Comitato Salute VCO su gestione sanità locale

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Comitato Salute VCO, riguardante la gestione di ASL VCO.

  
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Certo che fa un certo effetto leggere, quanto riportato da un quotidiano, l’elenco dei successi inanellati da questa Direzione Generale della nostra ASL. Ci vuole una buona dose di faccia tosta ed una non comune capacità mistificatoria per interpretare positivamente i dati fallimentari della sua gestione.

In questa situazione di carenza drammatica di personale sanitario, si vanta di aver ampliato l’offerta attraverso il CUP, evitando di dire che ciò è stato possibile non solo inserendo i “gettonisti”, ma anche i “Privati”. Dice che grazie a ciò ha innescato una mobilità attiva senza certificarlo con dei dati oggettivi, mentre quelli che conosciamo finora (che sono fermi al 2019) ci dicono che la mobilità passiva sta galoppando verso il 50%. Una enormità inaccettabile. Le nostre informazioni sono diverse e provengono dalle rimostranze sulla qualità di questi “servizi”, che i cittadini continuamente ci riportano.

Dopo “aver riaperto” sia il Punto nascite al San Biagio e che il Pronto soccorso a Omegna, adesso, di fronte ad un deficit ampiamente previsto e con un “Piano di rientro” alle porte, ci viene a dire che costano e andrebbero chiusi assieme a una delle due ortopedie ospedaliere.

Ne parla come se la responsabilità di questo disastro fosse di un’altra persona. Della “sanità territoriale” evita accuratamente di parlare, preferendo fare mediaticamente riferimento a quell’ospedale di comunità ipotizzato a Gravellona, che senza un piano sociosanitario regionale che, dopo tre anni non c’è ancora, non si capisce quale possa essere la sua funzione. Certo che la spinosa questione del “nuovo ospedale del VCO” (come è stato “battezzato” al Ministero) va risolta, ma di fronte alla sua cancellazione dal “documento di programmazione” pubblicato nel gennaio scorso dalla Regione lei non fa una piega.

Se una domanda è scomoda, lei si rifugia nella “riservatezza”, dichiarando che “non è un Sindaco che mi deve dire dove andare”; e questo certifica che interpreta il suo ruolo non come un “servizio pubblico” (come recita il motto sul sito internet dell’ASL), ma come un passacarte di dubbia utilità che non ci serve.

Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio, apra la finestra sul caos della sanità di questo territorio, fatto di un incomprensibile “turismo sanitario” con le ambulanze, di servizi chiusi o fintamente aperti, di servizi spostati senza tenere conto dei disagi dei pazienti, di interventi chirurgici dirottati dal Castelli, del personale demotivato e stressato oltre che insufficiente. E ci fermiamo qui.
Oltre alle indubbie qualità sopradescritte, aggiungiamo anche una notevole capacità imbonitrice nel giustificare quanto è avvenuto ed i meriti acquisiti sul campo.

Abbiamo un solo suggerimento da dare: “Noi (tutti) cittadini del VCO non ci meritiamo una persona così capace. Cara Regione riprenditela pure tu. Noi ne abbiamo avuto abbastanza. Grazie”.
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