Montani in Procura

Ha risposto per 3 ore e mezzo, assistito dal suo legale avvocato Paolo Marchioni, alle domande dei pubblici ministeri Laura Carrera e Nicola Mezzina, venerdì 13, il senatore, Enrico Montani.

  
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Il parlamentare è indagato per corruzione aggravata nell'ambito di uno dei filoni dell'indagine che ha portato in carcere i fratelli Corrado ed Elena Giacomini. Nulla a che vedere con la frode fiscale, su cui sta indagando la procura di Novara, né su quella per illecita costituzione di capitali all'estero, di competenza della procura di Verbania.

A Montani sono stati chiesti chiarimenti sulla richiesta di Giacomini di favorire, con una proposta di legge della quale il senatore verbanese fu il primo firmatario, sgravi fiscali ai produttori di caldaiette ad idrogeno che intendeva produrre nell'impianto, mai realizzato, su un terreno di sua proprietà a Pogno, in una superficie attrezzata dalla Saia (Società aree industriali e artigianali).«Ho risposto a tutte le domande - ha riferito Montani ai cronisti a fine interrogatorio - .

Mi è stato chiesto di chiarire alcune circostanze e credo di averlo fatto». Montani si sarebbe limitato a ripetere quanto già dichiarato in conferenza stampa subito dopo aver ricevuto l'avviso di garanzia. L'interessamento fu relativo solo alla presentazione d'una proposta di legge, che avrebbe favorito non il solo Giacomini ma tutti gli imprenditori intenzionati a produrre quel tipo di caldaie, senza alcuna corresponsione di denaro da parte dell'imprenditore.

L'hard disk del computer sequestrato nella sezione provinciale della Lega Nord a Verbania, per verificare se esistessero trasferimenti di denaro dai conti di Giacomini a quelli del Carroccio del Verbano Cusio Ossola, è già stato restituito al segretario politico della Lega Marco Campanini. Leggi QUI il post completo