A Cesara i migranti protestano

La luce è tornata ieri nel Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) di Cesara, dopo che 92 richiedenti asilo hanno trascorso una settimana senza corrente elettrica. Per sfogare la disperazione, avevano bloccato per una ventina di minuti la Provinciale occidentale del Lago d’Orta.

  
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Il blackout aveva reso la già precaria situazione del centro insostenibile: impossibile scaldare il cibo precotto, fornito a giorni alterni, e avere acqua tiepida per lavarsi, in una struttura dove – fanno notare gli ospiti – il riscaldamento è già di per sé insufficiente.

Le ragioni di una protesta annunciata
La protesta, però, non è scattata solo per la mancanza di luce. A pesare è anche il mancato pagamento dei pocket money, i soldi per le piccole spese personali: 2,5 euro al giorno che, secondo i migranti, non arrivano ormai da tre mesi.

La società pugliese “Lavorare insieme”, che gestisce la struttura, attribuisce il blackout a un sovraccarico della rete, causato dal "troppi dispositivi collegati, anche non a norma, soprattutto telefonini ma anche monopattini".

Scadenza imminente e futuro incerto
La crisi si inserisce in un contesto di grande incertezza. L’appalto per la gestione del centro scadrà il 30 novembre. La Prefettura di Verbania dovrebbe aver ultimato entro quella data la gara per affidare il servizio per i prossimi tre anni.

“Lavorare insieme” si è ripresentata, difendendo a spada tratta la propria operatività. "L'ispezione dell'altro ieri della commissione provinciale non ha riscontrato carenze nel servizio erogato", hanno dichiarato.. Leggi QUI il post completo