Metti una Sera al Cinema - Il bambino nascosto

Martedì 3 maggio 2022, presso l'Auditorium de Il Chiostro a Verbania Intra, proiezione di "Il bambino nascosto".

  
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Genere: Drammatico Anno:2021 Regia: Roberto Andò Attori: Silvio Orlando, Giuseppe Pirozzi, Lino Musella, Imma Villa, Salvatore Striano, Roberto Herlitzka, Tonino Taiuti, Alfonso Postiglione, Claudio Di Palma, Sergio Basile, Enzo Casertano, Francesco Di Leva, Gianfelice Imparato

Il bambino nascosto, parla in qualche modo di reclusione e di criminalità, ma lo fa prendendo l’abbrivio da un’angolazione dello sguardo completamente diversa. Ciro, il bambino nascosto del titolo, non è un criminale, o per meglio dire non ancora. Lo è per l’opinione pubblica, probabilmente, visto che con il suo amico del cuore ha scippato una signora. Lo è, in quanto “infame”, per la famiglia camorrista di cui faceva parte proprio quella signora, e che ora pretende “giustizia”, vale a dire la testa dei due ragazzi. E così Ciro si rifugia nell’unico appartamento in cui pensa e spera di poter trovare un po’ di comprensione: a Forcella non capita tutti i giorni di avere un vicino di casa che suona il pianoforte, ascolta musica classica e impara a memoria i distici delle poesie.

La contrapposizione tra il mondo da cui proviene Ciro e l’ambiente in cui è cresciuto e dove lavora Gabriele Santoro, professore di pianoforte al conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, è il primo evidente elemento di dialettica che Andò mette in scena. La Napoli borghese e quella sottoproletaria, la camorra e la magistratura – il fratello di Gabriele, con cui si è verificata una profonda frattura oramai da anni, sta per essere eletto nel CSM, e proprio per questo non vuole vedersi accollate scocciature di vario tipo –, l’adulto e il bambino. Lavora per dicotomie, Andò, provando a innestare l’immagine su un impianto narrativo consolidato. Infatti il film è l’adattamento per il cinema di un romanzo pubblicato dallo stesso regista un anno fa per La Nave di Teseo: non un’anomalia per Andò trent’anni ha scritto quattro romanzi e un pugno di saggi.

Percorso di formazione per entrambi i personaggi, Il bambino nascosto nonostante le sue imperfezioni resta una delle sortite autoriali più riuscite di Andò, per la naturalezza di determinate situazioni e il candore di un rapporto affettivo che riesce a sopravvivere a tutte le sozzure del mondo.

Napoli è sfacciata, ma si nasconde a chi si limita a uno sguardo superficiale. Napoli è più che un personaggio, è il terzo incomodo nella ballata a due al centro del giallo. La magia unica del centro di Napoli, capace ancora di mescolare classi sociali, stili di vita, all’interno di palazzi dal fascino un po’ po’ decadente. Il professore insegna al Conservatorio, dove si reca a piedi. La sua vita è abitudinaria e molto regolata. Raramente esce di casa, al massimo si affaccia dalla finestra, da dove osserva un mondo brulicante ai suoi piedi, con una particolare agitazione che monta. Qualche litigio nell’ombra, fra vicini che appena conosce. Un giorno apre la porta per far entrare un corriere, e bastano pochi istanti in cui si allontana dall’uscio per far intrufolare nella sua quotidianità un ragazzino di 10 anni, che sembra avere qualcosa a che fare con il trambusto notato in quei giorni. Ci metterà qualche tempo ad accorgersi dell’intruso, nascosto come lui, che da molti anni ha rinunciato a vivere in pieno la sua città, e la sua condizione alto borghese, vivendo con grande timidezza sociale anche la sua vita sentimentale. Andò prosegue un racconto garbato e in sottrazione, in cui la tensione gialla non è mai esibita, con un suo progredire vagamente démodé, come le illustrazioni di interni eleganti sulle copertine dei Gialli Mondadori degli albori. Silvio Orlando è una figura rassicurante, incapace di nascondere una naturale empatia, ancora prima che il professore si liberi dalla sua taciturna diffidenza. Leggi QUI il post completo