Massimo Dapporto a Il Maggiore

Il nuovo appuntamento di un ricchissimo calendario è previsto per giovedì 10 febbraio alle ore 21.00: sul palco del teatro della “città giardino sul Lago Maggiore” torna la prosa con Massimo Dapporto, Antonello Fassari, Susanna Marcomeni, Andrea Soffiantini, Marco Balbi e lo spettacolo IL DELITTO DI VIA DELL’ORSINA - L’affaire De La Rue De Lourcine, di Eugéne Labiche.

  
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Adattamento e regia Andrée Ruth Shammah, musiche Alessandro Nidi, scene Margherita Palli, costumi Nicoletta Ceccolini, luci Camilla Piccioni.

Produzione Teatro Franco Parenti/Fondazione Teatro della Toscana

“Un uomo si sveglia e si ritrova uno sconosciuto nel letto, entrambi hanno una gran sete, le mani sporche e le tasche piene di carbone ma non sanno perché, non ricordano niente della notte precedente. Lentamente tentano di ricostruire quanto accaduto, ma l’unica cosa di cui sono certi è di essere stati entrambi ad una festa di ex allievi del liceo.

Di quello che è accaduto quando hanno lasciato il raduno non sanno niente. Da un giornale apprendono che una giovane carbonaia è morta quella notte e tra una serie di malintesi ed equivoci si fa strada la possibilità che i due abbiano commesso quell’efferato omicidio. Una situazione paradossale, un po’ beckettiana, brillantemente costruita da un gigante della drammaturgia come Eugène Marin Labiche.

Non è un caso che questo testo sia stato scelto da registi come Patrice Chereau, che l’ha messo in scena nel 1966 in Francia e da Klaus Michael Grüber in Germania.

Appena l’ho letto, ho pensato che sarebbe stata una grande sfida, un’opportunità per una regia sorprendente.

Pensando a questi due personaggi, profondamente diversi l’uno dall’altro - uno ricco, nobile, elegante e l’altro rozzo, volgare, proletario che devono confrontarsi con quello che credono di aver fatto - ho pensato subito a Massimo Dapporto e Antonello Fassari, un’accoppiata con cui non ho mai avuto l’occasione di lavorare – e che non ha mai lavorato assieme – ma che credo perfetta per dare vita a questa storia. Io la vivo come una scommessa, come la possibilità di dare vita ad uno spettacolo leggero e divertente ma allo stesso tempo profondo; una riflessione sull’insensatezza e l’assurdità della vita”.

Dalle note di regia di Andrée Ruth Shammah

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