“Agricoltura e Biodiversità”

Sabato 9 aprile una quarantina di persone tra soci e simpatizzanti della Società di Scienze Naturali del VCO hanno seguito l’interessante convegno “Agricoltura e Biodiversità” organizzato presso il Collegio Rosmini di Domodossola per ricordare i 20 anni dalla istituzione dell’associazione.

  
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Un’occasione per riflettere su un tema di grande attualità che vede sempre più la necessità di coniugare la conservazione delle specie e degli habitat con le tecniche agricole contemporanee tese alla produzione e alla sostenibilità economica.

Il primo intervento ha dato voce al Prof. Graziano Rossi, docente dell’Università di Pavia e impegnato nella ricerca delle antiche sementi oggi conservate in una “banca” che li potrà custodire per il futuro. Il suo gruppo di ricerca è andato in missione tra gli orti dei paesi lombardi alla ricerca di piante rimaste uguali nei secoli, riscoprendo antiche varietà di ortaggi che, oltre a farci scoprire vecchi sapori, possono essere la base di un’agricoltura più sostenibile che escluda l’uso di erbicidi e pesticidi favorendo semi più resistenti a stress ambientali quali la siccità e le alte temperature.

Andrea Mosini ha raccontato due progetti – Terra Viva e Sociaalp – che dal 2017 ad oggi stanno recuperando in Valle Antrona alcuni terreni terrazzati messi a disposizione delle comunità locali per una nuova funzione agricola. Lui e altri soci hanno condotto monitoraggi botanici e faunistici per misurare l’effetto degli interventi realizzati. In quasi tutti i casi la biodiversità è risultata maggiore in seguito ai lavori eseguiti. Sono stati anche descritti alcuni accorgimenti funzionali alla conservazione delle specie come ad esempio lasciare porzioni di prato non falciate per garantire zone di rifugio e alimentazione per gli insetti impollinatori o una certa percentuale di arbusti dove i rettili possono trovare riparo.

Michele Bove, tecnico agronomo del Parco lombardo della Valle del Ticino, ha illustrato l’importanza di recuperare alcune buone pratiche tradizionali e in parte abbandonate come le bose e le marcite utilizzate un tempo nelle zone tra l’alta e la bassa pianura come riserva d’acqua e per l’ irrigazione dei prati da sfalcio o per determinate colture. Oggi, oltre a garantire un miglior sfruttamento della risorsa idrica, il recupero di questi ambienti favorisce la conservazione di numerose specie rare di anfibi e uccelli, azione strategica nell’ambito della Riserva MAB Unesco Ticino Val Grande Verbano.

Infine Fabio Dartora dell’Azienda San Michele di Iesolo ha portato l’esperienza di un’azienda biodinamica che alleva vacche per la produzione casearia, galline ovaiole e api unitamente alla conduzione di oltre un centinaio di ettari di terreno destinato a diverse coltivazioni; il tutto condotto con particolare attenzione agli equilibri naturali e alla conservazione delle specie selvatiche. Da alcuni anni vengono condotti studi sulla comunità di micromammiferi , di pipistrelli e uccelli per monitorarne la presenza e il successo riproduttivo e confrontando i risultati con quelli ottenuti da indagini simili realizzate in zone vicine occupate da aziende convenzionali.

Al termine del convegno è stata presentata in anteprima la mostra “Dall'Ossola al Ticino: racconti di biodiversità" che beneficia del sostegno della Fondazione VCO e del Parco Nazionale Val Grande e che raccoglie pregevoli immagini di flora, fauna e ambienti realizzate dai soci della Società nel corso delle loro attività sul campo. Non ci resta che aspettare l’annuncio dell’inaugurazione della mostra in programma a breve.
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