Un anno di Fondazione Canova
Il 25 febbraio del 2024 l’Associazione Canova si trasformava in Fondazione. In un anno l’équipe internazionale che opera ai piedi delle Alpi, in Piemonte, non distante dal Lago Maggiore, ha proseguito l’impegno di preservare e valorizzare l’architettura tradizionale in pietra di un patrimonio fragile e prezioso.
👤 Redazione ⌚ 7 Dicembre 2025 - 15:03 Commentaa-
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Non solo, la Fondazione ha implementato l’attività nel borgo di Ghesc, villaggio medioevale dell’Ossola (nella provincia del Vco) un tempo abbandonato, trasformato in un laboratorio a cielo aperto dove studenti, artigiani, ricercatori e artisti possono confrontarsi con le tecniche costruttive storiche e sperimentare nuove forme di abitare e di fruizione culturale .Tantissime le attività proposte nel corso dell’anno, dal restauro di parti del villaggio (sala consultazione, cucina, laboratorio), al censimento e alla pubblicazione di libri dedicati, ai corsi con più di 150 studenti provenienti da sette Univerità, a eventi culturali, seminari, riconoscimenti internazionali e molto altro che potrete trovare nel dettaglio nella relazione allegata. Il presidente di Fondazione Canova, Maurizio Cesprini, spiega: «Il lavoro del primo anno ha seguito la traccia dei bandi del PNRR, di Cariplo, anche col sostegno di Fondazione Comunitaria VCO. Un lavoro che ha permesso di raggiungere risultati estremamente positivi. L’associazione era attiva da 25 anni, la trasformazione in Fondazione indica un percorso che è ancora in divenire». Guardando al prossimo anno, Fondazione Canova nel 2026 sarà impegnata a livello internazionale con gli studenti delle Università che si trasferiranno nel villaggio medievale per imparare tecniche costruttive specifiche e confrontarsi sui grandi temi di architettura e futuro e sostenibile. Un impegno, quest’ultimo, che vedrà protagonista l’Incontro Internazionale degli Architetti.
Ampio spazio alle nuove tecnologie, con strumenti che coniughino progettazione, documentazione e diffusione di carattere generalista, grazie al progetto Interreg (in collaborazione con partner svizzeri). La formazione il prossimo anno vedrà focus dedicati a Guide naturalistiche e artigiani, coinvolgendo quindi il mondo del lavoro, offrendo opportunità e prospettive.
«Fondazione Canova in questo modo fa rete con uno sguardo che abbraccia locale e globale, formazione universitaria e manodopera locale, perché tra i tanti insegnamenti dell’architettura vernacolare vi è quello dell’importanza dei materiali, delle competenze pratiche, di un saper fare che è figlio della storia italiana e delle Alpi».
L’architettura tradizionale in pietra è una delle caratteristiche che rende la provincia del Verbano Cusio Ossola tanto attraente agli occhi dei turisti che sempre più spesso dimostrano di preferire i piccoli centri alle metropoli.
Il territorio del Vco è ricco di tesori: Vogogna, premiato tra i Borghi più belli d’Italia, il centro storico di origine medievale di Domodossola, la Valle Vigezzo con le sue dimore affrescate, e poi ancora: le abitazioni dell’ingegnoso popolo Walser, la perla di Carmine Superiore nel Verbano.
Perché il patrimonio dell’architettura tradizionale in pietra non vada perso, Fondazione Canova opera da oltre 20 anni sul territorio con l’ambizioso progetto del “Villaggio laboratorio di Ghesc” a Montecrestese, un luogo di grande bellezza, abbandonato nel corso del tempo, e che sta riprendendo vita ospitando studenti universitari dal mondo, workshop, residenze d’artista, e molto altro.
Un territorio che è cerniera con la Svizzera.
Ecco perché Fondazione Canova è entrata nel progetto Interreg con Associazione Musei dell’Ossola, Università del Piemonte orientale e Aree protette del Vco.
Tra gli obiettivi di Fondazione Canova, all’interno del progetto Interreg c’è, tra gli altri, quello di coinvolgere le guide naturalistiche con un corso di formazione gratuito che prevede un focus speciale sull’architettura in pietra tradizionale e sul suo valore culturale e ambientale.
Il corso si svolgerà nella primavera 2026 e comprenderà lezioni teoriche e sul campo con visite guidate per permettere di scoprire luoghi dalle caratteristiche particolari e poco conosciute e consentire quindi una differenziazione e un arricchimento nel panorama dell’offerta delle guide nel settore dell’architettura vernacolare.
«Vogliamo condividere con le guide naturalistiche strumenti per raccontare non solo la natura, ma anche l’ingegno e la cultura che hanno modellato il nostro paesaggio - spiega Maurizio Cesprini, presidente della Fondazione Canova -. L’architettura tradizionale è parte viva della montagna e può tornare a essere un motore di conoscenza e di sviluppo per le nostre valli».
Fondazione Canova organizza una riunione preliminare che si terrà venerdì 28 novembre alle ore 17.00, presso il Villaggio Laboratorio di Ghesc (Montecrestese). Durante l’incontro verrà presentato il programma del corso e saranno discusse insieme le modalità di attuazione.
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