Dalle Cime alle Isole
Dalle Cime alle Isole (11-22 agosto 2025) è una residenza di formazione e produzione di arte e design sociale tra paesaggio alpino e lagunare, a cura di G. Olmo Stuppia, con il supporto scientifico di Riccardo Braggion.
👤 Redazione ⌚ 5 Agosto 2025 - 18:06 Commentaa-
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Il modulo, aperto alla cittadinanza, a studenti di arte, filosofia, design, architettura, ingegneria e tutte le discipline, si tiene in Val Intrasca (Parco della Val Grande) – ospiti presso Case del Sole – e si conclude a Venezia. Un simposio immaginato per ripensare le modalità di fruizione dei luoghi, oltre alla “commodification”, per ritornare a sentire e generare archivi impossibili, sculture e modalità di vita collettive, connettendo simbolicamente come il Po’ la Regione Piemonte e la Regione Veneto; si tratta di un’esperienza immersiva e poetica tra le vette, il bosco della Val Grande e le acque della Laguna Veneziana. Ideato e curato da Cassata Drone Expanded Archive, con il patrocinio di R Platform Venezia, Marcovaldo Paris, Università IUAV di Venezia, ANPI Verbania e Case della Resistenza, l’evento si terrà dall’11 al 22 agosto 2025. Dal 11 al 19 agosto animerà Scareno (Verbania), per poi proseguire, dal 20 al 22 agosto, in forma restitutiva e navigante, tra le isole della Laguna di Venezia, in collaborazione con Venice Art Factory. Una zattera sonora, come un sogno lucido, sospesa prima sulle acque trasparenti delle Alpi e poi a lambire le acque torbide di Rio Orsi e della Laguna di Venezia.
Il modulo rimanda liricamente, nella sua costruzione architettonico-pratica, ai saperi del Bauhaus, ispirandosi a Fitzcarraldo di Werner Herzog e al dipinto de La zattera della Medusa di J.T. Gèricault del 1818. Opera chiave che disarticola il naufragio, e ancora oggi ci parla e ci “costringe” a ripensarci umani nello spazio, in rapporto con cromie verdi, paesaggi demograficamente “marginali” e necessità di fabbricare un futuro (homo faber). Un’operazione di riattivazione culturale dei territori “silenti” come il borgo di Scareno.
La Zattera della Medusa del 1818 è perno sinestetico per una nuova scultura interattiva e archivio sonoro navigante della Resistenza , ascoltando voci, drone sound, racconti del partigiano 99enne Arialdo Catenazzi (Medaglia d’Oro al Valor Militare), le voci dei partecipanti e archivi da luoghi di conflitto. Un simposio germinativo, attuando e ri-narrando visioni oniriche, scolpendo e assemblando una zattera-scultura lignea che assurga a opera collettiva. Ascoltando storie laterali, legando con intima mano (E. Severino, 2010) le relazioni umane nel coro di singoli, nella “phonè artrhos” (Agamben 2010).
Lo sguardo zenitale del drone, diviene strumento di pace e non di controllo e oppressione sonora. L’uso scopico di corpi e parole, cambia pelle in comunità-relazione, un essere due - molteplice nel lasciar essere (Irigaray, 2013) . Un archivio autocostruito e navigante, che si impone tra acque fluenti e cromie verdi, attraverso l’autocostruzione e che includa la memoria resistente di Venezia e della Val Intrasca; una “controcartolina italiana”, che valica resistente gli stucchevoli usi hyper turistici dei Paesaggi. Il progetto invita giovani artisti, studenti, cittadini (dai 17 ai 99 anni) a immergersi in questa esperienza di “ricucitura” delle lacerazioni causate dall’ esaurimento da schermo. Un progetto per il paesaggio e l’amore per il design autocostruito, per ripopolare un borgo antico, quasi del tutto abbandonato, raddoppiandone la popolazione. Il progetto invita a sperimentare pratiche di creazione tra corpo, cinema espanso e storia Italiana, a partire dal disegno e dalla voce dell’Alpe.
Fluendo come le acque del torrente San Giovanni e poi del Fiume Po’, inquinato e maestoso. Risuonando come canto nei tempi bui – parafrasando Bertolt Brecht –. In programma: escursioni, lectiones magistrales, danza, poiesi installativa, video, drone mapping, composizione poetica, evasione dal digitale, cucina a km zero e letture a partire dall’Archivio di Libri su “dronizzazione”, margine, corpo e soglia come quinta teorica del laboratorio. Un’esperienza radicale di formazione e apprendimento aperta a soli 12 partecipanti (con una borsa a copertura su base ISEE per coloro che provengano dal Sud Italia o dalla Palestina), per rilanciare il ruolo dei margini di un Paese policentrico e regionale, come l’Italia. Uno spazio unico come vettore di pensiero e creazione, dalla natura selvaggia della Val Grande per poi tuffarsi nel prestigio storico dei Rii e Canali di Venezia.
Un modulo unico in Italia, con base a Case del Sole e accompagnato da una lettura dei portfoli e percorsi interdisciplinari metodologici mentori internazionali (online e in presenza) Raqs Media Collective (artisti internazionali e curatori della mostra Di Bagliori PAC, online), Giacomo Abruzzese (premiato regista di Discoboy Berlinale73, online) , Christine Kettaneh (premiata artista libanese, online, University of LAU, Beirut), Paolo Bufalini (in presenza pluripremiato artista concettuale italiano), Federico Grilli (pluripremiato artista concettuale Italiano) Gaia Ginevra Giorgi (performer e poetessa, online e in presenza a Venezia), Alba Nabulsi (giornalista e curatrice, in presenza), Emilio Vavarella (global artist, Skidmore University, online), Greta Maria Gerosa (Residency program Fond. BLM, Venezia), Riccardo Roberto Vito d’Amico (Fedrigoni Designer Book Prize 2025), Francesca Castellani (IUAV Architecture), Diego Gelosi (Artista concettuale, fellow al PoliMI Daer), Domenico Palmeri, (dronist Braggion (Comune di Milano, ricercatore indipendente, in presenza), Giorgia Antonioli (Phd IUAV in presenza, NSA School) , Greta Mullaj (YALI Glass & ggg.collective), Nicola Capone (UNISA, Filosofo, in presenza), Gian Maria Tosatti (Artista visuale, giornalista e saggista) , Stefano Cagol (Director Castelbelasi), Leonardo Ruvolo (Curator at MACAO, Phd Napoli), Arianna Marcolin (Poush , Ex Elettrofoniche Gallery Roma),, sound artist, in presenza, Palermo) Dino Trapani (UNipaDarch), Marianna Faleri (artista tessile, ENSAD ), Yvette Vašourková (Architect from CCEA MOBA, Prague) , Francesco Guazzo (Zegna Scholarschip) Leggi QUI il post completo