Job Act: l'ordine del giorno approvato

Riceviamo e pubblichiamo, l'Ordine del Giorno sul Jobs Act ed articolo 18 presentato dal Gruppo SINISTRA UNITA ed approvato giovedì sera dal Consiglio Comunale di Verbania.

  
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Hanno votato favorevolmente 26 Consiglieri di tutti i Gruppi con 4 astenuti del PD compreso il Sindaco la non partecipazione al voto del Segretario cittadino del PD Brezza e quella dei 2 consiglieri della lista di Maggioranza Con Silvia.


COMUNE DI VERBANIA
GRUPPO CONSILIARE SINISTRA UNITA


OGGETTO: JOBS-ACT E RIDUZIONE DELLE TUTELE DEI LAVORATORI


ORDINE DEL GIORNO URGENTE

IL CONSIGLIO COMUNALE

Premesso che:

– il Parlamento sta approvando il disegno di legge governativo, cosiddetto Jobs act, recante deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro, dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro (A.S. 1428);

– con tale disegno di legge il Governo chiede al Parlamento numerose deleghe con le quali riscrivere pezzi importanti del diritto del lavoro sulla base di principi e criteri direttivi per lo più generici e vaghi;

– si tratta di deleghe quasi in bianco che, con gli emendamenti approvati nella Commissione lavoro del Senato della Repubblica, mostrano l’intento del Governo e della sua maggioranza di voler smantellare definitivamente il sistema di tutele previste dallo Statuto dei lavoratori, senza che ciò produca vantaggi alle imprese e al mercato, anzi produrrà molto danno;

– l’introduzione del contratto di lavoro a tutele crescenti viene utilizzato per demolire lo Statuto dei lavoratori, di cui alla legge n. 300 del 1970, cancellando nei fatti l'art. 18, abrogando il divieto di controllo a distanza dei lavoratori e abrogando il divieto di demansionamento;

– è deplorevole che si continui a sostenere ossessivamente la bugia secondo cui il ricorso abnorme al lavoro precario negli ultimi venti anni è stato causato da una iperregolazione in uscita del contratto a tempo indeterminato;

– garantire i lavoratori contro i licenziamenti ingiustificati e discriminatori è stata una conquista di civiltà per l’Italia rappresentando l’attuazione dei principi costituzionali che pongono al centro la dignità della persona e del lavoro. Tale garanzia non danneggia le imprese e l’obiettivo deve essere quello di estenderla a tutti i lavoratori e le lavoratrici, non di toglierla a chi oggi è riconosciuta;

– cancellare la reintegra in caso di licenziamento ingiusto, sostituendola con un po' di soldi, è contro i principi della nostra Costituzione perché la dignità non si può comprare;

– nel caso dell’introduzione di un nuovo contratto a tempo indeterminato per garantire effettive tutele progressive per tutti si deve prevedere l’applicazione dell’articolo 18 dopo un tempo non eccessivamente lungo dal momento dell’assunzione, in modo che alla fine ci siano più tutele per tutti, altrimenti la tutela è regressiva, perché di fatto si cancellano i diritti per tutti;

– l’introduzione del predetto contratto a tempo indeterminato a tutele progressive deve prevedere che le attuali tipologie di lavoro siano ridotte a non più di cinque o sei, cancellando in particolare quelle che hanno dimostrato di essere utilizzati in maniera abusiva, intaccando i diritti sociali ed economici dei lavoratori: ad esempio le collaborazioni continuate e continuative, il lavoro a chiamata, lo staff leasing, i falsi tirocini e apprendistati e le false partite IVA;

– non vi è alcuna spiegazione o legame tra l’intento di introdurre una nuova tipologia contrattuale e le modifiche allo Statuto dei lavoratori che abrogano le tutele contro il demansionamento arbitrario o il controllo a distanza. Ancora una volta una surrettizia diminuzione delle tutele, che non serve alle imprese ma danneggia i lavoratori;

– la cancellazione dell’articolo 18 nella sostanza, del divieto di demansionamento e del controllo a distanza danneggia i lavoratori, anche quelli che oggi un lavoro non ce l’hanno, ma non aumenta il numero degli occupati nemmeno di una unità;

– le imprese non assumono non perché ci sia le predette tutele, ma perché non producono non essendoci una domanda. Per sconfiggere la disoccupazione fuori controllo è necessario che il Governo realizzi politiche industriali, combatta la corruzione, i sistemi mafiosi e clientelari, riduca la burocrazia, riporti gli imprenditori a investire in Italia, rilanci i consumi. Tali misure non si possono realizzare senza lo stanziamento di risorse, mentre il la riforma del lavoro contenuta nel Jobs act si intende realizzarla senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;

CHIEDE

al Governo e al Parlamento della Repubblica Italiana:

a) di estendere a tutti i lavoratori, quale che sia il settore produttivo o il numero di occupati dell’azienda, le garanzie e le tutele dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori di cui alla legge n. 300 del 1970;

b) di non eliminare o diminuire le garanzie e le tutele attualmente previste dagli articoli 4, 13 e 18 dello Statuto dei lavoratori;

c)di riaffermare la centralità della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori e il loro ruolo fondamentale in tutti i campi della vita economica, sociale, politica e culturale;

d) di prevedere accanto all’introduzione di un contratto a tempo indeterminato a tutele progressive l’abrogazione delle tipologie contrattuali precarie maggiormente abusate in danno dei lavoratori;

e) di procedere ad un riforma del welfare e degli ammortizzatori sociali che garantisca i diritti fondamentali (maternità, malattia, ferie etc) e preveda l'erogazione di un reddito minimo a tutti coloro che oggi si trovano in una condizione di precarietà lavorativa;

f) di contrastare la disoccupazione con una politica industriale che rilanci i consumi facendo aumentare la produzione, contrasti le mafie, le clientele e la corruzione, riduca la burocrazia, faccia aumentare gli investimenti in Italia e stanzi risorse pubbliche adeguate per il rilancio dell’economia e del mercato.

IMPEGNA

il Presidente del Consiglio comunale a trasmettere entro 5 giorni il presente ordine del giorno al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Presidenti delle Camere.

Si dà atto che nella presente proposta non sono ravvisabili aspetti specificatamente tecnico-amministrativi e contabili.

Capogruppo di Sinistra Unita
Consiglio Comunale di Verbania
Vladimiro Di Gregorio

Verbania, lì 14 ottobre 2014
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