Comitato Salute VCO: "Storie di ordinaria follia"

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Comitato Salute VCO, riguardante la situazione della sanità locale.

  
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Giovedì scorso, un amico si accorge di avere una zecca conficcata in una spalla, consulta via telefono il proprio medico che gli consiglia di recarsi al Pronto soccorso dell’ospedale Castelli, per evitare pericolose complicazioni. (Ma una volta non era un DEA? Eh, com’è cambiato il mondo!) Alle 17, dopo la rituale registrazione dove gli viene assegnato il codice di gravità, si mette in paziente attesa del proprio turno che nessuno gli dice quando sarà.

Alle 19, verificato che ci sono ancora una trentina di persone in attesa, decide andare a mangiare qualcosa. Al ritorno rileva che non è cambiato nulla. Aspetta pazientemente il suo turno, ma alle 24 si spazientisce quando gli rispondono che, prima di lui, ci sono ancora 12 persone in attesa. Fortuna vuole (??!!) che una infermiera, resasi conto della semplicità dell’intervento, provvede alla rimozione della zecca inserendola nel contenitore che, secondo prassi, va inviato al laboratorio.

Durante queste sette ore di attesa, ha potuto assistere a un discreto numero di episodi di umanità sofferente, bisognosa di attenzioni anche urgenti che la conclamata scarsità di personale, costringeva a procrastinare. Una signora, che aveva accompagnato la madre anziana alle sette del mattino, dodici ore dopo non aveva ancora ottenuto notizie. In questa situazione di impotenza oggettiva, carica di tensione, alcune persone sono scoppiate a piangere.

Crediamo che questa descrizione basti e avanzi per dimostrare l’abbandono del sistema da chi ha la responsabilità di governarlo al meglio. Ancora una volta rileviamo purtroppo la latitanza della Direzione generale. Conosciamo anche noi l’insufficienza cronica delle risorse, ma questo non fornisce l’alibi a non fare nulla. A questa ormai cronica “lista di attesa”, aggiungiamo anche le altre. Nella programmazione del CUP sono entrate a pieno titolo anche le prestazioni dei “Privati”. Tutto regolare?

Provate a prenotare una banale ecografia, scoprirete che questa ASL ve la programmerà per novembre; però se accettaste di andare dal “Privato” potreste farla ai primi di maggio. Cosa scegliereste voi?

L’abbiamo già detto e lo ripetiamo, in un regime di scarsità di risorse, si uniscono le forze e se necessario si cambia l’organizzazione del lavoro, anche se da solo il “pubblico” non riesce a ridurre le liste di attesa. A tale scopo, si è pensato bene di “arruolare” il “Privato” inserendolo nella programmazione del CUP, e perciò la Regione ha stanziato qualche decina di milioni a questo destinati.

Ma il nostro Assessore regionale alla sanità, con la decisone di firmare il 16 aprile “motu proprio” il relativo provvedimento, è riuscito a fare cose che nessuno aveva mai fatto prima. È riuscito a farsi contestare proprio dai “Privati”; sì proprio quelli destinatari del finanziamento.

Un capolavoro di tragica comicità. A questi “Privati” era stato promesso che, prima di ufficializzare il provvedimento si sarebbero concordate alcune modifiche organizzative al sistema per evitare che si ripetano situazioni assurde, come del resto capitato più volte, ovvero di proporre a un abitante di Verbania una visita a Cuneo o a uno di Alessandria un intervento a Cuneo.

Una promessa non mantenuta. Un metodo al quale il nostro Assessore, insieme al Presidente Cirio, ci ha da tempo abituato. Come da loro preannunciato, nel promesso incontro con i Sindaci del VCO verranno a comunicarci le loro decisioni senza un preventivo confronto, e poi si stupiranno se i cittadini non saranno d’accordo. Un pessimo metodo di governo, fatto di “annunci” e di strombazzate propagandistiche basate sul nulla e nessun atto concreto. Forse non è proprio questa la strada per assicurare ai cittadini un’assistenza sanitaria decente, come hanno diritto.

Pare non conoscano la situazione sul campo in tutta la sua complessità e drammaticità.

Speranza vana?
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