Grande Nord, su specializzandi come medici di famiglia

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato di Grande Nord Piemonte, sulla scelta di impegnare gli specializzandi come medici di famiglia.

  
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Che la sanità pubblica ed il servizio di medico di base non siano appetibili al personale medico non è purtroppo una novità. Medici che abbandonano il servizio pubblico per il privato o, nel caso di giovani medici, che non considerano proprio la carriera di medico di base o nelle strutture pubbliche non fanno più notizia.

Il risultato è che, specialmente nelle aree periferiche, gli ospedali sono in affanno e trovare un medico di base vicino sta iniziando a diventare difficile. Si è pensato di "metterci una pezza" aprendo ai giovani laureati specializzandi la possibilità di esercitare come medici di famiglia.
Intento lodevole ed apprezzabile, ma, come purtroppo spesso accade, la toppa se proprio non è peggiore del buco sicuramente non riesce a coprirlo.

Infatti agli specializzandi che intraprendono il servizio di medico di famiglia è stato posto un tetto di mille mutuati, contro i 1800 permessi ad esempio in Piemonte ai (pochi) medici in servizio. Nemmeno i ricongiungimenti familiari permettono di superare la soglia dei mille mutuati.

Perché un simile limite?

Non sarebbe il caso di permettere agli specializzandi lo stesso numero di assistiti?

Si permetterebbe agli specializzandi di avere un numero di assistiti che, tanto, potrebbero avere assegnati pochi mesi dopo.

Segreteria Regionale
Grande Nord Piemonte
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