali. Da anni si chiede la presenza dei professionisti all’interno della “governance” per orientare risposte ai bisogni di salute. Da anni si chiede più tecnologia per favorire una vera rete di presa in carico fra i diversi livelli di assistenza.E’ indispensabile una revisione della rete ospedaliera correlata ad una reale organizzazione della rete territoriale sia quella delle cure primarie sia quella dell’emergenza. Bisogna tendere a nuovi modelli ospedalieri in cui si prediligala flessibilità,capaci di sostenere le nuove sfide che ci si pongono innanzi.

Strutture con spazi modulabili, impiantistica all’avanguardia, iperconnessioni, ma sempre a misura di paziente. E’ necessario poter contare su una reale organizzazione delle cure primarie, che gestisca e renda fruibili le numerose risorse territoriali, in ambito sanitario e sociosanitario. Occorre organizzare modelli partecipativi che, con specifiche competenze, sostengano la collaborazione tra professionisti e soggetti territoriali. Nella medicina di famiglia vanno salvaguardati il rapporto di fiducia e la libera scelta del medico da parte del cittadino, che sostanziano un’attività professionale fondata sulla personalizzazione del rapporto di cura e sulla continuità negli anni.

Un elemento importante della riorganizzazione delle cure territoriali è la tecnologia, sia quella di primo livello a disposizione nello studio di ogni professionista, sia quella digitale, intesa come telemedicina e come disponibilità di piattaforme informatiche che mettano in relazione i diversi nodi della rete delle cure.Il Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici Chirurghi del Verbano Cusio Ossola, alla luce dei principi enunciati, ritiene l’Ospedale Nuovo e Unico quale risposta etica, deontologica, appropriata ed efficace al bisogno di salute della Nostra Comunità. Ciò vuol dire investire sull’efficienza strutturale per avere la capacità di assicurare alla popolazione, come già ricordato,il diritto ad una sanità senza distinzioni territoriali. Ma per ottenere questo è necessario puntare ad un alto livello tecnologico che è possibile solo se concentrato in una struttura unica, nuova e moderna.A tal riguardo, la logica della tolleranza zero verso gli sprechi dovrebbe essere l’unica eredità del periodo che va concludendosi.

Da Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, in un discorso del 2009 poneva questioni purtroppo del tutto attuali,e presenti nei documenti programmatici della FNOMCEO degli ultimi anni, sui tre problemi strutturali dell’economia italiana da affrontare per uscire dalla crisi di quegli anni, sono ancora: il capitale umano, le infrastrutture, gli squilibri territoriali. Ed è proprio il capitale umano, come definito dal riconfermato Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e Chirurghi, il “vero tessuto connettivo” della nostra società, ed è quello che, anche in presenza di carenze strutturali, tiene insieme il Sistema Sanitario Nazionale e lo fa funzionare.

Ma il capitale umano è mobile, fluido, anela ad una vita lavorativa ed extralavorativa completa, soddisfacente; non è più possibile contare sul radicamento territoriale di origine, visto che si ragiona in termini di Europa, per garantire personale qualificato ed eccellente nel suo ambito.In quest’ottica la Politica è quella che può fare la differenza. Con le sue scelte può influenzare e potenziare l’attrattività di un territorio che,benché di confine, è già estremamente interconnesso e ricco di aspetti intrinsecamente attrattivi.In questa fase di grandi possibilità di investimenti e di rinnovamento, la Politica può fare un’enorme differenza, avendo chiaro che potrà contare sulla riconoscenza di quel capitale umano se si impegnerà a costruire un nuovo modello solido e sensato di sanità territoriale, con coraggio e con fiducia nelle scelte di buon governo.

Pensare e sostenere una sanità pubblica e convenzionata efficiente significa ottenere un sistema libero e sostenibile; significa attuare una transizione tecnologica che può raggiungere la sua piena attuazione solo se razionale ed in misura scalare rispetto al territorio; significa quindi mantenere un’attrattività sul capitale umano, che non ha bisogno di maggior denaro, ma di prospettive e di mezzi per poter svolgere al meglio i propri compiti costituzionali. Tutto questo si traduce in fiducia della popolazione sulle risorse locali,quindi sulle scelte politiche attuate, e in un rafforzamento del rapporto fiduciario tra cittadinanza e sistema, ivi compreso il personale sanitario tutto.

Ma questa trasformazione può avvenire solo se il sistema ospedaliero diventa una parte integrante e dialogante con le altre strutture territoriali.Queste scelte irrinunciabili richiedono che venga riorganizzata l’assistenza territoriale attraverso modelli strutturali multi professionali in aree omogenee ed adeguate, con un vero potenziamento del sistema di emergenza territoriale. Nel VCO molto si è fatto, anche se in modo non omogeneo, per promuovere l’organizzazione territoriale in Case della Salute; nel documento programmatico della FNOMCEO 2021si parla di sanità territoriale nuova, “lontana dall’idea romantica”del medico condotto solo con la sua valigetta. A tal riguardo si auspica una medicina di comunità in cui il medico lavori sul territorio in equipe con l’infermiere e gli altri attori necessari al processo di diagnosi e cura, un’equipe anch’essa dotata di strumentazione tecnologica, costantemente connessa con il sistema ospedaliero e specialistico ambulatoriale, con le cure palliative e l’assistenza ai “fragili”.

Recependo le citate linee di indirizzo programmatico, l’Ordine dei Medici VCO si impegna a lavorare nella direzione di ridefinizione, difesa e rafforzamento del ruolo dei medici nel rapporto con cittadini e comunità; auspica una maggiore partecipazione delle comunità locali e delle professioni sanitarie nel processo di “governance”in alternativa a logiche “di tipo monocratico” e partitiche, più che Politiche in senso alto.La Regione Piemonte è ricca di esperienze positive di confronto e di lavoro in rete, che queste modalità di lavoro vengano valorizzate e facilitate, poiché in questo modo sarà possibile raggiungere il cittadino, piuttosto che obbligarlo a ricercare fuori del proprio territorio le risposte alla sua domanda di salute.La nostra è una strada obbligata nella direzione dell’equità, indicata dalla luce dell’universalità e percorsa con le scarpe dell’efficienza.

Il Consiglio Direttivo
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