Le parole del sindaco al 70° anniversario dell'eccidio di Fondotoce

Riportiamo il discorso del sindaco Silvia Marchionini, alla clebrazioni del 70° anniversario dell'eccidio di Fondotoce.

  
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Autorità militari e civili, colleghi sindaci, partigiani, familiari di partigiani caduti, giovani che per la prima volta venite qui Fondotoce è.. per le genti della città e della provincia, per chi viene dal milanese, dal varesotto, per questi abitanti tornano per onorare i nostri caduti partigiani.

Fondotoce è il luogo consacrato del nostro e vostro ricordo.
Pogallo,la cui commemorazione cade quest'anno il 6 luglio, è l'altro luogo del cuore, simbolo per le genti della Val Grande, della Valle Intrasca e della confinante Ossola, in cui ci riuniamo con l'immutata fiducia della nostra storia migliore, su cui si fonda la nostra vita comunitaria, e per la riconoscenza dovuta ai partigiani caduti sulle nostre montagne.

In questo luogo Pertini è venuto nel 1964 con Pastore, l'on. Natale Menotti ad inaugurare la croce del sacrificio, da Novara più volte è giunto Scalfaro e Ciampi ha conferito la medaglia d'oro alla città.

Nella nostra città l'omaggio e la commemorazione è stata spesso pronunciata da donne che hanno svolto incarichi fecondi: sono venute Frida Malan, Gisella Floreanini primo donna ministro, in quanto componente della Giunta della Repubblica dell'Ossola.

Qui ricordiamo Cleonice Tommasetti la più umile e la più grande, che diede il coraggioso soccorso, eroina tragica del risorgimento verbanese nella fierezza delle parole davanti ai suoi aguzzini: “se percuotendomi volete mortificare i mio corpo esso è già annientato se invece volete uccidere il mio spirito vi dico che è opera vana: non lo domerete mai. Ragazzi, w l'Italia, w la libertà per tutti.”

E' stata anche la Resistenza delle donne, di maturità democratica e della rinascita della nostra comunità provinciale.

Bisogna offrire, come nuova amministrazione, e lo sento come intima urgenza di Sindaco, una testimonianza straordinaria e mai scontata,che parli il linguaggio della verità, della proposizione fattiva, delle risposte coraggiose ai problemi, che non può più sottrarsi al dovere della trasformazione in senso progressista, sociale e popolare della realtà. Filo conduttore di una ritrovata passione al servizio alla comunità e nella speranza di un avvenire migliore.

E allora volgiamo l'animo a quei 43 che sfilarono come banditi da Intra, Pallanza, Suna, Fondotoce; pensiamo a quali pene e sentimenti dovevano provare, per trarre la coscienza di essere depositari,70 anni dopo. di quella memoria, immaginando che quei passi ci diano l'ispirazione nelle azioni dell'oggi per misurarsi a testa alta con la domanda irrisolta “tutto qui?” di Nino Chiovini per dare dignità ai martiri, agli ignoti, che rappresentano un modello di sacrificio che ci insegna l'esempio.

Non dimentichiamoli,mai.
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