Comitato Salute VCO: "Un fallimento annunciato"

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Comitato salute VCO, sulla sanità locale.

  
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Non vuole costruire l'ospedale di Ornavasso, ma nemmeno quello annunciato a Domodossola.

Questa frase riferita al Presidente Cirio era scritta nel nostro comunicato stampa del 9 novembre 2019 e, guarda il caso, questo si è puntualmente verificato. Siamo tornati al punto di partenza come nel gioco dell’oca, con la differenza che qui non si tratta di un “gioco” ma del diritto costituzionale alla salute dei cittadini. Un diritto che per i decisori politici dovrebbe essere il faro che guida ogni loro visione e azione.

La proposta del Presidente Cirio, comunicata lo scorso 23 maggio 2022 alla Rappresentanza dei Sindaci del VCO, è un ritorno al passato in una visione “ospedalocentrica” dei servizi offerti al cittadino trascurando colpevolmente che l’ospedale è uno dei tasselli della sanità territoriale così come è stata disegnata da AGENAS per la cui realizzazione sono a disposizione i fondi previsti dal PNRR.

È storicamente dimostrato che l’organizzazione basata su due nosocomi, per il VCO, non va.

Analizzando i dati della mobilità passiva, che misura l’efficacia dell’offerta sanitaria di questa ASL, si scopre che nell’area medica, nel 1998 era del 10.3% e nel 2019 è salita al 24,4%, (IRES), mentre nell’area chirurgica nel 1998 era del 22%, nel 2019 è arrivata al 45,1% (IRES). Va ricordato che nel 1998 si giustificava l’alta mobilità passiva con la povertà dell’offerta chirurgica che si pensava di arricchire con un nuovo ospedale.

Ci sorprende perciò l’entusiasmo con cui una certa parte politica, con il solito codazzo di Sindaci, abbia accolto anche questa proposta senza una base di dati oggettivi che qui invece ci sono. Lo stesso “gruppo”, nel 2021, aveva già salutato con favore la proposta di ridurre a 125 i posti letto del Castelli. Valli a capire.

Per superare questa inefficiente “bipolarità ospedaliera” nel 1995, l’allora Presidente Ghigo commissionò ad una agenzia indipendente (CRESA) uno studio per individuare la soluzione ottimale. La conclusione di CRESA fu per un ospedale nuovo da costruire a Gravellona, un’area ritenuta “baricentrica” e servita da una rete di trasposto pubblico che ne facilitava l’accesso. Nel suo secondo mandato nel 2002 la proposta di CRESA fu accantonata. Ghigo inspiegabilmente adottò le conclusioni di ARESS Piemonte a cui aveva commissionato un nuovo “studio” che proponeva di collocare il nuovo nosocomio a Piedimulera. Una zona periferica e non servita dal trasporto pubblico, salvo essere su una linea ferroviaria secondaria. L’opposizione del territorio sfociato in un referendum provinciale decretò la fine di questa ipotesi nel 2007.
Il tentativo di superare questo “bipolarismo ospedaliero” fu ripreso nel 2015 dalla Giunta Chiamparino che solo dopo aver ottenuto il consenso della maggioranza dei Sindaci a seguito dell’approvazione dei rispettivi Consigli comunali, venne avviato il progetto per un ospedale nuovo ad Ornavasso. Un’area ad una manciata di chilometri da Gravellona, ritenuta “baricentrica” e che poteva essere servita dal traporto pubblico locale solamente deviando opportunamente il percorso degli autobus di linea.

Nel 2019 la Giunta Cirio, senza alcuna spiegazione logica, cancellò il progetto “Ornavasso” ormai in dirittura d’arrivo, sia per la presenza di un progetto autorizzato che dei finanziamenti già stanziati, per essere sostituito da un “annuncio” del Presidente Cirio che la sera del 26 ottobre 2019 dichiarò pubblicamente che un nuovo ospedale sarebbe stato costruito in Ossola, che adesso dopo tre anni ha detto che non si farà più.
Intanto i due ospedali erano sempre lì e sono stati sottoposti alla dura prova della pandemia del 2020 uscendone con le ossa rotte, evidenziando ancora una volta la debolezza assistenziale di questo sistema ospedaliero, nonostante l’impegno del personale medico e infermieristico. Soprattutto è apparso evidente, non solo nel VCO, che la presenza di una robusta struttura di sanità territoriale avrebbe evitato molti lutti. Ma su questa, come abbiamo già più volte detto, questa amministrazione, proprio per l’assenza di un piano sociosanitario, si è inventata delle soluzioni che appaiono prive di logica.

Detto questo, come si fa a credere che la proposta dei due nosocomi sia risolutiva per il territorio. Sarebbe ora che si uscisse da questa visione “ospedalocentrica” come hanno fatto per tempo alcune realtà amministrative italiane e studiarsi per bene cosa propone AGENAS per il territorio. Se i cittadini avranno a disposizione sul territorio quei servizi che oggi possono trovare solo in ospedale, sarebbe un primo passo importante. Ma questa amministrazione regionale appare molto carente su questo fronte.
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