Un grazie all'Eremo di Miazzina e Gravellona Toce

Riceviamo da una lettrice del blog, la richiesta di pubblicazione di una lettera, in cui vuole ringraziare Eremo di Miazzina e il centro Garofalo di Gravellona Toce, per la professionalità e l'umanità con cui è stata assistita. Di questi tempi è un piacere poter dare spazio a notizie positive, soprattutto nel campo della sanità.

  
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Vi chiedo gentilmente di pubblicare questa mia lettera poiché desidero rendere pubblica una realtà positiva in questa Italia dove sembra che tutto vada a rotoli.
Dopo una serie di ricoveri a causa di una protesi d’anca infettata, ricoveri avvenuti a Milano dove sono in cura da tanti anni per una seria patologia congenita di nome “Sindrome di Bud-Chiari”, a marzo subisco l’intervento, dopo nove mesi di immobilità, per rimettere una nuova protesi, quella precedente era stata rimossa a luglio.

Purtroppo l’intervento va male per la mancanza di tono muscolare che impedisce alla protesi di rimanere in sede e vengo nuovamente ricoverata per protesi lussata. Provata nel fisico e nella mente dopo 2 anni tanto difficili e dolorosi mi trasferiscono da Milano all’Eremo di Miazzina in condizioni molto critiche.

Qui vengo accolta da un personale di grande professionalità e carica umana che mi infonde coraggio e speranza per una riabilitazione mirata ad affrontare un nuovo intervento quando le condizioni generali lo permetteranno.

Nel frattempo apre il Centro Garofalo di Gravellona dove vengo trasferita grazie alla sensibilità e all’umanità del personale che considera di fondamentale importanza un avvicinamento a casa. Nonostante la felicità di poter avere i miei famigliari vicini, tanto da potermi venire a trovare tutti i giorni, saluto con dispiacere i medici e il personale con i quali ho stabilito un rapporto di profonda stima e fiducia.

Arrivata a Gravellona rimango meravigliata dalla bellezza e dalla funzionalità della struttura.
Il personale infermieristico mi accoglie con grande gentilezza e si mette a mia completa disposizione per soddisfare ogni mia, anche piccola, richiesta e con i medici di reparto stabilisco subito un ottimo rapporto.

A causa della mia patologia di base, sorgono, inevitabili, delle complicazioni. Avendo alle spalle un vissuto di 25 anni con le mie problematiche, apprezzo la loro completa disponibilità e professionalità nel tentare, con esiti positivi, di risolverle. Mi sento curata e coccolata come nei miei tanti ricoveri, non sempre è successo.

Ed eccomi timorosa e spaventata ad affrontare quello che riguarda la fisioterapia. Il dolore è sempre presente e spesso è difficile da gestire per cui sono prevenuta per tutto ciò che riguarda il movimento e la riabilitazione. Il primo impatto l’ho col Dottor Fisiatra Mario Gugia che quando mi visita mi infonde coraggio e speranza, ricordo le sue parole:”Facciamo il possibile per migliorare la sua situazione e il nostro scopo è quello di riuscire a farla camminare con le stampelle per potenziare la massa muscolare in funzione dell’intervento, bisogna lavorare, non abbiamo la bacchetta magica, ma tutta la nostra professionalità per poter riuscirci con il suo fondamentale aiuto.”

Ogni giorno scendevo in palestra e in piscina e mi sottoponevo agli esercizi trovando un ambiente molto piacevole con fisioterapisti a mia completa disposizione che trasformavano il lavoro in un gioco divertente con la loro professionalità e simpatia.

Passati i 40 giorni di degenza dove il tempo è stato scandito all’impegno quotidiano e dal prezioso incoraggiamento di tutto il personale, sono stata dimessa camminando con le mie gambe e continuo anche ora, da esterna, il rinforzo muscolare con sedute in palestra e in piscina per arrivare al 4 settembre giorno della visita con il chirurgo ortopedico del Policlinico di Milano nelle condizioni ideali per valutare e programmare l’intervento che mi permetterà di ritornare ad una vita normale.

Scusatemi se grido a gran voce che siamo molto fortunati ad avere a disposizione una simile realtà che funziona, dove possono essere ricoverate anche persone che hanno delle problematiche serie come la mia.

Condividono la mia opinione molti altri pazienti con i quali ho stretto profonda amicizia con loro ho trascorso momenti di condivisione e di solidarietà, ognuno con un problema diverso più o meno grave.
Custodirò nel mio cuore tutti i bei ricordi e mi incoraggia sapere che dopo il futuro intervento di protesi all’anca, ritornerò alla riabilitazione e alla professionalità di queste straordinarie persone che esercitano la loro professione nel miglior modo possibile affrontando quotidianamente casi clinicamente complicati e delicati.

Lettera Firmata
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